G. Strocchi per supertennis.tv
Melbourne – Il “professor” Australian Open prosegue nell’appello e a rispondere “presente”, con convinzione, sono nel Day 2 a Melbourne – per quanto riguarda il torneo maschile riservata agli incontri della parte bassa del tabellone – Rafael Nadal e i russi Daniil Medvedev e Andrey Rublev, tutti vittoriosi in tre set al debutto.
Proprio l’ingresso in scena dello spagnolo era il match più atteso della seconda giornata agli Australian Open. E non solo perché il maiorchino, numero 2 del mondo, dopo la finale del 2019 – la quinta per lui a Melbourne Park, dove ha trionfato nel 2009 facendo piangere Roger Federer dopo la sconfitta in cinque set – è sulla carta il principale antagonista di Novak Djokovic, che insegue il nono titolo su questi campi.
(2) Rafael Nadal b. Laslo Djere 63 64 61
ul mancino di Manacor, a 17 anni dalla sua prima volta Down Under – nell’edizione 2004, allora 17enne, raggiunse il terzo turno, fermato dal beniamino di casa Lleyton Hewitt per 76(2) 76(5) 62 -, erano puntati tanti occhi soprattutto per verificare le sue condizioni fisiche: dopo le due settimane di quarantena ad Adelaide un problema muscolare alla parte bassa della schiena lo ha infatti costretto a fare da spettatore per l’intera ATP Cup e lo stesso Rafa non più tardi di domenica ha detto che continua a sentire qualche fastidio e non riesce a giocare in maniera sciolta, come vorrebbe.
Dall’altra parte della rete, sul palcoscenico della Rod Laver Arena riservato ai campioni, Nadal ha trovato proprio un connazionale del numero 1 del mondo, il serbo Laslo Djere, numero 56 del ranking, mai affrontato prima in carriera. Ha usato tutte le cautele del caso Rafa, che dopo il trionfo numero 13 al Roland Garros condivide con Federer il record di titoli Major in bacheca (20), per gestire senza rischi la situazione in quello che era comunque un check-up importante prima di tutto per lui, abituato a convivere con i malanni fisici ma in cerca di risposte: 63 64 61, in un’ora e 51 minuti, il responso del campo così da superare il 25enne nato a Senta, alla quarta partecipazione al main draw australiano dove non ha fin qui superato un turno.
(4) Daniil Medvedev b. Vasek Pospisil 62 62 64
Convincente è stato pure l’esordio dell’altro principale osservato speciale di giornata, vale a dire il russo Daniil Medvedev, numero 4 della classifica mondiale e del seeding, opposto sulla Margaret Court Arena al canadese Vasek Pospisil, numero 61 ATP. Il 24enne di Mosca, dopo le affermazioni nel 2019 nel “1000” di Shanghai e lo scorso autunno a Vienna sul 30enne di Vernon che invece lo aveva battuto sempre lo scorso anno a Rotterdam, nel rispetto del pronostico ha colto il terzo successo su quattro incroci imponendosi per 62 62 64 in un’ora e 47 minuti di gioco.
Medvedev – negli ottavi nelle ultime due edizioni di questo torneo – arriva a questo appuntamento in grande fiducia: è stato praticamente ingiocabile in ATP Cup, conducendo insieme ad Andrey Rublev la Russia al trionfo e con il 64 62 rifilato a Matteo Berrettini in finale è arrivato a dieci successi di fila contro Top 10, e oggi ha allungato a 15 la striscia di partite consecutive vinte a cavallo delle due stagioni, comprese quelle che sono valse i trofei nel “1000” di Parigi-Bercy e alle ultime ATP Finals a Londra. Insomma, i tifosi russi possono sperare che un loro portacolori possa giungere in fondo sui campi dove l’ultimo trionfo russo porta la firma di Marat Safin nel 2005.
(7) Andrey Rublev b. Yannick Hanfmann 63 63 64
In campo per il debutto nello Slam australiano anche l’altra metà del “mostro a due teste” russo, come è stata ribattezzata la corazzata vincitrice della seconda edizione della competizione a squadre, ovvero Andrey Rublev. Il 23enne di Mosca, numero 8 del ranking e settima testa di serie, sulla John Cain Arena non ha avuto problemi di sorta nel regolare 63 63 64, in poco meno di un’ora e tre quarti, il tedesco Yannick Hanfmann, numero 102 ATP, mai incontrato in precedenza.
Il 28enne di Karlsruhe, all’esordio assoluto nel tabellone principale di questo torneo dopo due tentativi nelle qualificazioni (2018 e 2020) finiti entrambi al secondo turno, non poteva rappresentare un esame troppo probante, però è chiaro che il giocatore allenato da Fernando Vicente, l’unico capace di conquistare cinque titoli nel 2020, nel suo percorso di crescita punta a fare meglio degli ottavi di dodici mesi fa, il migliori risultato fin qui in cinque partecipazioni, e si candida al ruolo di outsider.
“Non so se si può dire che sto giocando il miglior tennis della mia vita, ma di sicuro oggi ho giocato bene sapendo mantenere un alto livello di gioco – ha commentato Rublev, visibilmente soddisfatto – Sono riuscito a prendere il controllo della partita quasi subito e a chiuderla in tre set. Per questo sono assai contento”.
Qualcosa di più sulle sue ambizioni si potrà capire giovedì, quando dall’altra parte della rete troverà il mancino brasiliano Thiago Monteiro, numero 74 ATP (suo best ranking eguagliato) dopo la semifinale al ‘Great Ocean Road Open’. (522)