US OPEN : Caruso prima vittoria a New York, facile Berrettini, Sinner cede al quinto contro Kachanov

Tiziana Tricarico per www.supertennis.tv

(Foto USTa e  P.Boren)

Matteo Berrettini, sesta testa di serie, regola in tre set il giapponese Soeda mentre per Caruso è la prima vittoria nel main draw agli Us Open.

New York – Esordio convincente per Matteo Berrettini e “prima volta” per Salvatore Caruso agli Us Open 2020 (53.400.000 di montepremi), secondo Slam di una stagione stravolta dalla pandemia, in corso sui campi in cemento di Flushing Meadows, a New York. Escono a testa alta Sinner, che domina Khachanov per due set prima di infortunarsi, Seppi e Mager.

Nella notte italiana Berrettini, n.8 del ranking mondiale e sesta testa di serie, ha battuto per 76(5) 6164, in due ore di partita, il giapponese Go Soeda, n.119 ATP, mai affrontato prima in carriera. Il 24enne romano, alla terza presenza nel tabellone principale degli Us Open, dodici mesi fa ha raggiunto una splendida semifinale, fermato solo da Nadal, poi vincitore del titolo.

Matteo ha fatto un po’ fatica solo nel primo set con il 25enne di Kanagawa, alla terza partecipazione allo Slam statunitense (non ha mai vinto un match). Nel secondo game del match offre ben 4 palle-break ma le annulla e non ne concerà altre fino alla fine. Un piccolo brivido nel tie-break quando si trova indietro 5-3 prima di infilare quattro punti di fila e chiuderlo per 7 punti a 5. Seconda frazione senza storia dove il numero uno azzurro vola 5-0 e poi chiude 6-1. In avvio di terzo set Berrettini non sfrutta due palle break ma poi strappa la battuta al suo avversario nel nono game, archiviando la pratica in quello successivo.

Solita prestazione maiuscola di Berrettini al servizio: 18 ace, nessun doppio fallo, 64% di prime in campo con un eloquente 94% dei punti ottenuti. E non se l’è cavata affatto male nemmeno con la seconda, con la quale ha conquistato il 68% dei punti. Per lui anche 49 vincenti (contro 30 gratuiti).

Al prossimo turno – giovedì – Matteo troverà il francese Ugo Humbert, 22 anni, n.42 ATP, alla terza partecipazione nello Slam statunitense dove aveva raggiunto il secondo turno anche nel 2018. Il 22enne di Metz ha vinto l’unico precedente, disputato negli ottavi del challenger di Brest nel 2017.

Bravo anche Salvatore Caruso, per la prima volta nel main draw di New York (negli ultimi tre anni aveva preso parte alle qualificazioni senza però riuscire a superarle). Il 27enne palermitano, n.100 ATP, ha sconfitto 46 75 75 62, dopo una battaglia di tre ore e 20 minuti terminata all’alba italiana, l’australiano James Duckworth, n.84 ATP, alla sua quinta presenza (solo nel 2016 ha superato un turno).

Tra i due non ci sono precedenti. Un primo set perso con un break proprio al decimo gioco (6-4) non demoralizza il siciliano che continua a lottare su ogni punto come il suo solito ed incamera il secondo (combattutissimo) parziale ed il terzo con lo stesso punteggio (7-5), in entrambi i casi dopo aver annullato set-point. Poi nel quarto set dilaga: prende due break di vantaggio (3-0), ne restituisce uno ma poi chiude in scioltezza 6-2 dopo aver strappato di nuovo il servizio a Duckworth nel settimo gioco.

Prossimo ostacolo per “Salvo” – sempre giovedì – lo statunitense Ernesto Escobedo, n.185 ATP, in tabellone come “alternate”. Per il 24enne di Los Angeles è la quarta partecipazione: aveva superato un turno anche nel 2016. Uno pari il bilancio dei precedenti, entrambi sul cemento all’aperto e a livello challenger: al primo turno di Tiburon, nel 2016, vittoria in tre set dell’azzurro, negli ottavi di Tempe, nel 2017, successo in due set dello statunitense.

Più che una partita un surreale dramma in cinque atti. Esce al primo turno ma con tanta rabbia Jannik Sinner. Aveva un compito arduo l’altoatesino, ma per quasi due ore ha giocato da campione quale è prima che la “sfiga”, sotto forma prima di un infortunio alla schiena e poi di crampi, gli impedisse di portare a termine l’impresa. Il 19enne di Sesto Pusteria, n.74 ATP, ha ceduto 36 67(7) 62 60 76(4), dopo tre ore e tre quarti di battaglia, il russo Karen Khachanov, n.16 ATP ed undicesima testa di serie. Il 24enne moscovita, alla sua quarta presenza, vanta un terzo turno raggiunto nel 2018.

Si inizia con un’ora e mezza abbondante di ritardo causa pioggia. Ed è subito lotta nella prima sfida ufficiale tra i due (Jannik e Karen si sono però affrontati in esibizione lo scorso luglio a Berlino nei quarti del “Bett 1 Aces” su un campo sintetico nell’hangar dell’aeroporto dismesso di Tempelhof, con il campione delle ultime ATP Next Gen Finals che si è imposto 63 76 giocando un ottimo match e soprattutto un gran tie-break).

Sinner schizza avanti 3-0 – combattutissimi i primi due game con palle-break per entrambi – e nel quinto gioco annulla al suo avversario due chance per il contro-break salendo 4-1. Khachanov sembra un po’ arrugginito e troppo prima-di-servizio-dipendente ma Sinner non sbaglia quasi nulla e soprattutto vince nettamente il confronto dal lato del rovescio. E si assicura il primo set per 63.

