da www.supertennis.tv
Londra – Vincere quando sei favorito non è mai semplice. Ed è stato quello che fin qui a Wimbledon ha fatto Matteo Berrettini, primo azzurro approdato al penultimo atto ai “The Championships”, 61 anni dopo Nicola Pietrangeli, che nel 1960 venne poi stoppato da Rod Laver.
Nella semifinale della parte bassa del tabellone del terzo Slam del 2021, in corso sui campi in erba dell’All England Club, il 25enne romano, n.9 del ranking e 7 del seeding, troverà dall’altra parte della rete un altro avversario – sulla carta e per classifica – alla sua portata, il polacco Hubert Hurkacz, n.18 del ranking e 14 del seeding, alla terza presenza a Wimbledon dove per la prima volta è approdato al penultimo atto. Uno pari il bilancio dei precedenti con Matteo a segno al secondo turno delle qualificazioni degli Australian Open del 2018 ed il 24enne di Wroclaw vincitore al primo turno del Masters 1000 di Miami nel 2019. Entrambi hanno lasciato per strada due set: Berrettini con Pela all’esordio e con l’amico Auger Aliassime nei quarti: Hurkacz con Medvedev negli ottavi. Quella di Wimbledon è la seconda semifinale in carriera in un Major per Matteo dopo quella raggiunta agli Us Open del 2019, stoppato poi da Nadal.
E’ la prima invece per Hubert, che nei quarti ha superato in tre set (con “bagel” finale) Roger Federer, il suo idolo da sempre: “All’inizio del match ero un po’ nervoso ma ho cercato di restare tranquillo e di pensare solo al mio gioco, non a chi c’era dall’altra parte della rete. Ed ha funzionato”. Tre anni fa Hurkacz ha scelto di diventare vegano e ha dichiarato che la scelta di questo regime alimentare – che non comprende nessun alimento di origine animale, basandosi sul consumo di cereali, legumi, verdura e frutta, sia fresca che secca, oli vegetali, bevande vegetali, semi – lo ha aiutato molto. Anche se confessa una grande passione per il gelato….
Ha iniziato l’anno da numero 35 il polacco: da lunedì, male che vada, sarà numero 11, naturalmente best ranking. In questa stagione ha già vinto due titoli: a Delray Beach, a gennaio (battendo) e soprattutto il Masters 1000 di Miami ad aprile (primo polacco a segno nella categoria di tornei seconda solo agli Slam), superando in finale Jannik Sinner e mantenendo immacolato il suo ruolino di marcia nelle sfide per il titolo (ne ha vinte 3 su 3: oltre alle due già citate c’è quella di Winston-Salem nel 2019). Proprio dopo il trionfo in Florida, però, Hubert ha perso sei delle sette partite disputate: solo a Monte-Carlo ha passato un turno (battendo Fabbiano e non trovando nemmeno un giornalista ad attenderlo in conferenza stampa, lui che aveva appena trionfato a Miami…) mentre è uscito subito di scena a Madrid, Roma, Parigi, Stoccarda ed Halle. Nato in una famiglia di sportivi (la madre è stata una promessa giovanile, gli zii giocavano, il nonno è stato un ottimo pallavolista), ha iniziato a giocare a 5 anni. Ha riportato la Polonia nella geografia che conta del tennis maschile: quando vinse il suo primo trofeo ATP a Winston-Salem 2019, erano passati 37 anni dall’ultimo titolo di un polacco (Fibak: Chicago 1982). E’ molto orgoglioso delle sue origini ed ha mantenuto la residenza a Wroclaw nonostante trascorra diversi mesi in Florida. (490)