Se i 29 ace di Karlovic non sono serviti contro Murray (lo scozzese ha vinto in quattro set), i 32 con i quali un altro gigante del circuito, il 29enne sudafricano Kevin Anderson, alto oltre due metri, ha bersagliato sul Court 1 il Novak Djokovic hanno costretto il numero uno del mondo al quinto set nel match che chiudeva il programma degli ottavi. Incontro sospeso per l’oscurità dopo tre ore e tre minuti e tutto rinviato a martedì: 76 (6) 76 (6) per Anderson il primo e secondo parziale, 61 64 per il serbo il terzo e quarto. Gli organizzatori non hanno spostato la sfida sul Centre Court chiuso dal tetto e illuminato, come avevano fatto sabato scorso per il match tra Monfils e Simon: in quel caso la decisione era stata obbligata per concludere il terzo turno, visto che il lunedì dopo la domenica di mezzo in cui c’è il riposo si giocano tutti gli ottavi.
Si è capito da subito che Nole avrebbe avuto il suo da fare contro il sudafricano di Johannesburg, uno dei “bombardieri” del circuito e quindi molto pericoloso sui prati. Non a caso Anderson è reduce dalla finale al Queen’s e lo stesso Djokovic alla vigilia aveva ammesso di temerlo: “E’ un gran battitore ed è in gran forma. Sta giocando il miglior tennis della sua vita, è migliorato negli spostamenti e nel gioco da fondocampo. Ci sarà poco margine d’errore, tutto si deciderà su pochi punti. Dovrò rispondere alla grande e variare molto”.
Aveva visto giusto. Perso il primo parziale, nel secondo Nole ha annullato due set point al rivale sotto 6-5, poi nel tie break ha avuto a sua volta un’occasione per portare a casa il set (6-5 dopo essere stato avanti 5-2), ma ha finito col cedere con l’identico punteggio del primo. Avesse continuato con la stessa intensità probabilmente ora Nole starebbe a meditare sulla ragioni di una cocente sconfitta. Invece, come era quasi inevitabile, Anderson è praticamente sparito nella terza partita accusando un vistoso calo. Poi nel quarto il break decisivo in favore di Djokovic è arrivato sull’uno a uno, con il 28enne tennista di Belgrado che ha sempre difeso il turno di battuta chiudendo 64.
Martedì si riprende alle ore 13 locali, le 14 in Italia, sempre sul Court 1. Probabilmente lo stop non favorisce Djokovic: alla ripresa si giocherà sulla distanza di un solo set, seppur senza tie break, e può bastare una piccola distrazione per finire gambe all’aria contro un Anderson che sarà fresco e riposato e ripartirà da zero. Con i 32 ace collezionati è salito a quita 111: davanti c’è solo Karlovic che si è fermato a 165. Dalla sua il numero uno ha la maggior abitudine a gestire la tensione: chissà se il sudafricano risucirà a dormire stanotte pensando alla grande occasione a portata di mano, anzi di racchetta.
In passato solo in tre occasioni il serbo è stato capace di rimontare due set di svantaggio nei tornei dello Slam: nel 2005 sempre a Wimbledon contro lo spagnolo Guillermo Garcia Lopez al secondo turno, nel 2011 agli US Open in semifinale contro Federer e nel 2012 al Roland Garros negli ottavi contro Andreas Seppi.
Ad attendere il vincitore nei quarti c’è un altro grande battitore del circuito: Marin Cilic, campione in carica degli US Open. Il croato al momento è il terzo nella speciale classifica degli ace in questa edizione dei Championships: è a quota 99.
Fonte www.federtennis.it
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