A.Mastroluca per supertennis.tv
Risultato : J.Sinner b. A.Bublik 76 64
Miami – Jannik Sinner raggiunge la prima semifinale di un Masters 1000 a Miami come avvenne a Federer e Nadal. E’ il sesto italiano nella storia ad arrivare così avanti in un torneo di questo livello e il più giovane in assoluto. Alexander Bublik a fine match si congratula così: “Non sei umano. Dimostri 15 anni e giochi in questo modo…”.
“Però tu non sei umano” dice Jannik Sinner ad Alexander Bublik salutandolo sottorete alla fine del loro pirotecnico match. “Cosa? – gli risponde il kazako – Quello non umano sei tu. Dimostri quindici anni e poi giochi in questo modo. Bravo, ottimo lavoro“.
Questo lo scambio sotto rete a fine partita tra due fenomeni alla fine del primo quarto di finale di Miami. Un momento magico nella magia di una partita dove si è visto di tutto, missili e tocchi vellutati, incantesimi e capriole, vette e precipizi, fisici e mentali. Un confronto spettacolare e bellissimo coronato dall’emozione di poter esultare: il fenomeno vincente ce lo abbiamo noi. Jannik Sinner, a soli 19 anni, è il secondo italiano di sempre in semifinale a Miami (Fabio Fognini che ci arrivò nel 2017 perdendo contro Rafa Nadal). Come Rafa Nadal nel 2005 (a 19 anni e 9 mesi), e come Roger Federer nel 2002, Sinner centra la sua prima semifinale in carriera in un Masters 1000 nel torneo della Florida. Un appuntamento che ha una tradizione di successo per i giovani predestinati.
Sinner infatti è l’ottavo teenager a centrare la semifinale a Miami nei 36 anni di storia del torneo. Il gruppo è di assoluto livello. Cinque dei precedenti sette, infatti, sono poi arrivati al numero 1 del mondo: Andre Agassi campione nel 1990, Lleyton Hewitt semifinalista nel 2000, Nadal finalista nel 2005, Novak Djokovic vincitore nel 2007, Andy Murray semifinalista nello stesso anno. Gli unici due del gruppo che ancora non sono arrivati in vetta al ranking sono i due canadesi Felix Auger-Aliassime e Denis Shapovalov, sconfitti in semifinale nel 2019. Contro Bublik, Sinner ha dovuto fronteggiare una prima di servizio da sotto, una risposta di dritto a quasi 170 km/h e a un’altra stile SABR: un attacco in controtempo contro il servizio. Il kazako ha giocato un gran bel match, mettendo in campo tutto il suo arsenale di colpi vario e spesso fuori dal comune. Una selezione inusuale con cui confrontarsi, ancor di più per un giovane come Sinner che pure lo aveva affrontato e battuto a Dubai due settimane fa.
Sinner ha vinto due punti in più negli scambi brevi, 53 contro 51, e chiuso la partita con 28 vincenti di dritto. Ma soprattutto ha vinto da giocatore, con una testa da campione. Ha alzato il livello di gioco quando contava di più, disinnescando le trappole dell’avversario nel tiebreak in cui si è trovato sotto 4-1. Nel secondo, ha perso per primo il servizio ma dallo 0-3 ha di nuovo cambiato marcia. Ha scelto i suoi colpi con accuratezza, per togliere Bublik dalle zone del campo in cui manovra con più agio. Ha saputo portare il match in un luogo e in una dimensione a lui più congeniale. Bublik, che passa per il “matto” del circuito, con quell’ammissione a fine partita gli ha espresso ammirazione sincera, quella di un giocatore cerebrale che del tennis conosce trucchi e sottigliezze. Quel matto lo conosce, verrebbe da dire con Lucio Battisti, perché in un certo senso ha detto una cosa vera. La freddezza di Sinner non sembra “umana” a 19 anni, quando il numero di esperienze non può che essere limitato. Ma come i grandi campioni, i Federer e i Nadal ad esempio, quella di Jannik per il tennis è una passione quasi maniacale, totalizzante. Un’attività che lo diverte e non gli pesa. Chiunque ne abbia una, che sia lo sport o la scrittura o la musica o la fotografia, può comprenderlo.
Può capire perché dopo le sue partite Jannik si ferma a guardare quelle degli altri. Perché passioni così sono parte di te ed è naturale alimentarle, senza che questo diventi un peso o soltanto un dovere. E allora puoi imparare anche solo facendoti narrare la storia dagli occhi, e tirar fuori una calma fredda dentro una partita cangiante. Un match come non ne hai mai giocati prima.
“Continuava a cambiare strategia, non mi ero mai trovato in una partita simile – ha ammesso a Tennis Channel -. Ho cercato di rimanere lì, di restare dentro la partita. Sono molto felice di come ho giocato, perché contro Bublik non è facile mantenere la concentrazione. Infatti, quando pensi che stai giocando bene, fa qualcosa che ti toglie completamente ritmo. E’ strano, perché ha una mano incredibile, penso sia uno dei giocatori con più talento nel circuito. Con quelle mani può fare quello che vuole”.
La vittoria su Bublik mette Sinner in un altro gruppo ristretto di privilegiati. Diventa infatti il sesto italiano in una semifinale di un Masters 1000. Il primo ad arrivarci fu Andrea Gaudenzi, oggi presidente dell’ATP, a Montecarlo nel 1995 quando litigò con l’amico Thomas Muster perché convinto che avesse esagerato un malore. Ma dopo la partita l’austriaco va in ospedale, totalmente disidratato. Vincerà comunque la finale.
Indimenticabile la semifinale di Filippo Volandri agli Internazionali BNL d’Italia del 2007, l’anno in cui fece innamorare i tifosi del Foro Italico battendo Roger Federer. Nel 2008 è Andreas Seppi a firmare il miglior risultato azzurro nei Masters 1000, la semifinale di Amburgo.
Fognini è il primo italiano ad averlo vinto un Masters 1000, nel 2019 a Montecarlo dove si era fermato in semifinale nel 2013. E con la semifinale di Miami del 2017 è anche il primo italiano ad averne giocata una sul duro in questa categoria di tornei. Seguirà quella di Matteo Berrettini a Shanghai nel 2019.
L’impresa di Sinner trova la ciliegina sulla torta di poter approfittare di un altro exploit, quello dello spagnolo Roberto Bautista Agut, n.12 del mondo, che approfitta di un Daniil Medvedev non al massimo sul piano fisico per mandarlo al tappeto in due set, un netto 6-4 6-2 in un’ora e 32 minuti.
Il n.2 del mondo si era salvato dal k.o per crampi contro l’australiano Popyrin e, con le gambe coperte di cerotti elastici, era riuscito a domare lo statunitense Tiafoe. La regolarità e l’esperienza di Bautista Agut, che a 32 anni è il giocatore più anziano in gara, hanno completato l’opera di demolizione del russo.
Per Sinner dunque in semifinale, domani, ci sarà l’opportunità di affrontare un avversario difficile ma già battuto due settimane fa a Dubai, sia pure dopo una battaglia durissima, chiusa 6-4 3-6 7-5. (774)