Roland Garros : Alcaraz e Zverev vincono al 5° salvando un match point, Djokovic sul velluto

Dall’inviato a Parigi
(Foto P. Boren)

Da www.supertennis.tv
Parigi – Carlos Alcaraz recupera da sotto due set a uno e salva un match point contro Albert Ramos. Ha mostrato un tennis ampiamente rivedibile ma una testa da grande campione. Rimettersi in carreggiata in una partita così ha spesso cambiato la storia negli Slam
Il tennis è un mistero, come la vita. Le domande superano le risposte, non sempre è tutto chiaro e comprensibile. Non lo è, per molti versi, il derby spagnolo che ha acceso Parigi per il secondo turno del Roland Garros. Carlos Alcaraz, considerato dai bookmakers alla vigilia uno dei principali favoriti per il titolo dopo Novak Djokovic, si è lasciato irretire dallo

spagnolo Albert Ramos, si è fatto trascinare in una partita improvvisamente complicata: l’esperto connazionale gli giocava carico, alto, soprattutto contro il rovescio e il teenager, primo a gattere Djokovic e Nadal nello stesso torneo sulla terra rossa, sbagliava. Sempre di più. E’ arrivato a un punto dalla sconfitta nel quarto set, è andato sotto 0-3 nel quinto, ma alla fine l’ha spuntata 6-1 6-7(7) 5-7 7-6(2) 6-4 dopo quattro ore e 34 minuti di gioco.
“Il mio segreto – ha detto Alcaraz dopo la partita – è credere in me stesso e lavorare duro ogni giorno”. Dopo partite così, più volte negli Slam si è fatta la storia. Bjorn Borg vinse Wimbledon nel 1977 dopo aver rimontato due set di svantaggio al secondo turno all’australiano Mark Edmondson, ex imbianchino all’aeroporto di Melbourne e campione all’Australian Open l’anno prima. Più di recente, i tifosi non hanno certo dimenticato le tensioni che hanno accompagnato le vittorie di Roger Federer contro l’amico Tommy Haas negli ottavi e l’argentino Juan Martin Del Potro in semifinale al Roland Garros del 2009, prima di completare il Career Grand Slam in un pomeriggio di pioggia e di gloria. Ramos è un avversario simbolo peraltro nella fin qui giovane storia di Carlos Alcaraz nel circuito. L’ha battuto nella sua prima partita a livello ATP, a Rio due anni fa, quando era ancora un sedicenne fuori dai primi 400 del mondo. Vinse dopo tre ore e 37 minuti di partita, lì dove sarebbe diventato nel 2022 il più giovane vincitore di un ATP 500 dal 2009, quando questa categoria di tornei è stata introdotta in calendario. Poi l’ha battuto di nuovo l’anno scorso in semifinale a Umag: il giorno dopo avrebbe festeggiato il suo primo titolo in carriera nel circuito maggiore.
Ancora una volta, Ramos ha dimostrato che può piegare Alcaraz ma non riesce a spezzarlo. I due capolavori in contrattacco con cui ha prima firmato il controbreak del 2-3, poi completato il break del 5-4 hanno trasformato il quinto set e il finale di partita, sancito dal suo decimo ace. Indizi che provano da un lato quanto possa pesare uno Slam giocato non da outsider ma da possibile vincitore a meno di vent’anni, dall’altra quanto può essere duro battere un giovane così, che non perde la sicurezza in se stesso e la gioia di esserci in nessuna situazione nei confini del campo. “Mi sento stanco” ha detto Alcaraz nell’intervista in campo, dopo la sua trentesima vittoria della stagione, la quarta su cinque partite finite al quinto set in carriera. “E’ stata una battaglia molto dura, abbiamo lottato fino all’ultimo punto. Sono felice di aver vissuto un’esperienza così davanti a un pubblico come questo” ha aggiunto lo spagnolo, che nei sei Slam giocati finora in tabellone principale ha sempre vinto almeno una partita. Al terzo turno, Alcaraz incontrerà lo statunitense Sebastian Korda o il francese Richard Gasquet. Una vittoria così dimostra la forza dal punto di vista mentale di Alcaraz, che deriva anche dai 25 successi in 28 partite sulla terra battuta nelle ultime 52 settimane, 18 su 19 nel solo 2022. Se infatti Ramos, nonostante i 15 anni in più, ha sprecato un diritto sul match point, Alcaraz è riuscito meglio a non farsi condizionare dagli errori (74 a fine partita contro i 54 del rivale).
L’ha già mostrata nel corso di questa stagione, tra Barcellona e Madrid in particolare. E ha già guadagnato, grazie a prestazione di questo tipo, anche il rispetto e la stima degli avversari. L’ha spiegato bene

il tedesco Alexander Zverev, dopo il suo ottavo successo al quinto set al Roland Garros su nove partite: 2-6 4-6 6-1 6-2 7-5

sull’argentino Sebastian Baez, arrivato anche lui arrivato a un punto dalla vittoria.
In conferenza stampa, hanno chiesto a Alexander Zverev un suo pensiero sulla partita di Alcaraz, in quel momento ancora in corso: i due spagnoli erano sul 5-5 nel terzo set. “Alcaraz ha fatto vedere di cosa è capace, è numero 6 del mondo a 19 anni. Non è il futuro, è già il presente del tennis, è uno dei migliori al mondo già oggi – ha detto -. Non penso proprio che perderà”. Il tempo e il campo gli daranno ragione.
Dopo il match, Alcaraz ha confermato che le aspettative crescenti su di lui non hanno solo effetti positivi. “E’ bello che la gente parli di te come di un futuro numero 1 del mondo, ma questo aumenta la pressione su di me. Anche prima della partita mi sentivo teso, ma è normale. Poi alla fine del quarto set, quando lui è arrivato al match point, lo sai che basta un punto per andare fuori dal torneo. Ho cercato di non pensare di essere al Roland Garros, di godermi il momento e la battaglia. Lavoro duro per questo”.
Un altro aspetto su cui lavora tanto, e si vede, è la rapidità nella copertura del campo, ha spiegato in conferenza stampa. “Penso sia molto importante nel tennis, credo di essere abbastanza veloce – ha detto -. Adesso ho anche più esperienza anche se sono ancora giovane. Mi trovo bene quando gioco partite importanti, in grandi stadi, nei tornei dello Slam. Penso di essere forte mentalmente e fisicamente. Mi sento pronto per giocare in queste situazioni”. (1105)

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