da supertennis.tv
Un Federer sovrastato. Non è immediato ammettere un concetto simile, ma la vittoria di oggi di Alexander Zverev sul giocatore più forte di sempre si riassume in questa immagine. E non è il punteggio, comunque netto, 6-3 6-7 6-3, a suggerire la lettura l’interpretazione del match. E’ proprio quello che si è visto in campo a impressionare, la sensazione della superiorità del giovane tedesco tornato ad esprimersi ai livelli che lo scorso anno gli avevano permesso di vincere le Atp Finals di Londra e di arrivare a n. 3 del mondo.
Quando Zverev serviva la “prima”, Federer non riusciva a rispondere. Oppure semplicemente opponeva la racchetta, spesso con il back di rovescio, si consegnava a un facile vincente dell’avversario.
Nello scambio la potenza e la profondità del vincitore degli Internazionali BNL d’Italia 2017 erano tali da impedirgli di prendere l’iniziativa. Anzi, si trovava spesso nella condizione di giocare di controbalzo pur di non perdere campo ma senza la spinta necessaria per “far male”.
Non era un Federer “minore”: è stato un Federer sovrastato. Ha provato a prendere la rete ma è stato regolarmente infilato. Si è difeso con onore nel punteggio proprio perché ha tenuto duro fino in fondo, ha chiesto tutto quello che poteva al suo servizio, ma non è stato abbastanza.
Alexander Zverev non è ancora riuscito a rompere il tabù degli Slam, dove ancora manca una sua prestazione degna del livello di gioco che riesce a esprimere quando, come oggi, è nel pieno della concentrazione. Quest’anno ha passato un periodo difficile: problemi con il suo manager, problemi di cuore.
Per un ragazzo di 22 anni non è sempre facile passare attraverso questo genere di vicende, anche se ci si trova al centro dell’attenzione mondiale appena diventati maggiorenni. Aveva vinto tutto da Junior, ha cominciato a vincere grandi titoli appena entrato nel circuito maggiore.
Basti ricordare che contro Federer aveva giocato già 6 volte con un bilancio di 3 vittorie a testa. Vedendolo già n.4 del mondo a fine 2017, tutti si aspettavano di vederlo in vetta oggi, dimenticando la statura impressionate dei tre mostri Federer, Nadal, Djokovic che comandano da oltre un quindicennio.
Il fatto che ancora “solo” n.6 del mondo è un normale passaggio di crescita di un nuovo “fenomeno”: altro che crisi, come diceva qualcuno.
Il fatto che, a un passo dal baratro, Federer sia riuscito ad annullare 5 match point consecutivi e ad allungare la partita al terzo set, esibendo giocate stratosferiche (vedi la demi volée di rovescio da urlo per fare il contro-break e andare 6-6 dopo aver salvato i primi tre match points consecutivi) non fa che rinforzare la sensazione che il passaggio di consegne al vertice possa avvenire presto e sia ormai una questione di continuità, non di livello di gioco.
Sasha Zverev, con la bellissima fidanzata Olga Sharypova al suo fianco, è il futuro del tennis di vertice. Le sue sfide con gli altri fenomeni della covata Next Gen (Medvedev, Tsitsipas, Matteo Berrettini, Auger Aliassime, De Minaur) promettono scintille e grande spettacolo.
Con la benedizione di sua santità Roger, che li ha già consacrati come compagni di squadra o avversari nella sua Laver Cup.
PS: decisamente fuori luogo il penalty point che l’arbitro di sedia ha rifilato a Federer perché in un momento di frustrazione sullo 0-3 al testo ha lanciato una palla verso l’alto spedendola fuori dal campo (ma a pallonetto). Un gesto di stizza sì, ma fatto con la sua abituale educazione.
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