Fai una giravolta, falla un’atra volta…
Serena Williams ha ragione: nessuno chiederebbe mai a Andy Murray di fare una piroetta sul centrale, nemmeno a Federer con probabilità, e forse nemmeno a lei, Serena Williams, ma sospettare che questo rientri tra le motivazioni che l’hanno spinta a criticare l’azzardata richiesta del giornalista alla Bouchard potrebbe mettermi in condizione di fare autocritica, scusarmi, fare ammenda. Ma non si può affermare che il giornalista di Channel 7 abbia scelto male. La tennista canadese è la più adatta per esibirsi in piroette sulla Rod Laver Arena. A costo di trasformare il tennis in una competizione di bellezza femminile sostengo che Ian Cohen non poteva scegliere meglio. Richiesta forse fuori luogo, in assenza delle passerelle di Gucci, Dolce e Gabbana o Valentino , ma dargli del pervertito sessista mi sembra eccessivo. Di corrotto c’è poco, tanto meno i gusti del giornalista, che non sembrano affatto degenerati con il passare del tempo. Magari confonde il tennis con le sfilate di moda, ma non è il solo e non sarà l’ultimo. Numerose tenniste passano dai campi ai servizi fotografici alla moda, quando sfruttare lo “stereotipo sessista” porta vantaggi economici.
La tempesta di critiche moraliste che si sono scatenate forse nasconde qualcosa, perché Eugenie Bouchard oltre che bella è anche brava ed evidenziare i due aspetti potrebbe suscitare scossoni tra coloro che sono detentori di fortune singole. I detentori di sfortune invece non hanno tempo da dedicare a queste amenità in stile vittoriano. Quindi niente richieste strane a fine partita i bambini potrebbero rimanere turbati dal fatto che le teorie di Lavater non sono rispettate: bellezza e bravura possono coesistere e persino bellezza e intelligenza non di rado corrono di pari passo.
Ma l’afflato perbenista non gradisce i vasi comunicanti, per favore. Il tennis poi è una cosa seria, niente scherzi: se uno è bravo rimuoviamo il fatto che è bello, belloccio o gradevole. Sottolineare la realtà, in modo plateale, potrebbe suscitare invidia, instillare instabilità nelle categorie fenomenologiche di interpretazione della realtà. Destabilizzare approcci fragili di intelligibilità del mondo fino a stimolare ipotesi assurde per cercare di ripristinare quel senso di giustizia che è stato deluso. Se sei bello e bravo o bella e brava devi avere almeno una sfortuna che ti riporta nel mondo reale delle eque distribuzioni delle qualità, dei pregi e dei difetti. Allora è necessario trovare un difetto alla Bouchard, oppure omettere di parlare di qualcosa, non rimarcare, non evidenziare che Eugenie è anche una donna ma rimanere strettamente confinati al fatto che, dentro il campo da tennis, la tennista canadese, è e rimane solo una macchina spara palle, con un bel design ma pur sempre e solo una macchina spara palle.
La tecnica della rimozione per rendere la realtà più accettabile è la più abusata dalla specie umana al fine di aggiustarsi la vita: sperare nel meglio e trovare scusanti per il peggio. Chiedete pure alla volpe di Esopo.
Fai una giravolta, falla un’altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu.
Eh No! Non fatemi baciare da una macchina spara palle con quattro tipologie di giro e sei velocità. Siamo seri, per favore. (1258)