QUANDO A VINCERE È LO STRESS
Di Paolo Rossi
La notizia è ormai rimbalzata in ogni angolo del pianeta. Andy Murray e Serena Williams si sono ritirati dagli Internazionali d’Italia e salutano Roma. Il tennista britannico ha motivato la scelta dichiarando di accusare un affaticamento generale. Serena Williams invece soffre di un dolore al gomito destro persistente che perdurava già da qualche giorno. Entrambi hanno quindi deciso in via precauzionale di ritirarsi dalla competizione e lasciare il campo ai diretti avversari. Tra meno di due settimane prende il via il torneo del Roland Garros di Parigi e nessuno dei due ha voluto rischiare d’incappare in qualche infortunio ben più serio per aver trascurato le prime avvisaglie che qualcosa non andava per il verso giusto. Farsi male a Roma in modo serio significherebbe dover saltare la tappa Slam francese al Bois de Boulogne.
Il problema al gomito della Williams si era annunciato pure la settimana precedente mentre era in corso il torneo di Madrid. E così la tennista numero 1 della classifica mondiale WTA detentrice del titolo di Roma dove ha trionfato anche nel 2002 e nel 2013 ha salutato il popolo romano. La statunitense si è presentata in conferenza stampa vestita di bianco e arancio, ma il suo rapido annuncio di ritiro ha ingrigito la sala.
“Devo pensare al prosieguo della stagione – ha detto Serena – e ho deciso insieme al mio allenatore di prendere una pausa. Già la scorsa settimana non riuscivo a servire come volevo – ha aggiunto – . e siccome ho commesso errori in passato so quando è preferibile che mi fermi. Anche perché se sto bene a Parigi ho le mie possibilità”. Come volevasi dimostrare.
Il giovedì nero degli Internazionali BNL di Roma era cominciato col ritiro di Murray. Lo scozzese, terza testa di serie del tabellone è giunto a Roma dopo aver vinto a Monaco di Baviera e a Madrid ed ha accumulato troppe tossine. “Sono stanco – ha dichiarato – ho bisogno di fermarmi. Ieri dopo il match stavo bene, ma stamani ero stanco e in allenamento non avevo sensazioni positive. Ho parlato con il mio staff e la decisione è stata concorde. Non era più il caso di rischiare. Io vorrei giocare ogni giorno – ha concluso – ma il problema è che stamattina ero distrutto dopo 40 minuti di allenamento. Roma è un torneo importante e mi piace molto, ma adesso torno a casa per riposarmi qualche giorno e fare qualche sessione di fisioterapia nel weekend. Poi partirò per Parigi già nei primi giorni della prossima settimana”. Come volevasi dimostrare.
La partecipazione di Murray al Foro Italico era rimasta in bilico ma poi lo scozzese aveva sciolto ogni riserva. Dopo aver liquidato il francese Chardy nel match d’esordio, oggi negli ottavi era atteso dal belga Goffin, il quale invece è potuto accedere ai quarti senza fatica e senza dover scendere in campo. Non crediamo che il passaggio del turno senza giocare lo abbia dispiaciuto più di tanto.
La vita del tennista di fama procura stress fisico e psicologico. I viaggi continui da un posto all’altro del mondo, l’intensità degli allenamenti quotidiani, la tensione emotiva da sostenere prima e da mitigare dopo ogni match. I fitti rapporti con i fans e le loro aspettative possono apparire divertenti e gratificanti ma senza dubbio sono anch’essi fonte di stress emotivo. Così come i rapporti con i media e con i giornalisti che li rappresentano sempre pronti ad individuare il pelo nell’uovo, a fare domande sulla vita privata, a scandagliare ogni prestazione negativa. La vita del tennista, come diceva Andre Agassi è soprattutto, uno straziante, eccitante, orribile, sorprendente vortice, dove è la velocità a scandire il ritmo delle giornate con un’accelerazione continua in cui ci si può perdere senza più capire quale sia la giusta direzione da prendere. Ma il corpo sa e sa comunicare il proprio disagio emettendo segnali importanti al momento giusto. Chi sa interpretarli saprà recuperare anche la vitalità necessaria. E saprà “cavalcare la tigre” senza esserne travolto. (1136)