Uscire dalla comfort zone diviene una necessità per affrontare nuove sfide e iniziare un percorso di crescita. Spesso è la paura del fallimento che trattiene le persone dal prendere i rischi necessari a migliorare. Rimanere ancorati nella propria zona di conforto e controllo, anche psicologico, impedisce di acquisire nuove abilità.
Il percorso, però, dovrà essere graduale con sfide di ambiente e personali commisurate alla crescita delle proprie abilità.
Infatti il rischio di fissare obiettivi troppo elevanti è concreto. Il risultato sarebbe quello di sentire il peso di una sfida come troppo grande e non riuscire ad affrontare con serenità il percorso di sviluppo tecnico e atletico, condizionati da una percezione che induce ansia e un senso di sfiducia.
Questo non significa abbandonare le proprie ambizioni ma, qualora fossero di alto livello, sarà opportuno suddividerle in un percorso di obiettivi più piccoli e graduali in modo da renderli singolarmente alla propria portata e non sentirli lontani e quindi demoralizzanti. Il percorso di crescita sarà gratificante, passando dall’acquisizione di nuove competenze fino al raggiungimento di un obiettivo, con il conseguente passaggio ad uno nuovo, più elevato. Una scala di crescita che può arrivare fino a propositi di alto profilo. Passaggi graduali percepiti come raggiungibili in relazione alla sviluppo delle proprie abilità, attraverso sfide tecnico agonistiche crescenti.
Una programmazione graduale è fondamentale, per evitare due estremi. Compiti da svolgere troppo difficili che possono indurre ansia, frustrazione e preoccupazione. Compiti da svolgere troppo semplici che possono suscitare perdita di interesse.
Sfide ed impegni eccessivamente semplici, percepiti sotto il proprio livello possono indurre noia e distacco, condizione che, anch’essa, può limitare, addirittura fermare, il processo di crescita dell’atleta.
Sono da evitare sfide troppo difficili e troppo semplici, ma nella realtà questo non è sempre possibile, perché possiamo trovare avversari troppo bravi per noi in quel momento o di un livello molto inferiore. Quando si verifica una di queste situazioni è opportuno definire chiaramente il nostro scopo principale il quale dovrà essere diverso dal raggiungimento della vittoria.
Nel primo caso, infatti, quello di un avversario superiore, vincere potrebbe essere un obiettivo troppo difficile da raggiungere; nel secondo eccessivamente semplice.
Stabilire un numero di punti da vincere sul servizio dell’avversario; proporsi di portare ai vantaggi un certo numero di giochi; concentrarsi nell’esecuzione di alcuni schemi di gioco ben riusciti sono solo alcuni esempi di obiettivi circoscritti all’interno di una sfida che potrebbe apparire insormontabile.
Questo metodo può essere utilizzato anche in caso di sfide troppo semplici, le quali sono pericolose perché rischiano di non coinvolgere l’atleta pienamente, sia dal punto di vista della concentrazione che dell’impegno. Sconfitte inaspettate contro avversari sfavoriti sono il risultato non raro di situazioni di questo tipo. Anche in questo caso circoscrivere i propri propositi di tecnici e di competizione risulta essere un buon metodo per mantenere un ottimo livello di focus sui compiti da svolgere. Non perdere mai il servizio; cercare di vincere ogni set con due break sul servizio avversario; alzare il numero dei vincenti o ridurre il numero degli errori gratuiti. La possibilità sono molteplici e possono essere definite dagli atleti insieme ai propri allenatori.
Gli incredibili risultati che sono riusciti a raggiungere Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic sono stati il frutto di una interazione reciproca, in cui i livelli dalla sfida venivano spostati sempre leggermente un po’ più avanti ma non troppo. La percezione di un nuovo obiettivo raggiungibile un po’ oltre la zona di comfort innesca percorsi virtuosi di crescita e massimo coinvolgimento psico fisico. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il modello può essere riprodotto a tutti i livelli, anche per i giocatori di circolo e per i ragazzi dell’agonistica.
Obiettivi tecnici e di risultato via via crescenti e suddivisione in sotto target mirati definiscono il percorso e rendono percepibile la fattibilità evitando sotto coinvolgimento ed ansia da prestazione. (203)