(Foto F.Boren)
Da internazionalibnlditalia.com
Roma – Alexander Zverev torna a trionfare a Roma sette anni dopo il suo exploit del 2017. Ha vinto il suo sesto Masters 1000, il primo da Cincinnati 2021. Batte 64 75 Nicolas Jarry, primo cileno in finale in un Masters 1000 dopo Fernando Gonzalez nel 2007, che non è riuscito a infilare la seconda vittoria nel torneo contro un Top 10 dopo il successo su Stefanos Tsitsipas nei quarti. Impresa che non gli è mai riuscita in carriera. Grazie a questo risultato, Zverev salirà alla posizione numero 4 nel ranking ATP scavalcando Daniil Medvedev, campione a Roma nel 2023. Ha anche raggiunto il moscovita in testa alla classifica dei giocatori nati dopo il 1990 con più trofei all’attivo nei Masters 1000 (6). Il loro settimo confronto diretto nel circuito ATP, il quinto sul rosso, inizia con una sfida di potenza al servizio. Dopo sei game, in totale i due hanno vinto 5 punti in risposta (4 il tedesco, 1 il cileno). Jarry, primatista per numero di ace nel torneo prima della finale, alla prima finale 1000 sa di dover aggredire per contrastare il tedesco. Ma Zverev, campione al Foro nel 2017, chiude il primo set senza cedere nemmeno un punto con la prima. Il primo parziale di fatto prosegue secondo quanto visto nel resto del torneo, almeno stando all’algoritmo Tennis Viz su dati raccolti da Tennis Data Innovations (società che collaborano con ATP). Su una scala da 1 a 10, infatti, Zverev ha mantenuto medie più alte come qualità dei colpi, praticamente in ogni distretto del gioco: servizio e risposta, diritto e rovescio, colpo con il quale Zverev può prendere un vantaggio competitivo e costringere il cileno a giocare più di fretta, con maggiori rischi e margini di sicurezza assottigliati. In maniera solo apparentemente illogica, Zverev inizia ad aprirsi contro il diritto di Jarry: da quel lato serve sei volte su dieci nel primo set, tanto da destra quanto da sinistra. Ace a parte, non a caso, due dei primi tre vincenti nello scambio maturano con rovesci lungolinea.
La partita
Zverev, intoccabile al servizio nei primi quattro turni di battuta, si guadagna due palle break nell’ottavo game: bravo il cileno a reagire, nel momento che avrebbe potuto decidere il set e indirizzare la partita. Si tira su con il meglio che può esprimere, il servizio, ma anche con qualità difensive meno ovvie. In risposta però non riesce a incidere e Zverev chiude il set con sette vincenti e un solo errore gratuito.
Il secondo sembra avviarsi a uno scenario simile e per giunta anticipato. Già nel quarto game, infatti, Zverev ha due palle break che Jarry cancella di personalità. Il cileno costringe il tedesco a uno dei rari errori di rovescio della partita e tiene in equilibrio il set.
Il tedesco rimane in controllo, perde pochissimi punti quando non è chiamato a giocare in difesa e tutti i primi 31 quando mette in campo la prima, fino al 6-4 4-4 15-0; poi Jarry inventa una contro smorzata che accende l’entusiasmo dei tifosi cileni sul Centrale. Si gioca da 78 minuti.
Ma i due doppi falli consecutivi che mandano Zverev a un punto dalla vittoria sembrano smorzarlo. Tuttavia Zverev si limita a palleggiare con pazienza ma senza affondare. Il cileno prende il destino nelle mani, cancella i due match point consecutivi e le bandiere cilene tornano a sventolare sulle tribune assolate. Zverev ne manca anche un terzo, ma alla quarta accelera con il diritto lungolinea da sinistra e osserva l’ultimo pallonetto di Jarry sfilare lungo.
Poi si attira le simpatie del pubblico italiano con quell’inizio di discorso alla cerimonia di premiazione che resterà come uno dei momenti del torneo: “Buongiorno, my name is Jannik…”.
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