Gianluca Strocchi per www.supertennis.tv
(Foto USTA e P.Boren)
Djokovic supera in 4 set Edmund cogliendo il 25° successo stagionale. Zverev doma Nakashima, classe 2001 americano primo teenager nel ranking dopo Sinner, mentre Tsitsipas rispetta il pronostico con Cressy. Al terzo turno anche Goffin e Shapovalov
Attenti a quei tre. Novak Djokovic, Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas, rispettivamente numeri 1, 4 e 5 del seeding, erano gli osservati speciali della terza giornata di incontri agli US Open, secondo Slam di una stagione martoriata dalla pandemia, in corso sui campi di Flushing Meadows. Nel Day 3, dedicato appunto alle partite di secondo turno della parte alta del tabellone, hanno risposto tutti presente: il serbo numero 1 del mondo e il tedesco, con affermazioni in quattro set, mentre il greco nella notte italiana ha rispettato il pronostico chiudendo in tre set la pratica Cressy.
Edmund cede a Djokovic: imbattuto nel 2020
Inarrestabile. Non può essere definito altrimenti Novak Djokovic, che prosegue nel suo 2020 senza macchia superando in 4 set Kyle Edmund, numero 44 Atp. Sull’Arthur Ashe Stadium, nel testa a testa fra i due vincitori di titoli Atp quest’anno nella Grande Mela, visto che il britannico ha fatto centro al “New York Open” in febbraio e il numero uno del mondo qualche giorno fa ha conquistato su questi stessi campi il 35esimo trofeo Masters 1000 (eguagliando il record di Rafa Nadal), il “Western and Southern Open”, quest’anno causa pandemia spostato nella ‘bolla’, il serbo ha vinto con il punteggio di 67 (5) 63 64 62, in 3 ore e 13 minuti di gioco. Si tratta della vittoria numero 25 in questa stagione, nella quale il 33enne di Belgrado rimane imbattuto. Al 25enne nato a Johannesburg, che nei sei precedenti confronti diretti era riuscito pure a infliggere una sconfitta a Djokovic, nel 2018 sulla terra battuta del “Mutua Madrid Open”, non è bastato neppure partire a mille e riuscire nell’impresa di aggiudicarsi il primo set per togliere sicurezza al rivale. Il quale, confermando una volta di più la sua solidità e forza mentale, ha preso man mano le misure ad Edmund, alzando il livello nel momento chiave. In sostanza Nole, anche se in questi giorni è finito sotto i riflettori non solo per i successi sportivi ma anche per essere il leader della nuova associazione giocatori che rischia di spaccare il tour e i suoi protagonisti, è andato in crescendo mentre di converso il giocatore allenato da Franco Davin man mano si spegneva, anche vedendo che i suoi sforzi erano inutili.
“Contento di come funziona il servizio”
Il numero 1 del mondo è stato assai efficace al servizio, fondamentale che ogni tanto lo tradiva, con il 67% di prime in campo e ben 16 ace (7 per Edmund), così da incrementare a 29-0 il suo bilancio nei primi due round degli US Open. A festeggiare con lui il successo, a distanza, collegati via Skype, la moglie Jelena, il fratello e il preparatore atletico. “Per un set e mezzo è stata molto dura,visto che Kyle ha giocato ad altissimo livello, aggressivo, e non solo con servizio e dritto, le due sue principali armi, anche il rovescio funzionava a dovere. Quindi mi sono detto di rimanere concentrato e continuare a giocare il mio tennis con intensità, poi sono cresciuto e sono riuscito a trovare le giuste contromisure. Sono contento per come ho battuto per tutto il match”, ha spiegato a caldo il serbo, inviando anche gli auguri alla figlioletta Tara che oggi compie 3 anni. Sulla sua strada ora Djokovic troverà il tedesco Jan-Lennard Struff, numero 29 Atp e 28esima testa di serie, già sconfitto in quattro occasioni in carriera, l’ultima delle quali la settimana scorsa nei quarti del “1000” di Cincinnati, su questi stessi campi. Difficile pensare che possa essere uno scoglio in grado di fermare chi ha messo nel mirino il poker nel Major statunitense (il serbo ha trionfato nel 2011, 2015 e 2018) dove insegue il 18° titolo dello Slam per ridurre il gap dai grandi rivali Roger Federer (20 Slam in bacheca) e Rafael Nadal (19).
