(Foto Maiozzi-FITP)
Roma – Emozione, tanta, soddisfazione, ancora di più. Una – 37 anni, da Massa Lombarda – ha messo in bacheca il 30esimo trofeo di specialità, riconquistando il Foro Italico a dodici anni dall’ultima volta ed offrendo una grande lezione su come si gioca il doppio. L’altra – 28 anni, da Castelnuovo di Garfagnana – si è tolta lo sfizio, nel giro di poco più di tre mesi, di conquistare prima un “1000” in singolare (Dubai a fine febbraio) ed ora uno in doppio. Sara Errani e Jasmine Paolini regalano un’altra domenica da incorniciare al tennis azzurro: sono loro le nuove regine del Foro Italico.
Un trionfo dal sapore speciale: “E’ una grande emozione vincere qui al Foro Italico, quasi non ci credo”, esordisce Jasmine nella conferenza stampa post-match. “E pensare che nella prima partita eravamo sotto 7-5 e 4-0 nel secondo set…. Sono molto felice e davvero tanto orgogliosa”, le fa eco Sara.
Un’avventura iniziata poco meno di un anno fa: “Lo scorso anno dopo Parigi Sara mi chiese se volevamo provare a qualificarci per le Olimpiadi. Giochiamo bene insieme ma sinceramente non avrei mai pensato di vincere un ‘1000’”, racconta Paolini. “Rivincere Roma dodici anni dopo è fantastico, per noi italiani è un torneo speciale. Non sapevamo come si sarebbe adattato alla terra rossa il nostro gioco. Di passione ne abbiamo tanta tutte e due, e dallo scorso anno siamo migliorate tantissimo. Con Roby (Roberta Vinci; ndr) io giocavo a fondo: con ‘Jas’ a rete ci sto io perché è lei quella davvero forte dal fondo”.
Una finale decisa sul filo di lana: “Il secondo set è girato per poco: io ho perso due volte il servizio con il punto secco (killer point; ndr) che è una soluzione che ti dà meno margine. Nel super tie-break siamo sempre state sotto, ma ci abbiamo provato fino in fondo e siamo state premiate. ‘Jas’ ha grandissima potenza nei colpi ed anche al servizio, e poi è velocissima. Io cerco di supplire con la mano e soprattutto di variare il più possibile”, racconta Errani. “In campo Sara ha un’intelligenza pazzesca (anche fuori dal campo, aggiunge ridendo; ndr) è un grande tattico. Mi piacerebbe avere la sua mano, il suo tocco, la sua sensibilità. Sotto 7 a 8 ero concentrata e sono riuscita a servire bene: nel punto precedente, sul 6 a 8, invece, ero molto tesa. Mi sono detta ‘se sbagli questa si mette molto male’, ma per fortuna non è stato così. Mi fa bene stare accanto ad una persona come Sara: con Renzo (Furlan, il suo coach; ndr) le facciamo sempre tante domande, ma proprio tante”, aggiunge Paolini.
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