(Foto Patrick Boren)
da tennis.it
TENNIS – La sua quarantena la sta trascorrendo in Florida, a Boca Raton, e tra una seduta di pesi e una partita giocata insieme alla sua fidanzata Ajla Tomljanovic, Matteo Berrettini è tornato a parlare della sua situazione, ma soprattutto dei possibili scenari futuri del tennis mondiale. Questa pausa forzata naturalmente non è semplicissima da affrontare, specialmente se si pensa che adesso il circuito sarebbe stato nel pieno della stagione europea sulla terra rossa, eppure l’azzurro cerca di guardare avanti senza fare drammi.
“Fortunatamente – ha affermato Berrettini – qui in Florida ho la possibilità di potermi allenare con buona costanza. Abbiamo allestito una palestra artigianale e quando vogliamo giocare lo facciamo in una casa privata dove non abita nessuno. Certo pensare al ritorno in campo è difficile, penso che lo stop durerà ancora a lungo e la cosa più importante sarà riuscire a gestirsi al meglio. Ovviamente – ha proseguito l’attuale numero 8 del mondo – per il tennis è un po’ più facile rispetto ad altri sport, perché non c’è contatto tra i giocatori, ma ci sono i tanti spostamenti da un Paese all’altro e non si può riprendere se qualcuno potrà viaggiare e altri no. Bisognerà aspettare che la situazione si stabilizzi prima di capire se, come e quando si potrà giocare di nuovo”. Di sicuro Berrettini vorrebbe che si facesse con la gente sugli spalti. “Il bello del tennis è avere il pubblico, ma mi rendo conto che la situazione è quella che è. Se saremo chiamati a tornare a giocare senza spettatori lo faremo, non possiamo fare altro che adeguarci a quelle che saranno le decisioni dell’Atp”. Se poi il tennista azzurro dovesse scegliere un solo torneo da salvare, non avrebbe alcun dubbio. “Sicuramente gli Internazionali d’Italia, anche se dovessero essere spostati a Milano o Torino, non penso che sarebbe il finimondo se si dovesse decidere per il cambio di sede. Poi è chiaro che sarebbe bello giocare anche il Roland Garros e gli Us Open, ma non so se avrebbe senso salvare soltanto due o tre tornei in questo 2020. Magari – ha concluso Berrettini – ogni Paese potrebbe organizzare un mini-circuito al proprio interno per poi ripartire normalmente l’anno prossimo”. (700)