Fabio Fognini, primo italiano nella storia della manifestazione, perde con Jack Sock. Ma assorbe i consigli di Federer e Nadal, in veste di coach. Durante il doppio con Federer e Zverev in campo, Nick Kyrgios si fa portare un piatto di pasta.
Scene così le vedi solo in Laver Cup. Scene così dimostrano perché in sole tre edizioni l’evento che mette di fronte i migliori tennisti europei (i blu) e del resto del mondo (i rossi) sia già un successo di pubblico e di business. In quale altro torneo puoi vedere Roger Federer e Rafa Nadal dare consigli a Fabio Fognini? Nessuno. E invece al PalaExpo di Ginevra è successo. Non è bastato perché Fognini, primo italiano nella manifestazione, ribaltasse la partita contro Jack Sock. Ma è uno dei momenti cult di questa prima giornata al PalaExpo di Ginevra.
Poi, mentre fa il suo esordio Roger Federer, in doppio con Zverev, Nick Kyrgios si fa portare un piatto di pasta. E mangia a bordo campo. Non è dato sapere se la pasta sia del marchio che sponsorizza Federer, peraltro al vertice anche della società che organizza la Laver Cup. Il torneo, che si ispira alla Ryder Cup di golf, regala ai giocatori un’anomalia per un weekend. Li trasforma in compagni di squadra, nel contesto di un’esibizione che non scivola nella “carnevalata”. La prendono sul serio, l’incentivo alla vittoria c’è e si vede, ma per qualche giorno si concedono il lusso di non prendersi troppo sul serio. E funziona la presenza di due capitani come Bjorn Borg e John McEnroe, costretto a chiamare Taylor Fritz e Jack Sock viste le rinunce variamente motivate di Del Potro, Nishikori, Anderson e Auger-Aliassime.
Il confronto è sbilanciato. Alla fine della prima giornata, l’Europa è avanti 3-1. Hanno vinto Dominic Thiem su Denis Shapovalov, che ha mancato due match point di fila nel tiebreak del terzo set, Stefanos Tsitsipas in tre set su Taylor Fritz, Federer e Sascha Zverev su Shapovalov e Sock. Alla fine della prima giornata, l’Europa è avanti 3-1. Nella seconda, ogni vittoria varrà due punti. Nella terza tre. Chi arriva prima a tredici, vince.
Jack Sock confidava nelle sue qualità da doppista. Ma nel suo primo match in Laver Cup è tornato a brillare anche in singolare. E ha rovinato l’esordio di Fabio Fognini, primo italiano nella storia della manifestazione. Nel perfetto contrasto cromatico del Palexpo di Ginevra, con i rossi e blu delle maglie del Team World e del Team Europe che risaltano sul campo antracite, il numero 1 azzurro mostra di non essere certo al meglio della condizione. Sock chiude 61 76(3) con Fognini che deve accontentarsi di un paio di hot shots nel secondo set davanti a un divertito Federer e un decisamente rilassato Rafa Nadal.
I due daranno anche consigli a Fognini durante un cambio campo: in quale altra competizione puoi beneficiare di due “coach” con 39 Slam alle spalle? E’ questo uno dei segreti della Laver, che favorisce un senso di squadra non artificioso, non fintamente ostentato a favor di telecamera. L’ha ammesso anche Stefanos Tsitsipas, che ha sconfitto Taylor Fritze portato il secondo punto all’Europa dopo l’iniziale vittoria di Thiem su Shapovalov. “Se dieci anni fa mi avessero detto che sarei stato in squadra, in un evento, con Roger, Rafa e altri quattro top 10 non ci avrei creduto” ha confessato il greco che ha chiuso 62 16 10-7 e ancora una volta ha rotto i lacci delle scarpe, stavolta sul 2 pari nel tiebreak finale ma non ha voluto interrompere la partita.
Fognini fatica a trovare il ritmo col servizio nel primo set. Sock, più volte sotto nel punteggio nei game, salva complessivamente sei palle break e incide di più con i colpi di inizio gioco. Il clima disteso della competizione lo aiuta a cancellare ansie da prestazione, a giocare rilassato e sciolto. Occupa il centro del campo, cerca la chiusura esplosiva attraverso il ricorso sistematico alla combinazione servizio-dritto.
