Laver Cup : Roger Federer “Grazie a coach Nadal”

da tennis.it

LAVER CUP, FEDERER: “COACH NADAL MI HA SALVATO”

Un Federer come non si è mai raccontato: dal rapporto con Nadal alle lacrime di Wimbledon

Raramente abbiamo visto un Federer raccontarsi in maniera così intima. Lo ha fatto in questi giorni, toccando svariati argomenti. Ma prima di tutto, ha parlato di Nadal e del clamoroso coaching durante il match poi vinto in rimonta con Kyrgios. Lapidario ma chiarissimo il suo commento in proposito.

Mi ha letteralmente salvato, mi ha detto di usare lo slice come ai vecchi tempi, di variare, di tenere gli scambi sotto i cinque colpi. E ho vinto, è stato incredibile davvero”.

Poi un racconto molto intimo, quello delle lacrime dopo la finale con Nole ai Championships: “L’ultima volta che ho pianto? Due mesi fa a Wimbledon… in campo e anche alla premiazione ho trattenuto le lacrime che erano lì sul confine. Poi appena sceso negli spogliatoi, al primo commento “che sfortuna, ci eri vicino…” sono crollato e qualche lacrima è scappata”.

Federer è anche un papà, ecco come si trova nel ruolo e cosa fa coi propri bimbi: “Leggo le storie ai miei bambini prima di dormire. L’altra sera gli ho raccontato “Goldilocks and the three bears”, Riccioli d’oro e i tre orsi, un classico. Ho provato anche ingannarli leggendo Riccioli d’oro e i due orsi, ma i miei figli non ci sono cascati, e mi hanno detto “contiamoli!”. A loro con scappa niente”.

I suoi idoli d’infanzia sono ben chiari: “In passato sognavo di incontrare Peter Sampras o Stefan Edberg. All’epoca sognavo di incontrare i miei idoli sportivi, come Michael Jordan. Ho incontrato il Papa a Roma, è stato pazzesco. Mi sarebbe piaciuto conoscere Nelson Mandela”.

Poi una riflessione sulle rituali domande circa la data del ritiro: Oggi non mi fanno effetto. Penso fosse più strano dieci anni fa. Avevo appena vinto il Roland Garros e già mi chiedevano del ritiro. E io dicevo: “Cosa? Ho soltanto 28 anni!”. Credevo avrei giocato almeno fino a 32-33 anni… Ed è andata così per gli anni successivi. Ora sembra che in ogni intervista debbano farmi questa domanda. Perché potrebbe essere che proprio in quel momento io decida di annunciarlo. I giornalisti ci sperano. Ma non lo so nemmeno io, davvero”.

Le considerazioni finali sono sui fab three: “Tutti e tre presentiamo sempre qualcosa di diverso quando entriamo in campo. Quindi non puoi semplicemente copiare, incollare e giocare allo stesso modo contro di noi. Rafa ovviamente è il migliore sulla terra battuta, ha una forza incredibile. Novak è super elastico, in questo modo riesce ad essere offensivo e difensivo allo stesso tempo. È molto forte mentalmente ed ha lavorato tanto nel corso della sua carriera. Ha cercato di perfezionare il suo gioco e fare il passo successivo quando era il numero quattro del mondo”.

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