(Foto P. Boren)
A. Mastroluca per www.supertennis.tv
L’argentino batte per la quinta volta su cinque Ruud. Khachanov supera Bublik e affronterà Carreno Busta. Vincono Isner, Evans e Dimitrov
“Mi piace la nuova maglia, è diversa da tutto quello che il mio sponsor ha fatto finora”. Diego Schwartzman ha accolto così, con entusiasmo, la ventata di colori, un misto di azzurro, rosso, giallo in tinte pastello, che segna il suo ritorno in campo dopo il lockdown. Un look sorridente, dopo gli allenamenti duri e i 177 giorni di stop forzato. Un look che si accompagna a una bella vittoria contro Casper Ruud.
Entrambi puntavano a comandare da dietro non avendo un colpo con cui far la differenza di potenza. Il “Peque” è andato crescendo. Il 76 (2) 62 lo conferma. Ruud, primo norvegese vincitore di un torneo ATP, può conservare qualche rimpianto per un calo atletico e di attenzione. Ma non è un caso se, a tutti i livelli, ha perso cinque volte su cinque contro l’argentino.
Con la sua maglietta colorata, se sia “fina” o no lo lasciamo cantare al poeta dei piccolo grandi amori, sfiderà Reilly Opelka che gli è opposto per stile e centimetri ma affine per gusti.
Entrambi hanno dimostrato di non avere il tennis come unico orizzonte. L’argentino ha aiutato uuna fondazione benefica che si occupa di consegnare cibo e prodotti per l’igiene della persona a Buenos Aires con un’altra leggenda dello sport, la stella del basket Manu Ginobili.
Opelka ha rivelato al sito ATP un gusto variegato per la bellezza. Ha raccontato i suoi gusti ricercati in fatto di ristoranti, ad esempio. Gli piace la cucina italiana, a New York ha frequentato anche eventi di moda. e vorrebbe un giorno incontrare Anna Wintour, a cui si ispira la perfida Meryl Streep in versione diavolo che veste Prada. Collezionista fin da piccolo, è passato dalle figurine dell’NBA ai quadri d’arte moderna. ne ha acquistati sette, otto, ha detto. E in questa sua nuova passione ha coinvolto anche Tommy Paul, suo amico già dai tempi del circuito junior, che ha passato con lui la quarantena.
Karen Khachanov, il primo dei tre top-15 russi a scendere in campo al Western & Southern Open, non spprca tempo né energie. In meno di un’ora e mezza, nel suo primo match dopo 177 giorni a causa del COVID-19, supera 64 64 Alexander Bublik al Billie Jean King National Tennis Center di New York.
Nel suo ultimo torneo prima del lockdown, Khachanov aveva perso contro Novak Djokovic nei quarti a Dubai. A New York, ha controllato la partita con 7 ace e il 79% di punti con la prima, alzando il livello in risposta nei momenti decisivi dei due set.
Notevole, ad esempio, la mossa da scacchista contro un avversario dal tennis indecifrabile che lo porta a servire per il match: risposta più corta sull’attacco di Bublik che segue il servizio a rete e rovescio vincente. Khachanov affronterà lo spagnolo Pablo Carreno Busta, che in due set ha eliminato Dusan Lajovic (2-1 per lo spagnolo i precedenti).
Avanza anche il numero 1 di Gran Bretagna, Dan Evans, che firma la sesta vittoria stagionale contro un top 20. Battuto Andrej Rublev, che l’anno scorso in questo torneo, nella sede naturale di Cincinnati, aveva dominato Roger Federer in 62 minuti. Stavolta il russo fatica, sembra non respirare bene nei primi game lottati. Il primo set è tirato, scandito da sei break fra due giocatori che proteggono meglio la risposta del servizio e giocano a chi mette i piedi in campo per primo. Alla fine la spunta Evans, più continuo e solido da dietro nel terzo set. Chiude 7-5 3-6 6-2, una vittoria che lo proietta al secondo turno contro Milos Raonic. “Sarà una partita dura” dice dopo il match, “ma sarà probabilmente meno fisica”.
Avanza al secondo turno anche Grigor Dimitrov, vincitore del torneo nel 2017, che recupera un break di vantaggio nel primo set e poi veleggia verso il 63 64 contro il campione dell’ATP 250 di Auckland, Ugo Humbert. Affronterà Marton Fucsovics.
Dan Evans ha sconfitto Andrey Rublev al Western & Southern Open
Il match d’esordio avrebbe potuto risultare complesso per John Isner. Il numero 1 USA ha iniziato il percorso in singolare con Hubert Hurkacz, il polacco con cui gioca il torneo di doppio a New York. Insieme hanno battuto al primo turno i finalisti dell’Australian Open Max Purcell e Luke Saville. Il polacco dal tennis d’attacco raffinato e un po’ d’antan è allenato peraltro da quel Craig Boynton coach di Isner tra il 2009 e il 2012.
Ma in una sfida senza scambi lunghi, lo statunitense riesce comunque a vincere 75 64 e a regalarsi un colpo d’artista sul match point. Il numero 21 del mondo completa il successo infatti con una volée alta dorsale di rovescio, un colpo alla Federer. “Non mi viene proprio naturale” ha ammesso, “sono stato anche un po’ fortunato. Ma sono contento di aver vinto in due set”. Isner, diventato a Miami nel 2018 il più anziano vincitore di un Masters 1000, ha salutato “HG and Hobbs”, i bambini Hunter Grace e John Hobbs, cui ha dedicato la vittoria con la scritta e una faccina sorridente sull’obiettivo della telecamera.
Ha vinto anche David Goffin che ha voluto darsi un’illusione di normalità alla fine della partita. Ha salutato verso le tribune, come fanno i giocatori ringraziando il pubblico. Solo che stavolta c’erano solo i membri dello staff e una pletora di posti vuoti. “L’avevo visto fare a Murray ieri, e l’avevo trovato divertente così ho fatto lo stesso” ha detto il belga. Un tifoso, o meglio una tifosa, speciale da ringraziare c’era davvero. Anche Kim Clijsters, infatti, ha assistito alla vittoria del belga, che ha sconfitto per la quinta volta in cinque confronti Borna Coric. Il 76(6) 64 proietta la settima testa di serie al terzo turno contro Denis Shapovalov o Jan-Lennard Struff.
“E’ stata una battaglia tosta nel primo set, penso che quella sia stata la chiave perché nel secondo non ho perso mai il servizio” ha detto Goffin, come riporta il sito dell’ATP. “Le condizioni di gioco sono molto veloci, quando sei aggressivo e servi bene fa una grande differenza”.
L’aveva fatta all’esordio per Kevin Anderson che ha eliminato Kyle Edmund, a cui non erano mancate occasioni per ribaltare la partita. L’ha fatta per Stefanos Tsitsipas che ha lasciato quattro game al sudafricano. L’ha sconfitto 61 63, una vittoria molto più semplice di quella che aveva firmato in Canada due anni fa, in cui aveva salvato un match point. Da numero 123 del mondo, a 19 anni, divemtò il più giovane a battere quattro top 10 in uno stesso torneo, e il più precoce finalista in un mondo dai tempi di Novak Djokovic nel 2007.
“Sono stato sempre aggressivo, col servizio e con i colpi da fondo, e questo ha aiutato molto” ha detto alla ESPN. “Ho giocato un primo set eccellente, sono contento di aver mantenuto la stessa intensità per tutta la partita”. (299)