Da www.supertennis.tv
Indian Wells – Il Masters 1000 delle sorprese continua. A Indian Wells Cameron Norrie sfiderà per il titolo Nikoloz Basilashvili: nessuno dei due era mai andato così avanti in un 1000. Il britannico ha sconfitto 62 64 Grigor Dimitrov, il georgiano ha eliminato 76(5) 63 TAylor Fritz che aveva sconfitto Matteo Berrettini, Jannik Sinner e Alexander Zverev.
Si erano già incontrati a Doha, nella prima delle cinque semifinali stagionali di Fritz, che però ancora non ha giocato finali ATP nel 2021. L’ultima l’ha disputata ad Acapulco l’anno scorso. L’ultimo titolo risale invece al torneo di Eastbourne del 2019.
Basilashvili sembra avere la capacità di sorprendere e realizzare i più grandi exploit nei momenti meno attesi. E’ successo quando ha trionfato tre volte negli ATP 500 (Amburgo 2018 e 2019, Pechino 2019). E’ successo ancora a Indian Wells. Quest’anno aveva perso all’esordio in cinque dei sei Masters 1000 giocati. In California il suo tennis è esploso, fulminante come i suoi diritti che hanno sfiancato Tsitsipas.
Fritz, figlio della ex Top 10 Kathy May e a sua volta marito e padre, dietro un viso da film hollywoodiano in bianco e nero porta, coltiva personalità e talento in grado di accendersi per improvvise fiammate.
La sua seconda vittoria su un Top 5 dopo la vittoria contro Dominic Thiem in Laver Cup nel 2019 suonava una conferma di promesse non ancora mantenute. Non è stato così.
Uscito in sedia a rotelle con un menisco rotto all’ultimo Roland Garros, qualche anno fa era considerato la nuova grande speranza del tennis USA.
A 23 anni, si è visto sfilare da un altro figlio (e fratello) d’arte, Sebastian Korda, il ruolo di prima speranza yankee. Fritz, ex numero 1 junior che a 15 anni si è allenato con Pete Sampras, è arrivato al massimo al numero 24 del mondo. Ha comunque il suo futuro ancora nelle mani.
Anche l’altra semifinale metteva di fronte due giocatori che in pochi avrebbero immaginato di vedere ancora in corsa a questo punto del torneo: Cameron Norrie e Grigor Dimitrov.
Il mancino britannico, come la campionessa dello US Open Emma Raducanu, è un cittadino del mondo: lo specchio del futuro, non solo per il tennis. Ha il passaporto britannico ma è nato in Sudafrica, ha vissuto in Nuova Zelanda e studiato negli Stati Uniti.
Numero 26 del mondo questa settimana, grazie alla sua prima semifinale in un Masters 1000 sarà per la prima volta tra i primi 20 giocatori del mondo.
Con la convincente e meritata vittoria su Grigor Dimitrov, supererà Felix Auger-Aliassime all’undicesimo posto nella Race to Turin, la classifica che determina i qualificati alle Nitto ATP Finals di Torino. Vincendo il torneo, scavalcherebbe anche Jannik Sinner, e si ritroverebbe a poco più di 100 punti dal polacco Hubert Hurkacz, oggi virtualmente ultimo dei qualificati alle Finals.
Indian Wells, il deserto delle sorprese
Il 2021 è la sua stagione migliore. Ha vinto 46 partite nel circuito ATP e raggiunto a Indian Wells la sua quinta finale in carriera, la più prestigiosa. Fino al 2020 ne aveva giocata solo una. Sconfitto all’Estoril, a Lione e al Queen’s, in quest’ultimo caso da Matteo Berrettini che ha festeggiato il suo più prestigioso titolo in carriera, Norrie ha finalmente conquistato il primo trofeo nel circuito maggiore a Los Cabos, in Messico.
Norrie ha adattato nel tempo l’ampio movimento dalla parte del diritto. Ha costruito un bel tennis completo grazie al lavoro con un giovane coach argentino, Facundo Lugones, suo compagno di squadra quando frequentava la Texas Christian University.
Anche Dimitrov ha scelto un giovane coach argentino, Dante Bottini, a lungo nello staff della IMG Academy di Nick Bollettieri e poi al fianco di Kei Nishikori. Hanno cominciato a lavorare insieme durante l’ultima pre-season, e i risultati si stanno vedendo. “Lavoriamo su molti aspetti – ha detto alla radio dell’ATP -, mi piace poter dire che sto cercando di farlo venire a rete più spesso. Cerchiamo di lavorare sull’aggressività, sul rovescio e il servizio”. La vittoria su Medvedev, che ha sconfitto dopo essere stato in svantaggio 4-6 1-4, fa emergere anche una convinzione che non sempre ha accompagnato il bulgaro. Campione alle Nitto ATP Finals nel 2017, spesso ondivago nel suo rendimento in carriera, sta riscoprendo energia positiva e un approccio semplice. Contro un Norrie solido, preciso e veloce in ogni zona del campo, non è bastato. (401)