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Il dolore alla spalla sembra sparito e Nole ipotizza addirittura di tornare in campo a Tokyo la prossima settimana. Più probabile il rientro in occasione del Masters 1000 di Shanghai che scatta il 6 ottobre
di Vincenzo Martucci | 2 ore fa
La vittoria-beffa su Roger Federer a Wimbledon e l’esplosione di fratellanza ed allegria della Laver Cup hanno aumentato il distacco fra Novak Djokovic e il grande pubblico del tennis. Che adora il Magnifico e Rafa, e non riesce ad amare il campione serbo. Tanto che non ne risente l’assenza, non ne anela il ritorno, come è invece successo continuamente ad ogni stop del favoloso “Fedal”, la rivalità più famosa ed appassionante del tennis. Lui, Novak il cannibale, votato all’inseguimento della storia e quindi del record di 20 Slam di Federer, da quota 16, soffia sul collo di Nadal, a 19, ma intanto rinsalda il numero 1 del mondo per la 46° settimana consecutiva, la 270esima complessiva che gli permette di affiancare Ivan Lendl al terzo posto nella speciale classifica di sempre (Federer svetta col record di 310 settimane). Numeri significativi che rincuorano il campione di gomma alla vigilia dell’ultimo spicchio di stagione, sul veloce indoor e sono il balsamo migliore per la spalla destra disastrata.
All’indomani degli Us Open, persi per ritiro negli ottavi contro Wawrinka, Nole si era detto molto preoccupato e temeva addirittura di dover chiudere anzitempo il 2019, mettendo a rischio proprio il trono della classifica, dovendo difendere i punti del successo al Masters 1000 di Shanghai di dodici mesi fa e poi anche quelli della finale di Parigi Bercy. Così, alla ricerca di quell’affetto e di quell’amore che all’estero proprio non trova, si è rintanato in patria.
Ha fatto capolino via Instagram dalla campagna, con un patata in mano e un bel sorriso rilassato: “Sono grato per questa umile esperienza a Brzeće. Queste persone sono gentili, sincere e lavorano duramente… Il mio cuore è pieno nel ravvivare alcuni ricordi d’infanzia. Continuo a incontrare persone che hanno fatto parte della mia crescita e mi hanno aiutato a vivere il sogno di tennista. Sono molto grato e commosso, ho ricevuto anche alcune patate gratis!”. Poi, in prospettiva coppa Davis, e quindi Madrid e Atp Cup, è tornato a racchette e palline al Novak Center di Belgrado, cogli amici e i compagni di tennis di sempre Tipsarevic, Troicki e Lajovic. Così, pian pianino, ha ritrovato coraggio.
Aveva detto: “Non so quando potrò tornare in campo. Spero presto ma l’infortunio è più grave di quanto immaginassi, ho bisogno di un’altra settimana per vedere come si evolverà. Purtroppo, non ho potuto proseguire il torneo a New York, e me ne sono dispiaciuto moltissimo. Spero di essere in campo a Tokyo”.
Un distacco brusco. Che gli amici hanno addolcito, pian piano. Quelli nuovi, come il croato Goran Ivanisevic, inserito nel team come super-coach a Wimbledon per la specificità sull’erba, ma anche per servizio e volée. Che dichiara al Telegraph di Londra: “Nick Kyrgios deve piantarla di tirare sempre in ballo Novak Djokovic e mostrargli rispetto”. E quelli di sempre, come Viktor Troicki, col quale il numero 1 del mondo si è allenato in questi giorni nella capitale serba: “Non toccava palla dal 2 settembre agli Us Open, è ripartito soltanto lunedì (19). Sta bene, ha giocato alla grande dal primo all’ultimo punto. Penso proprio che il, break gli sia piaciuto. Presto sarà pronto”.
Così, finalmente, anche Novak ha rotto gli indugi e ha dato notizie confortanti di sé: “Mi sono allenato per due giorni senza sentire dolore, questo mi fa essere ottimista sulla possibilità di rispettare il calendario. Vediamo se riesco a giocare Tokyo, la prossima settimana, ma quasi certamente sarò a Shanghai”. Il 6 ottobre. Fiducioso del forfeit Nadal, ancora infortunato, stavolta alla mano sinistra, nella campagna in Asia, e della consistente dote di punti sugli altri inseguitori nel ranking Atp Tour. (313)