Coppa Davis nuova formula?

Da www.federtennis.it

La Coppa Davis potrebbe cambiare formula nei prossimi anni. Lo aveva annunciato lo scorso fine settembre, al momento dell’elezione, il nuovo presidente dell’ITF David Haggerty, quando è stata presa la decisione di introdurre il tie break anche nel quinto e decisivo set (negli altri è in vigore dal 1989). Lo ha ribadito lo stesso Haggerty all’agenzia Reuters: l’idea è quella di mantenere invariato l’attuale format nei primi due turni e poi di giocare semifinali e finale con la formula della Final Four tipo Eurolega di basket in una sede unica. L’obiettivo è dare maggiore visibilità alla competizione per nazioni più antica e prestigiosa del tennis (è nata nel 1900) con aumento dei relativi introiti economici. Fissare infatti la location in anticipo consentirebbe di avere più mesi per pianificare e promuovere l’evento, mentre attualmente con le semifinali in programma a metà settembre e la finale a novembre il tempo è ridotto al minimo.

L’attuale formula della Coppa Davis risale al 1981, quando è stato istituito il World Group con un tabellone a 16 squadre: attualmente si comincia a marzo e la finale è in calendario a novembre. All’epoca fu decisa questa soluzione per diminuire il numero delle sfide, perché prima della riforma per conquistare l’insalatiera d’argento bisognava giocare e vincere sei incontri durante l’anno. La soluzione prospettata da Haggerty, invece, non prevede una riduzione delle partite, ma diminuirebbero le settimane (una in meno) in cui i giocatori sarebbero impegnati in Davis con la propria nazionale, ipotesi che piace ai giocatori stessi, soprattutto ai big, spesso assenti per problemi di programmazione. “Potremmo far giocare le semifinali nei primi tre giorni – ha detto Haggerty – quindi una giornata di riposo e altri tre giorni per la finale. Ho parlato con gli atleti di questo possibile cambiamento e mi sono sembrati d’accordo. Se la riforma dovesse andare in porto, credo che li convincerà a giocare di più rispetto a quanto accade oggi. Mi riferisco in particolare ai più forti”. Non è un caso che nella finale del 2015 di Gand tra Belgio e Gran Bretagna in campo c’era un solo top ten, ovvero Murray. “Il format attuale funziona molto bene per i primi turni – ha aggiunto Haggerty – ma con la soluzione della Final Four in sede unica durante una settimana programmata a novembre avremmo quattro squadre in una sede neutra con evidenti vantaggi e in questo modo potremmo anche meglio pianificare l’evento”.

Va detto che la formula della Final Four è stata adottata per cinque edizioni, ma con scarso successo, in Fed Cup dal 2000 al 2004, tanto che dal 2005 si è tornati alla formula casa-trasferta, anche se nella massima competizione mondiale a squadre femminili si parte dai quarti (il tabellone del World Group è a otto) e non dagli ottavi come in Davis. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di concedere un bye alla nazione campione in carica. Capita sovente che chi conquista il trofeo abbia poi problemi nel primo turno dell’edizione successiva, soprattutto se in squadra ci sono i primi del mondo con un calendario compresso dagli impegni. E’ accaduto ad esempio nel 2015 con Federer e Wawrinka, che l’anno prima avevano portato per la prima volta la coppa in Svizzera, ed è probabile che la situazione si ripeta il prossimo marzo con Murray. Lo scozzese ha regalato uno storico successo alla Gran Bretagna dopo 79 anni di digiuno lo scorso novembre. L’assenza dei più forti al primo turno, peraltro, falsa la competizione perché poi gli stessi si mettono a disposizione nei play off per la permanenza nella massima serie e quindi per chi arriva dal Gruppo I è difficilissimo conquistare il World Group. Ad esempio proprio all’Italia (tornata stabilmente nel tabellone mondiale dal 2011) è capitato nel passato recente di affrontare nello spareggio la Spagna con Nadal (2005 e 2006) e la Svizzera con Federer (2009). Entrambi non avevano giocato il primo turno condannando la propria squadra all’eliminazione contro avversarie non irresistibili, ma hanno poi contribuito a conservare il World Group. Nel caso di bye alla nazione che detiene il trofeo, si dovrebbe però ridurre il tabellone mondiale da 16 a 15. La soluzione sarebbe quella di diminuire il numero dei play off dei gruppi di zona, in modo che gli spareggi per le squadre sconfitte al primo turno del World Group diventerebbero sette. E’ ovvio che in questo caso verrebbe sacrificato uno dei quattro posti della zona euro-africana, visto che attualmente sia la zona americana che quella Asia-Oceania ne hanno solo due.

Ci sarà tempo e modo di decidere il futuro di una manifestazione fortemente legata alla tradizione e che mantiene comunque inalterato il suo grande fascino e forti le sue radici. “Credo che la Coppa Davis sia un ottimo prodotto, ma la vogliamo lucidare un po’ – ha concluso Haggerty – vogliamo assicurarci che quello che facciamo sia apprezzato dal pubblico e dai giocatori”. (875)

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