da supertennic.tv
“E’ stato speciale, un match incredibile amico mio”. Un’ora dopo la vittoria, Jannik Sinner scrive così su Twitter a Gael Monfils. L’ha battuto 7-6(1) 6-2 4-6 4-6 6-4 al termine di cinque set senza mezze misure, poi i due si sono stretti la mano e abbracciati. Uno scambio amichevole, tutto sorrisi e pacche sul petto. Perché i grandi animali da palcoscenico quando ne vedono un altro della stessa specie lo riconoscono subito.
Monfils, performer di razza che nel 2016 mandò in confusione qui perfino Novak Djokovic con una partita tutta giocata sull’apparente casualità delle accelerazioni, ha avuto quasi tutti i 14 mila spettatori del Louis Armstrong dalla sua.
Ma non è bastato per fermare Jannik Sinner, che nel suo terzo ottavo di finale Slam incontrerà Alexander Zverev che da Tokyo in poi quest’anno sui grandi palcoscenici ha fatto meglio di tutti. Eppure, se Jack Sock non si fosse ritirato per un infortunio alla gamba sotto 3-6 6-2 6-3 2-1, il match avrebbe potuto prendere una piega diversa. “Nel primo set, Jack ha tirato tremila vincenti e non ha sbagliato mai – ha detto Zverev -, se avesse continuato così la partita sarebbe finita in meno di due ore e ora starei programmando una vacanza nel sud della Francia per la prossima settimana”.
A New York, Sinner aveva giocato con il pubblico solo un big match in precedenza, il suo esordio in uno Slam contro Stan Wawrinka. In questo suo primo major tra le prime 16 teste di serie, si dimostra pienamente all’altezza del ruolo anche in una sfida diversa dal passato.
Sinner, per una volta non dalla parte del più amato, uscito per un giorno dal ruolo dell’underdog da sostenere, interpreta il suo ruolo con la consueta freddezza esteriore. L’emozione si trattiene, stretta dentro una corazza di convinzione che regge per due set.
Il secondo sembra anche troppo facile, e se le cose contro LaMonf sembrano facili, stai per scoprire il trucco. Infatti, nel terzo la scena cambia. Monfils abbandona il gioco ombroso dei primi due set, sfodera un tennis scintillante e colorato come i suoi pantaloncini giallo fluo.
That was special, @Gael_Monfils , incredible match my friend ???????????? pic.twitter.com/pzsp2DWFuz
— Jannik Sinner (@janniksin) September 4, 2021
Sinner riesce a non farsi influenzare troppo dai boati del pubblico che vuole lo show. Se la prende più con se stesso perché lascia che il vantaggio costruito all’inizio del quarto set si perda. L’altoatesino gioca i quattro migliori della partita, una sintesi del futuro da top player che può attenderlo.
Poi però il futuro intuito lascia spazio alla consapevolezza dei vent’anni, alla presa di coscienza che sia solo una promessa. L’azzurro perde sei game di fila e così il set, esce dal campo tirando pugni nel corridoio. Si sfoga, si raffredda, torna in campo e dà battaglia.Lorem ipsum
La corrida è al suo apice, Sinner col suo cappellino giallo si dimostra a suo agio nella parte del torero che sfida la paura imparando a non mostrarla. Conosce ancora l’ultimo batticuore, ma si sente ad ogni passo più sicuro anche se intorno c’è solo rumore.
E alla fine si gode una di quelle vittorie che lasciano il segno, che definiscono i momenti di non ritorno. “Mi piace giocare 3 su 5, anche se sarebbe stato meglio chiudere un po’ prima” scherza nell’intervista a caldo.
“Ci sono momenti difficili che bisogna cercare di superare, e sono contento di essere riuscito a tirare fuori il tennis migliore quando contava” aggiunge. Riccardo Piatti e Andrea Volpini non possono nascondere l’orgoglio.
Ha ancora un’ultima emozione da regalare, Jannik. “L’atmosfera era davvero pazzesca, grazie mille”, conclude per celebrare il suo terzo ottavo Slam in carriera, il primo a New York. Evidentemente, a giudicare il suo successivo messaggio sui social, non di velata ironia si trattava. Ma della confessione di un uomo da palcoscenico che nei ruoli da protagonista si trova sempre meglio. (340)