Il russo si salva sia nel primo che nel terzo game della seconda frazione ma non sembra avere un progetto tattico troppo chiaro anche se il “body language” è migliore rispetto all’inizio. L’azzurro invece continua a seguire i suoi schemi. La partita diventa molto più equilibrata e nel dodicesimo game Khachanov si fa pericoloso con Sinner costretto ad annullare una palla-break che è anche un set-point (il diritto del 24enne moscovita finisce fuori di un paio di metri) prima di guadagnare il tie-break. Il russo sale 3-1, l’azzurro lo riagguanta e supera: Karen fallisce sul 6-5 un set-point (il secondo del parziale) con il servizio a disposizione, Jannik fa lo stesso sul 7-6 ma sul’8-7 Khachanov gli dà una mano e Sinner saluta con un urlo il tie-break vinto per 9 punti a 7.

Nel terzo gioco del terzo set Sinner cede la battuta per la prima volta nel match ed al cambio campo ecco arrivare il fisioterapista per trattare la schiena dell’altoatesino (fascia lombare destra) che negli ultimi scambi aveva palesato qualche difficoltà. Nel quinto gioco l’azzurro, che si muove decisamente con meno fluidità, evita il doppio break: nel settimo però l’impresa non gli riesce ed il russo allunga sul 5-2. Jannik non riesce a spingere con la gamba sinistra ed al cambio campo dice al suo angolo che stavolta si tratta di un crampo. Entra in campo di nuovo il fisioterapista ma è per la spalla destra di Khachanov…. Ad ogni modo il russo si aggiudica il parziale (6-2) dimezzando lo svantaggio.

Un Jannik dolorante perde il servizio anche in avvio di quarta frazione, poi non sfrutta una chance per il contro-break e cede di nuovo la battuta. Il russo non trova più alcuna resistenza e chiude 6-0 pareggiando il conto dei set.

Sinner torna a conquistare un game (dopo 9 persi di fila) all’inizio della frazione decisiva. Anche senza muoversi tira legnate da paura e riesce a contenere Khachanov che non ci capisce più nulla, distratto da una situazione sicuramente anomala. Nel settimo game Jannik si salva incredibilmente da 0-40 e sale 4-3. L’azzurro soffre, zoppica ma si aggrappa con grinta al tie-break decisivo ma il miracolo non gli riesce ed il russo chiude per 7 punti a 4.

Sinner, allenato da coach Riccardo Piatti (che non ha seguito il suo allievo nella “bolla”: a New York è presente Andrea Volpini), era alla sua seconda partecipazione al tabellone principale: lo scorso anno, dopo aver superato le qualificazioni, aveva impegnato seriamente Wawrinka al primo turno.

Nella notte italiana nulla da fare anche per Andreas Seppi e Gianluca Mager. Il veterano azzurro, numero 89 ATP, è stato sconfitto 46 63 64 75, dopo oltre tre ore di lotta, dallo statunitense Frances Tiafoe, n.82 ATP, che si era aggiudicato sempre in cinque set anche l’unico precedente, disputato al terzo turno degli Australian Open dello scorso anno. Il 36enne di Caldaro era alla diciassettesima avventura sul cemento di Flushing Meadows, dove per tre volte ha raggiunto il terzo turno: nel 2008, 2013 e 2015. Per il 22enne di Hyattsville è la sesta e non si è mai spinto oltre il secondo turno.

Lotta cinque set ma non basta il 25enne sanremese, alla sua “prima volta” nel main draw a New York (lo scorso anno aveva perso al primo turno delle qualificazioni). Il ligure, n.80 ATP, ha ceduto 64 64 67(6) 36 62, in due ore e 54 minuti di partita, al serbo Miomir Kecmanovic, 21 anni, n.47 ATP, alla sua seconda partecipazione allo Slam newyorkese (nel 2019 uscì al secondo turno).

RISULTATI

 

“US Open 2020”

Grand Slam

Flushing Meadows, New York, Usa

31 agosto – 13 settembre, 2020

$53.400.000 – cemento

 

SINGOLARE

Primo turno

Ricardas Berankis (LTU) b. Federico Gaio (ITA) 76(3) 46 64 64

Lloyd Harris (RSA) b. Marco Cecchinato (ITA) 64 75 62

Jordan Thompson (AUS) b. Stefano Travaglia (ITA) 63 64 36 62

(32) Adrian Mannarino (FRA) b. Lorenzo Sonego (ITA) 61 64 26 63

(wc) Brandon Nakashima (USA) b. Paolo Lorenzi (ITA) 63 62 76(3)

(6) Matteo Berrettini (ITA) b. Go Soeda (JPN) 76(5) 61 64

Salvatore Caruso (ITA) b. James Duckworth (AUS) 46 75 75 62

Frances Tiafoe (USA) b. Andreas Seppi (ITA) 46 64 64 75

Miomir Kecmanovic (SRB) b. Gianluca Mager (ITA) 64 64 67(6) 36 62

(11) Karen Khachanov (RUS) b. Jannik Sinner (ITA) 36 67(6) 62 60 76(4)

 

Secondo turno

(6) Matteo Berrettini (ITA) c. Ugo Humbert (FRA)

Salvatore Caruso (ITA) c. Ernesto Escobedo (USA) (397)

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