A. Mastroluca per www.supertennis.tv
(Foto USTA e P.Boren)
L’ex n.1 del mondo ha rischiato di perdere con la 18enne Marta Kostyuk, una partita che sembrava già vinta nel secondo set e quasi compromessa all’inizio del terzo. Kvitova supera Jessica Pegula,
Kerber non dà scampo alla sorpresa Ann Li. Brady elimina Garcia
Prima in testa, poi a un passo dalla vittoria. Nel giro di pochi minuti sotto 1-2 nel terzo set e 0-40 sul proprio servizio, a un passo da un baratro pericolosissimo: questo il pomeriggio newyorkese di Naomi Osaka, la tennista più pagata del mondo. E una delle più forti, considerato che è n.9 nel ranking ma è stata anche n.1.
Il problema è che, quando è dentro al campo, non sembra avere quella lucidità nella lettura della situazioni che esprime con sensibilità quando si tratta di schierarsi, fuori dal campo, su delicate questioni socio-politiche (vedi la sua mascherina a tema anti-razzista). La giapponese ha infatti sostanzialmente “fatto a botte” contro la giovanissima ucraina Marta Kostyuk, talento promettentissimo che esprime un tennis simile al suo. Un tennis nel quale vince chi tira più forte, un colpo dopo l’altro come in un video game, dove non è possibile distinguere una “ratio” nelle giocate, perché anche la palla più facile, con il campo aperto, viene sparata come si trattasse di trapassare l’avversaria, non solo di prendersi un punto.
Così spesso quella palla finisce inutilmente fuori, come è successo nel finale secondo set quando Osaka, vincitrice 6-3 nella sfida a sberloni della prima frazione, ha avuto sulla racchetta un comodo passante da dirigere dritto per dritto, sul lungolinea, per chiudere virtualmente la contesa. Lei l’ha sparato, dritto per dritto, lungo di un bel mezzo metro e si è trovata nel giro di due minuti al tie-break. E l’ha pure perso. Così la ragazzina ucraina, terribile e talentosa, votata come lei a spaccare la palla ad ogni impatto e pronta a urlare di disperazione ogni volta che sbaglia (giocando così, tante volte), ha ripreso coraggio. E mostrato perché un tecnico e manager saggio come Ivan Ljubicic l’abbia voluta nella sua scuderia. A furia di ace e pazze accelerazioni è andata in vantaggio 2-1 e 0-40 sul servizio Osaka. Lì probabilmente un pensiero ha attraversato lo sguardo impassibile della giapponese: non poteva perdere così. Ha tenuto duro, servito due servizi rabbiosi, lottato per non perdere il game e quando ci è riuscita la povera 18enne Marta si è sciolta. In un attimo è finita davvero una partita già conclusa tempo prima: 6-2 6-7 (4) 6-2 il punteggio dopo 2 ore e 33 minuti. Marta Kostyuk, 18 anni, la più giovane nella parte alta del tabellone, sfidava per la prima volta in carriera Naomi Osaka, testa di serie numero 4. Numero 137 del mondo, la teenager ucraina aveva eliminato Daria Kasatkina e ha sorpreso Anastasija Sevastova, centrando la quarta vittoria in carriera su una top 50, la prima dal 2018. Osaka, che aveva sconfitto Misaki Doi nel suo primo derby in uno Slam e Camila Giorgi, non perde da un’avversaria fuori dalle prime 130 del mondo dallo US Open del 2017 (sconfitta da Kaia Kanepi, allora numero 418 del mondo).In palio un ottavo di finale con Anett Kontaveit, testa di serie numero 14, che ha sconfitto 63 62 la polacca Magda Linette, numero 24 del seeding, tornando negli ottavi dello US Open per la prima volta dal 2015. Non è stato un gran match. L’estone, finalista a Palermo, ha chiuso con 14 vincenti e 12 errori, la polacca ha commesso 4 doppi falli e 25 gratuiti. La scorsa settimana, sempre sull’Arthur Ashe, nei quarti del Premier 5 che avrebbe dovuto giocarsi a Cincinnati, Kontaveit ha spinto Osaka al limite, perdendo solo 7-5 al terzo. La giapponese avrebbe poi annunciato il forfait dalla semifinale, rientrato dopo il rinvio dell’intera giornata, deciso a sostegno delle proteste contro la violenza a sfondo razziale.
