(Foto P. Boren)
Parigi – Una partita deludente. Luca Nardi (70) stecca la prima in uno Slam lasciando via libera al francese Alexandre Muller (90) 6-4 6-1 6-3 in un’ora e quarantatré minuti.. Senza grinta ne concentrazione il pesarese non è mai entrato in partita. In un clima da stadio come era ovvio aspettarsi quando si gioca contro un transalpino al Roland Garros, Luca avrebbe dovuto imporre la sua personalità aggredendo subito l’avversario senza lasciargli il tempo di installare il suo gioco. Purtroppo quasi come assente, Nardi subisce il break nel primo set con un doppio fallo (alla fine saranno 7 contro 1 aces). Finalmente arriva un sussulto di presenza. Due accelerazioni di dritto che valgono due palle break. Lo score è di nuovo in parità, ma sul 4-5 e servizio continua il momento buio di Nardi. Il servizio va a corrente alternata e manca una tattica di gioco. Sul set-point per il francese Luca tenta la prima smorzata dell’incontro che ovviamente finisce in rete. Con il set finisce anche la partita. Sempre più frastornato Nardi subisce un doppio break nella seconda frazione. Riesce a togliere il servizio a Muller, ma poi ricede nuovamente il gioco di battuta. Un 6-1 pesante. Muller è in finisce e Luca sprofonda ancora più nelle sue incertezze. Il terzo set è una formalità . Break per Muller sull’uno pari e doppio break sul 3-1. Un po’ di braccino del transalpino lascia a Nardi la possibilità di recuperare un break. Un fuoco di paglia. Finisce logicamente 6-3 per Muller, che si gode gli applausi del suo pubblico e la Marsigliese intonata al cambio di campo. Per Nardi tante cose da rivedere e da cambiare. Primo il servizio (nel terzo set non ha tenuto una volta il turno di battuta) e poi lo studio di una tattica di gioco diversa che dal rimandare la palla di là. Il francese per esempio ha martellato l’azzurro sul lato sinistro del campo per poi chiudere con il dritto lungolinea. I risultati si sono visti. Tanti errori di rovescio da parte di Nardi ed altrettanti punti per Muller. Inoltre insistere con colpi potenti si, ma senza rotazioni alla fine non fa che favorire l’avversario. Una giornata da dimenticare, ma a 21 anni la strada è ancora tutta davanti.
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