Nativo di Rovereto, Giovanni Oradini si è tolto una bella soddisfazione superando il primo turno delle qualificazioni. Vince una dura battaglia contro Jeremy Jahn e adesso sfiderà Travaglia per il main draw. “Che emozione giocare davanti ad amici e familiari”. E poi c’è l’esempio di Rinderknech… Avanza anche Francesco Forti.
Ha lottato, ha sbuffato, ha sofferto… ma alla fine ce l’ha fatta. Gli Internazionali di Tennis – Città di Rovereto (73.000€, Play-It)
non potevano chiedere un esordio migliore: bagno di folla da una parte, la vittoria del giocatore di casa dall’altra. Già, perché Giovanni Oradini è nato proprio a Rovereto e ha un legame speciale con la sua regione, la sua terra, il suo circolo. Un legame che sente ancora più grande dopo la scelta di vita compiuta anni fa, quando ha accettato una borsa di studio per andare a studiare negli Stati Uniti, in Mississippi. Lì si è formato l’uomo, il professionista e il giocatore attuale. Oggi è numero 383 ATP dopo aver toccato la 352esima posizione a gennaio, e non gli era mai capitato di giocare un torneo così importante dalle sue parti. Ok, a Rovereto aveva vinto un torneo Open, ma un ATP Challenger è un’altra cosa. A maggior ragione dopo una battaglia piena di scambi e sudore contro Jeremy Jahn, esperto giocatore tedesco che oggi è fuori dai primi 600, ma che qualche anno fa era stato tra i top-200. Oradini si è imposto col punteggio di 6-3 4-6 6-4 e la vittoria è particolarmente saporita, perché il match si era complicato dopo che per un set e mezzo era parso un impegno di routine. Oradini ha gestito fino al 6-3 4-2, poi è stato vittima di un passaggio a vuoto che ha riammesso al match il tedesco. “A un certo punto sono stato meno aggressivo, ma sono stato bravo a tenere duro nei primi game del terzo set, fino al 2-2, perchè sentivo che in quel momento stava giocando meglio di me. In quel momento mi sono detto di essere più aggressivo, spingere per fare male alla prima occasione, e per fortuna è andata bene. Ma ce l’ho fatta perchè ho ho sentito il calore del pubblico”. Le tribune del campo centrale erano praticamente esaurite. Nel rispetto della loro indole, i roveretani non hanno fatto mancare il sostegno all’illustre concittadino. “È molto bello giocare davanti alla mia famiglia, i miei amici, chi mi vuole bene – racconta Oradini – non capita spesso perché sono sempre in giro per il mondo. È speciale. E poi mi piace vedere i ragazzi del posto, mi piacerebbe essere un piccolo esempio per loro e vorrei che facessero belle cose come me, e magari arrivare anche più in alto. Spero di essere una fonte di ispirazione per il movimento tennistico del Trentino”.
QUELLA VITTORIA CONTRO RINDERKNECH
Il legame con la sua terra è forte, ma Oradini ha avuto il coraggio di lasciare l’Italia a 19 anni, quando ricevette una proposta per studiare chinesiologia negli States. Ma un conto è andare in una metropoli, un altro andare in Mississippi, laddove la grande città più vicina (Memphis) dista qualche ora d’auto. Lì Giovanni è diventato uomo e si è misurato con giocatori che hanno avuto successo nel circuito: Tennys Sandgren, Paul Jubb e – soprattutto – Arthur Rinderknech. Viene da domandarsi cosa provi nel vedere il francese così in alto. “Nessun fastidio, anzi, mi aiuta molto – dice con entusiasmo – con Rinderknech ho giocato due volte, vincendone una, in finale di Conference, in diretta TV, in un contesto molto importante. Sapere di aver battuto uno che è arrivato intorno al numero 50 mi dà grande fiducia. Sarebbe bello raggiungere i suoi livelli, ma ognuno ha i suoi tempi e il suo percorso. Mi aiuta molto sapere di aver giocato al loro livello”. Una fiducia di cui avrà bisogno lunedì, verso ora di pranzo, quando troverà l’esperto Stefano Travaglia, ex n.60 ATP che sta cercando di recuperare il tempo perso dopo un 2022 durissimo, con tanto di operazione al gomito. L’ascolano è reduce dalla finale a Tenerife e non ha avuto problemi contro il giovane Filiberto Fumagalli. Un match in cui Oradini parte sfavorito, oltre ad aver speso parecchie energie al primo round. “Ma io mi sento in forma fisicamente – dice Oradini – anzi, credo che aver lottato oggi sia un vantaggio. Sono rimasto in campo più di due ore e mi è servito per rompere il ghiaccio. Lui ha avuto una partita semplice, ha più esperienza di me ma una cosa è certa: mi preparerò al meglio e darò il massimo”. Con il vincente di
Travaglia-Oradini, l’Italia è già certa di avere un sesto giocatore nel main draw, ma la pattuglia azzurra potrebbe essere ancora più robusta: proverà ad accedere al tabellone principale anche Francesco Forti, che ha battuto in rimonta Gian Marco Moroni. Dopo aver perso il primo set, il romagnolo aveva girato la partita e poi ha sfruttato un problema fisico di Moroni, che ha alzato bandiera bianca in svantaggio 4-0 al terzo. Forti se la vedrà con il cinese Bu Yunchaokete, prima testa di serie delle qualificazioni. Lunedì si definirà il quadro dei qualificati, poi si giocheranno i primi match del tabellone principale: il clou arriverà in serata, con la super-sfida tra Dominic Stricker e Mili Poljicak, due baby-fenomeni del tennis. In precedenza, grande curiosità per l’esordio di Matteo Gigante, reduce dal successo a Tenerife. Il romano se la vedrà con Marcello Serafini.
(Foto Stefano Eccel / Loredana Berguecio Bertolini) (489)