Tutti gli sport sono influenzati dalla sfortuna o dalla fortuna. Un episodio a volte può decidere una partita, può influenzare altri episodi o addirittura anche un’intera competizione. Il ruolo della fortuna non è strettamente legato a un singolo episodio sul campo da gioco.
Ci possono essere sport che sono più o meno influenzati dal ruolo della fortuna. Possiamo provare a definire sfortunati tutti quegli episodi che vengono decisi da fattori imponderabili o imprevedibili e che non dipendono dalle abilità tecniche e atletiche.
C’è poi un altro aspetto quello del limite delle abilità tecniche, anche il migliore giocatore non può controllare la palla oltre un certo limite. Anche in questo caso credo che si possa affermare che una palla che esce per qualche millimetro o per un centimetro possa rientrare nella categoria di un colpo sfortunato. Così come i colpi in cui la pallina sfiora o pizzica appena la riga che delimita un’area di gioco. Nelle partite di tennis situazioni di questo tipo sono tutt’altro che rare, pertanto il fattore fortuna è una variabile con cui si devono fare i conti.
Il sorteggio dei tabelloni può rendere la strada più o meno facile a un giocatore, il quale potrebbe trovarsi la strada chiusa da una testa di serie o al contrario avere un percorso relativamente più facile. Perfino una testa di serie può avere dei vantaggi dal sorteggio di un tabellone se trova davanti a sé partite sulla carta relativamente più facili o se qualche suo avversario più ostico finisce dall’altra parte. Queste condizioni possono addirittura influenza l’andamento dell’intero torneo. In alcuni casi, come fa notare Jeff Sackmann, possono incidere anche su un anno di gioco o un’intera carriera. Situazioni in cui uno o più eventi fortunati si ripercuotono sul lungo periodo. Si vince una partita in modo fortunoso e si prendono quei pochi punti che servivano per essere teste di serie nel torneo successivo con un vantaggio di tabellone, mentre lo sconfitto sfortunato potrebbe trovare subito una testa di serie. Un giocatore si ritroverebbe con un vantaggio molto più consistente di quello che possono essere un paio di punti fortunati presi singolarmente. Si potrebbero aprire più possibilità addirittura per una carriere decisamente migliore.
Altri fattori fortunati sono rappresentati dalle wild card che consentono a un giocatore di avere accesso a un torneo e come minimo al premio economico del primo turno. Nella storia di un giocatore gli allenatori avuti in gioventù o le possibilità di allenamento possono influire in modo determinato sul futuro sviluppo delle proprie abilità tecniche ed agonistiche.
Il tennis è però particolare anche per un altro aspetto. Mentre in tutti gli sport chi realizza più punti vince la gara nel tennis può capitare il contrario. Ci possono essere situazioni in cui il giocatore che ha realizzato meno punti finisca per essere il vincitore. Questo è dovuto alla particolarità del punteggio in cui non c’è un conteggio continuo ma a blocchi. Una volta chiuso un blocco si riparte da zero con un nuovo blocco. Questo vale sia per i game che per i set.
Le conseguenze sono che:
“Più del 5% delle partite della stagione in corso sono state vinte da un giocatore che non è riuscito a vincere più della metà dei punti giocati. Un altro 25% è stato vinto da un giocatore che non è riuscito a raccogliere più del 53% dei punti, un livello che non garantisce automaticamente la vittoria.”
Se i punti fossero stati sommati singolarmente il vincitore in questi casi sarebbe stato un altro, semplicemente quello che aveva realizzato più punti. Questo modo di contare rende la percentuale del 53% dei punti vinti non sempre sufficiente per portare a casa la vittoria.
Un’analisi più approfondita suggerisce che per avere la sicurezza di vincere un incontro è necessario vincere tra il 53% e il 54% dei punti giocati. E non è una sicurezza schiacciante nello specifico, la percentuale di vittoria sale al 99,1% al meglio dei tre set e al 100% al meglio dei cinque set.
La tabella elaborata da impredictable.com mostra che c’è sempre qualche decimale di incertezza e per essere sicuri al 100% della vittoria è necessario vincere almeno il 55% dei punti giocati.
Un’altra peculiarità del tennis, oltre al punteggio a blocchi, è che se un punto non viene vinto da un giocatore viene assegnato all’altro nel senso che gli errori esecutivi sono punti per l’avversario. Questo non accade nel basket, nel calcio o in altri sport di questo tipo. Se si sbaglia un tiro a canestro il punteggio non viene assegnato all’avversario. Se Cristiano Ronaldo sbaglia un rigore le squadre rimangono sullo zero a zero.
Il tennis è da considerare uno sport dove la sfortuna gioca un ruolo maggiore o minore rispetto agli altri sport? la struttura del punteggio riduce o aumenta la casualità?
E’ sicuramente uno sport in cui il livello tecnico è molto importante ma la sfortuna gioca sicuramente un ruolo non trascurabile. Quello che ne riduce l’incidenza è la lunghezza delle partite, infatti come si può notare quando le partite sono al meglio dei cinque set già fare il 51% o il 52% dei punti garantisce il 90,7% delle probabilità di vittoria contro l’ 86,7% delle partite che si giocano su tre set.
Con 52% al 53% dei punti vinti si ha il 95,8% di probabilità di vittoria nei match 2 su 3 ed il 97,4% nei match 3 su 5. Oltre queste percentuali non ci sono molte differenze.
Si potrebbe obiettare che riuscire a giocare bene i punti importanti sia una delle qualità dei giocatori di vertice e molto probabilmente è un’affermazione che ha qualcosa di vero, ma è altrettanto indubitabile che nessun tennista potrà impostare una carriera vincendo il 48% o il 49% dei punti a partita.
Un altro fattore che limita l’incidenza della fortuna è la presenza dei vantaggi. Se c’è bisogno di due punti consecutivi per vincere un game o un tie break questo elimina la possibilità che uno o più colpi fortunati possono fare la differenza.
Da questo punto di vista la riduzione dei set a 4 e l’eliminazione dei vantaggi in alcune competizioni giovanili, nonché il numero minore di partite che si giocano al meglio dei cinque set (a livello professionistico sono rimasti praticamente solo i tornei degli slam) permettono al fattore fortuna di avere un’influenza maggiore le cui ripercussioni sono meno prevedibili. (184)