Per oltre due ore e due set e mezzo il “Sinner a stelle e strisce”, sceso in campo sul Louis Armstrong Stadium senza alcun timore reverenziale (“Credo di avere il tennis per competere a questo livello”, il messaggio del ragazzo nato a San Diego dopo la vittoria su Paolo Lorenzi) ha in effetti retto il ritmo e la pesantezza di colpi del più quotato avversario, prima di pagare dazio alla sua giovane età e all’inesperienza a questi livelli, lui che è all’esordio in uno Slam. Nakashima, numero 223 Atp e in gara con una wild card concessagli dagli organizzatori (dodici mesi fa è stato semifinalista qui nel torneo Junior), ha ceduto per 75 67 (8) 63 61, in due ore e 55 minuti, ad Alexander Zverev, numero 7 della classifica mondiale e quinta testa di serie, ma ha mostrato qualità non da poco. L’americano con gli occhi a mandorla, che a inizio stagione ha raggiunto i quarti a Delray Beach, ha persino avuto un pizzico di sfortuna sul 4-4 0-30 quando la rottura di una corda ha provocato un errore che lo ha privato di una possibile palla break, per poi incappare sul 5-5 in un game disastroso con una serie di errori dal 40-0 in suo favore che consegnano il set all’avversario (parziale di 9 punti a 1 per il tedesco). Senza scomporsi Nakashima, seguito in tribuna dai coach Pat Cash e Dusan Vemic, serbo e amico di Djokovic (chissà se da Nole sarà arrivato qualche consiglio…), ha continuato a mulinare i suoi colpi – assai efficace il rovescio, in entrambe le direzioni – procurandosi dopo un’ora e mezza le prime chance di break, che erano anche set point. Occasioni mancate dal ragazzo che ha compiuto 19 anni il 3 agosto: anzi, Brandon non ha concretizzato altre 4 palle set nel tie-break (era avanti 5 a 0 e poi 6 a 3) prima di vederselo regalare da un doppio fallo di Zverev, alla settima opportunità. Sicuramente vizi di gioventù per lo statunitense, come il passaggio a vuoto che gli è costato lo strappo a metà terza frazione, vantaggio che ha restituito serenità a Sascha, costretto dalla gestione dell’emergenza sanitaria ad affrontare questo Major senza avere al fianco il padre e il nuovo coach David Ferrer (contatti quotidiani via web). Di sicuro è andato come un treno al servizio: 75% di prime in campo, con 24 ace a fronte di 10 doppi falli.
“Mi sono sentito meglio in campo nel match di primo turno, per cui adesso mi allenerò ancora, però l’importante è riuscire a trarre il massimo da quello che si ha quel giorno”, ha sentenziato a caldo Zverev, che al terzo turno incrocerà il francese Adriano Mannarino, 32esima testa di serie, in grado di stoppare in tre set lo yankee Jack Sock, impegnato in un complicato tentativo di risalita in classifica.
Tsitsipas bello di notte
Era americano anche l’avversario di Stefanos Tsitsipas, numero 6 del ranking mondiale e quarto favorito del seeding, che dopo aver letteralmente passeggiato con il mancino spagnolo Albert Ramos-Vinolas, numero 41 Atp, non ha sofferto più di tanto neppure contro Maxime Cressy, numero 168 Atp, nel match che chiudeva la sessione notturna sull’Arthur Ashe Stadium. Il 23enne nato a Parigi aveva centrato lunedì la prima affermazione nel circuito maggiore imponendosi in quattro set sullo slovacco Jozef Kovalik, numero 123 del ranking, e quindi aveva poco o nulla da perdere nella sfida con il 22enne di Atene, trionfatore delle ultime ATP Finals e reduce dalle semifinali nel “1000” che ha preceduto questo appuntamento: è finita 76(2) 63 64 per l’ellenico, che vanta ora un ruolino di marcia di 15 successi su 17 match disputati in questo anno così particolare, avendo messo in bacheca prima della sospensione del circuito il trofeo Open 13 Provence a Marsiglia ed essendo stato finalista a Dubai. Il livello di difficoltà per Tsitsipas salirà nel prossimo turno quando dovrà misurarsi con il croato Borna Coric, numero 32 del ranking e 27esima testa di serie, che ha impiegato 4 ore e 19 minuti per piegare la resistenza dell’argentino Juan Ignacio Londero, numero 62 Atp: 75 46 67(5) 62 63.
Sempre in 4 set ha staccato il pass per il terzo turno pure David Goffin, numero 10 Atp e settima testa di serie. Il belga, dopo aver disinnescato la pericolosa mina vagante Reilly Opelka, numero 35 Atp, ha concesso il bis contro il sudafricano Lloyd Harris, numero 95 del ranking, a caccia del suo primo terzo turno in uno Slam dopo aver eliminato al debutto Marco Cecchinato: 76(6) 46 61 64 lo score, in due ore e 53 minuti, per il 29enne di Rocourt, arrivato negli ottavi a New York nelle ultime tre edizioni. Prossimo ostacolo per Goffin sarà il serbo Filip Krajinovic, numero 26 Atp e del tabellone, che si è sbarazzato per 64 61 63 dell’americano Marcos Giron.
Discorso analogo, riguardo alle conferme, anche per Denis Shapovalov, numero 17 Atp e 14esima testa di serie, opposto al sud-coreano Soonwoo Kwon, numero 73 della classifica mondiale: anche il Next Gen canadese, capace di spingersi fino ai quarti di finale di questo torneo nel 2017, l’ha spuntata in quattro set, con il punteggio di 67(5) 64 64 62 rispettando la tradizione che lo ha visto raggiungere almeno il terzo turno nelle sue tre precedenti partecipazioni a Flushing Meadows. Venerdì il mancino dovrà fare i conti con lo statunitense Taylor Fritz, numero 25 Atp e 19esima forza del seeding, che ha salvato l’onore della bandiera a stelle e strisce in una giornata avara di soddisfazioni per i padroni di casa (out Steve Johnson, Michael Mmoh, Mitchell Krueger e Jack Sock oltre a Nakashima e Cressy) dominando il francese Gilles Simon, battuto 75 63 62.
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