È una questione matematica: perdere una finale per guadagnare soldi. Può sembrare un non senso, ma è quello che secondo la Procura di Cremona sarebbe accaduto a Potito Starace dopo la sconfitta nel torneo di Casablanca, nell’aprile 2011. Una combine studiata a tavolino con tanto di offerta e rilancio, fino al sospirato okay confermato da un sms: l’uomo del monte ha detto sì. Proprio le chat, i messaggi e le altre conversazioni sono il materiale su cui hanno lavorato gli inquirenti. Ci sono volute un paio di settimane per sbrogliare i vari intrecci, ma alla fine sul risultato non ci sarebbero più dubbi.
CORTEGGIAMENTO — Protagonisti il clan dei bolognesi, con i commercialisti Manlio Bruni e Francesco Giannone, da una parte, i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace dall’altra. Un “corteggiamento” serrato portato avanti per settimane: raggiunto l’obiettivo il piano prevedeva le scommesse a colpo sicuro. Un affare per tutti, Starace compreso. A Casablanca il vincitore (lo spagnolo Andujar) si porta a casa poco più di 76 mila euro, l’italiano “solo” la metà. Ma secondo fonti investigative avrebbe ricevuto per il “favore” un compenso molto più alto: una cifra superiore ai 100 mila euro, forse vicina ai 150 mila. Il motivo è presto spiegato: chi scommetteva sapeva in anticipo che il tonfo di Potito sarebbe stato su due soli set e con pochissimi game racimolati. Informazioni precise da trasformare in vincite importanti. A Casablanca la partita fu in effetti a senso unico: Andujar liquidò l’avversario con un 6-1 6-2. Una bella soddisfazione, visti anche i precedenti: un altrettanto perentorio 5-0 per Starace. Per gli inquirenti il 6-0 non si verificò per una giornata storta del compagno, ma per scelta. Ben remunerata.
LA RIVELAZIONE DI GORETTI — Non è l’unica novità in arrivo da Cremona. Ieri il pm Roberto di Martino, titolare dell’inchiesta sul tennis nata da una costola di quella sul calcioscommesse, ha interrogato per diverse ore Roberto Goretti, attuale d.s. del Perugia. Ci saranno altri appuntamenti: uno la prossima settimana per continuare il discorso legato alle combine nel mondo della racchetta; l’altra in data da definire dedicata al calcio. Il ruolo di Goretti per gli investigatori è importante: mette in contatto Daniele Bracciali con Bruni. E fa, specie in una prima fase, da garante. Da fonti investigative filtra una certa soddisfazione sulle cose messe a verbale (secretato). Goretti avrebbe collaborato seppur non in maniera completa, tendendo a minimizzare il proprio ruolo. Avrebbe comunque confermato molti passaggi delicati e le continue combine del tennis. Non solo, avrebbe riferito un episodio ben preciso, fornendo riferimenti, protagonisti e situazioni. Logico pensare che possa essere una combine legata alle persone da lui frequentate, Bracciali in primis conosciuto ad Arezzo. Altri passaggi saranno approfonditi nel prossimo interrogatorio, ma chi indaga avrebbe già ieri aggiunto altri elementi utili all’accusa, tanto da prevedere tempi abbastanza brevi per la chiusura dell’inchiesta.
GIUSTIZIA SPORTIVA — A proposito di tempi: lunedì a Cremona sono arrivati i procuratori federali che dovranno occuparsi dei processi sportivi dei tennisti. Fino a qualche settimana fa l’esito sembrava segnato dalla prescrizione: scatta dopo 5 anni dall’episodio contestato. Le ultime novità, però, hanno cambiato lo scenario: ci sono fatti riferiti al 2010 e al 2011, quindi sanzionabili. Di Martino si è detto come sempre disponibile ad aiutare la giustizia sportiva: gli atti dell’inchiesta saranno consegnati entro Natale. In questo modo già a gennaio potrebbero scattare i deferimenti per i tennisti più esposti. Vale a dire Bracciali e Starace.
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