Petra Kvitova centra il ventesimo ottavo di finale in un major. Testa di serie numero 6, ha sconfitto 64 63 Jessica Pegula che in uno Slam non aveva mai vinto due partite di fila prima di questo torneo. La ceca non ha ancora perso un set in questo US Open, l’unico major in cui non abbia ancora giocato nemmeno una semifinale. Pegula, figlia del proprietario di squadre di Buffalo, i Bills (football) e i Sabres (hockey) inseguiva la quarta vittoria contro una top 20. “Non l’avevo mai incontrata, aveva giocato belle partite qui. Ha lottato fino alla fine, ho cercato di venire più spesso avanti” ha detto Kvitova, che ha vinto 15 punti su 18 discese a rete. La ceca, testa di serie negli ultimi 37 Slam giocati, affronterà Shelby Rogers che ha superato 62 64 Madison Brengle autrice di una delle vittorie più sorprendenti del torneo, contro la testa di serie numero 19, Dayana Yastremska, al secondo turno.
L’unico precedente l’ha vinto la statunitense, al Roland Garros del 2016, 60 67 60.Petra Kvitova non ha ancora perso un set in questo US Open. Questo è l’unico Slam in cui non sia ancora mai arrivata in semifinale. Angelique Kerber, una delle sei ex campionesse dello US Open al via di questa edizione, ha fatto un sol boccone (6-3 6-4) della sorpresa del torneo, Ann Li. Al suo secondo Slam, la numero 128 del mondo aveva battuto la testa di serie numero 13, Alison Riske, 6-0 6-3. Punteggio che certo non è passato inosservato per la sua prima vittoria in carriera contro una top 20.La tedesca, che nel 2016 vincendo il titolo è diventata la 22ma numero 1 del mondo dal 1973 e la seconda tedesca dopo Steffi Graf, aveva perso solo tre volte contro giocatrici non comprese tra le prime 50 negli Slam. E ha mantenuto viva la tradizione vincente.
Kerber affronterà negli ottavi Jennifer Brady, testa di serie numero 28, che ha superato con un doppio 6-3 Caroline Garcia. Brady e Garcia si sfidavano per la settima volta: la statunitense è passata avanti 4-3 era il bilancio nei precedenti. Brady, numero 28 del mondo, ha sempre vinto sul duro contro la francese. Garcia, invece, su questa superficie l’ha sconfitta solo a Indian Wells 2018. La francese, scesa al numero 50, aveva trascorso il periodo di isolamento durante il lockdown all’Accademia di Rafa Nadal a Manacor, dove si è allenata anche con Gabriel Urpi, ex coach tra le altre di Flavia Pennetta.
Al secondo turno, aveva entusiasmato non dando alcuna chance alla testa di serie numero 1 Karolina Pliskova, con un tennis esplosivo e una convinzione che hanno positivamente impressionato Julien Benneteau, capitano della nazionale francese di Fed Cup. Grazie a quel successo, il terzo in 25 partite contro una top 3, era tornata al terzo turno a New York per il quinto anno di fila. Non era mai andata oltre e anche questa volta lì si è fermata anche perché Jennifer Brady, 25 anni di Harrisburg, Pennsylvania, è sembrata di nuovo quella che aveva dominato il torneo Wta di Lexington, il primo sui campi duri statunitensi dopo il lockdown.
Tira davvero forte ma lo fa a ragion veduta: se mantiene questo livello può essere pericolosa per tutte. Petra Martic, ottava testa di serie, non si è fatta sorprendere da Varvara Gracheva. La croata si è imposta 6-3 6-3 e ha così raggiunto il quarto turno allo US Open per il secondo anno di fila. La croata aveva vinto in due set a Praga, sul rosso. Contro la ventenne russa, n.109 del mondo, si è concessa un bis, nonostante la buona forma della giovane avversaria che aveva completato una rimonta quasi impossibile contro la francese Kiki Mladenovic da sotto 6-1 5-1, raggiungendo così per la prima volta il terzo turno di uno Slam. La Martic incontrerà negli ottavi Yulia Putintseva, l’ultima kazaka in tabellone, che ha superato la bielorussa Aliaksandra Sasnovich 3-6 6-2 6-1. Putintseva, che era avanti 2-0 negli scontri diretti, ha conquistato così il suo secondo ottavo di finale in un majo (579)