Non è facile battere Federer un punto alla volta, anche se ti chiami Seppi

La giornata di oggi ha riservato una delle sorprese già più decantate degli ultimi anni. Perfino il Tg1 si è prodigato nel cercare di reperire qualche immagine della partita tra Roger Federer e il coriaceo Andreas Seppi, che è riuscito ad eliminare lo svizzero prima che arrivasse anche quest’anno in semifinale. Meno male, non se ne poteva più di questa monotonia svizzera che qualcuno chiama precisione. In una mattina non troppo fredda di gennaio l’ottimo Andreas ha giocato un tennis sufficientemente solido per mettere in difficoltà un Federer che steccava come se avesse un piatto da novanta pollici e a volte colpiva lungo come se ne avesse uno da novantotto. Seppi al contrario colpiva indirizzando sul rovescio dell’avversario, colpo con il quale Roger non riusciva a prendere campo. Una volta che l’italiano si era issato fino al match point ammetto che, mentre preparavo mio figlio per scuola, ho urlato qualcosa: “prendila!”, riferito alla prima accelerazione sul rovescio. Sulla seconda, con discesa a rete di Roger, non c’era molto da fare se non cercare di raggiungerla ancora una volta, nel tennis non si sa mai, infatti dalle corde dell’italico è uscito un passante lungo linea che è andato a cadere proprio all’incrocio delle righe. Andreas non poteva giocarlo meglio, anche perché era ormai in ritardo per giocare l’incrociato. Se Federer ci fosse arrivato avremmo assistito presumibilmente alla solita storia, invece stavolta ha vinto Seppi. Evviva! Eureka! Posso portare mio figlio all’asilo. In semifinale incontrerà Kyrgios, già mattatore di Nadal a Wimbledon lo scorso anno, quindi non sarà proprio una passeggiata. Non galvanizziamoci troppo come siamo soliti fare noi italiani raccontando a noi stessi splendide illusioni: correre è faticoso, correre e colpire una palla con precisione ancora di più. Ne è una dimostrazione l’annata di Gianluigi Quinzi, che se fosse stato per l’inchiostro che lo ha incensato dopo la vittoria a Wimbledon juniores sarebbe in tabellone al posto di Kyrgios per giocare un derby italiano, i due sono divisi da meno di un anno d’età. Meglio procedere un punto alla volta, come nella vita, senza fretta.

Intanto Nadal sembra essersi ripreso dal calo di energia che lo aveva costretto a trascinarsi da una riga all’altra del campo contro Smyczek rischiando anche lui una prematura eliminazione. Che l’uscita precoce dal torneo di Roger gli abbia dato una scarica di adrenalina? Meglio non pensare male. Lo spagnolo nei primi due sets sembrava rinato a nuova vita atletica e tennistica e ha lasciato al povero Dudi Sela solo un game per poi chiudere 75 al quinto. Rafa dichiara che non gradisce l’umidità che lo fa sudare troppo e preferirebbe condizioni veloci rispetto a quelle lente, di giorno la sua palla rimbalza di più. È notorio che il rimbalzo del suo dritto è nocivo se supera la spalla: quella di Sela era facilmente “scavalcabile” vedremo se con Kevin Andreson, che supera i due metri, sarà la stessa cosa. Comunque potrebbe essere sempre più difficile sconfiggere Nadal, se trova la forma durante il torneo, anche se ti chiami Nadal, ti cloni dalle staminali dello spagnolo o ti mischi il suo dna con il tuo in perfetto stile Spiderman della Marvel.

Nella stessa parte del tabellone Andy Murray è avanzato con relativa semplicità e giocherà con Dimitrov che invece ha faticato con il cipriota Baghdatis, il quale fa capolino ogni tanto senza impressionare. Lo scozzese potrebbe anche essere insidioso per la vittoria finale, se le cose girano a suo favore e se si è tolto dalla mente il timore recondito dell’infortunio dopo l’operazione che sembra averlo accompagnato per tutto l’ultimo anno.

Nella parte bassa rimangono Berdych e Tomic. La partita non mi entusiasma molto sulla carta, ma se avete pagato il biglietto o un abbonamento guardatela potrebbe essere meno incolore di quello che sospetto.

Nella parte alta c’è Djokovic contro Verdasco, Lopez se la vede con Janowicz, Becker con Raonic, Wawrinaka con Nieminen, Johnson con Nishikori. David Ferrer e Gilles Simon, nonché Posipil contro Garcia – Lopez. Il serbo non dovrebbe avere problemi se a Melbourne non esplode il caldo, e non dovrebbe considerato che non è previsto che si superino i 27 gradi centigradi fino a mercoledì. Fatico a immaginare Wawrinka ripetere l’impresa dello scorso anno ma staremo a vedere. È ancora tutto da giocare un punto alla volta proprio come nella vita, ma se ti chiami Nadal è meglio.

Fabrizio Brascugli. (1211)

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