“Una grande soddisfazione, considerando anche la mia età. Un premio al lavoro, alla forza e alla voglia di allenarsi quando le cose non vanno per il verso giusto, quando i risultati non arrivano e magari puoi cadere nello sconforto. Ma lavorare è l’unico modo per risalire. Devo anche ringraziare tutti quelli che mi sono vicini quotidianamente, a cominciare dal mio allenatore Francesco Cinà”.
Sorride Roberta Vinci per la prima volta in una semifinale di uno Slam dopo i quarti persi due volte qui a New York contro Sara Errani nel 2012 e Flavia Pennetta nel 2013. Un match duro sotto il caldo di New York
“Nel terzo set eravamo tutte e due stanchissime, c’era un caldo terribile sull’Arthur Ashe Stadium. C’era molta tensione, molta pressione per entrambe. Avevo cominciato bene, concentrata e reattiva. Poi dopo essere andata avanti di un break nel secondo set, sul 2-1 ho perso male il game al servizio e da quel momento mi sono irrigidita, ho avuto paura che il match, fino a quel momento dalla mia parte, potesse girare. Non ero più aggressiva come nel primo set, sono andata troppo dietro aspettando il suo errore. Cercavo solo di tenere la palla in campo. Infatti ho perso male il secondo set giocando un bruttissimo game sotto 6-5”.
Ora in semifinale Serena contro la quale ha perso 4 volte su 4 senza voincere nemmeno un set l’ultima a Toronto 6/4 6/3
“Mi ha fatto i complimenti. In effetti in Canada ho giocato bene, ho anche avuto un paio di occasioni si strapparle il servizio”. Come affrontarla? “Mettendo il casco… Scherzi a parte, dipende tutto da lei. E’ la più forte, la super favorita. Se serve bene non ce n’è per nessuna. Dovrò essere molto aggressiva e sperare in qualche suo errore. Ho giocato un grande torneo e lei magari avrà più pressione visto che insegue un traguardo storico, non solo la vittoria del torneo”.
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