Perso il primo set 61, Fognini riguadagna tranquillità nella gestione dei suoi turni di battuta. Federer e Nadal lo incitano ad essere meno negativo: un coaching d’eccezione che rappresenta uno dei motivi di interesse e di spettacolarità di questa manifestazione ispirata alla Ryder Cup che oppone i migliori golfisti d’Europa e del resto del mondo. Fognini difende i propri ma non incide nei game di risposta e il tiebreak diventa una conclusione inevitabile. Qui Sock eleva il suo livello di gioco e con due minibreak porta il primo punto per il Team World.
“Jack ha giocato una partita eccezionale” ha ammesso il capitano John McEnroe. “Per qualche strana ragione, in Laver tutti riusciamo a dare il meglio” ha detto Sock, numero 210 del mondo, che nelle prime due edizioni ha portato alla sua squadra 10 punti in Laver Cup, secondo solo a Roger Federer, ma tutti in doppio. “Non è stato facile per me rientrare” ha aggiunto. “Sono sicuro che qui in tanti si sono sorpresi di avermi visto vincere una partita in singolare. A febbraio mi hanno operato al pollice e sono rimasto fuori per sei mesi. In passato ho giocato ad alti livelli in singolare, so che posso farlo ma riuscire a vincere una partita così in una competizione a squadre è ancora più bello”.
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Thiem vince il primo punto per l’Europa
Team Europe, che ha vinto la scorsa edizione, ha conquistato il primo punto della giornata e di questa edizione grazie a Dominic Thiem che ha sconfitto Denis Shapovalov 64 57 13-11. “Abbiamo ripreso da dove avevamo interrotto l’anno scorso” ha detto Thiem. “Mi piace l’idea del tiebreak al terzo set, crea tanti momenti di pathos e match point per entrambi. Alla fine sono stato anche un po’ fortunato”.
Shapovalov diverte e si diverte. In questi contesti la sua natura di colpitore spettacolare, fluido e fulmineo, certamente trascina. Convince perfino John Isner a mimare uno dei rovesci lungolinea mancini che rendono il canadese così peculiare nel tennis moderno. Si vede che i due vogliono vincere e insieme allenarsi, sperimentare strategie e piani di gioco in cui magari non hanno ancora piena fiducia, come dimostra un ricorso più costante dell’austriaco al gioco di volo, con risultati alterni. Ma il tentativo è già una presa di consapevolezza che potrà solo dare buoni frutti.
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Nel tiebreak decisivo, il primo minibreak è per il canadese, ma Thiem reagisce con un lungolinea di dritto che vale come un grido di battaglia. Sul 9-7 Shapovalov manca due match point, e può rimpiangere una stecca vistosa e pesante col rovescio dal centro. L’ultimo regalo, un dritto a rete, fa scattare la festa per la squadra europea. “Sapevo che sarebbe stata una grande competizione” ha detto il capitano del team, Bjorn Borg. “Non riesco a credere che questa sia solo la prima partita”.
L’emozione di Tsitsipas
“Se dieci anni fa, mi avessero detto che avrei giocato un torneo in squadra con Roger, Rafa e altri quattro top 10 non ci avrei creduto”. L’ammissione di Stefanos Tsitsipas dopo il 62 16 10-7 su Taylor Fritz davanti a un Palexpo tutto esaurito restituisce il senso del successo dell’evento. I tennisti, i campioni, i top 10 ci tengono a esserci. Ci tengono a non sfigurare di fronte a Federer e Nadal, di fronte a una leggenda come Borg che ha cambiato la storia del gioco. “La Laver Cup è una competizione seria, i giocatori sentono che c’è una forma di prestigio in gioco” ha detto lo svedese. “Non è facile giocare per la prima volta questa manifestazione”.
Tsitsipas, rivela sul sito ufficiale dell’evento un’analisi del Game Insight Group, ha chiuso la partita con 70 cambi di direzioni ad alta intensità, 16 in più dell’avversario. Quasi inevitabilmente ha rotto i lacci delle scarpe, e non è certo una novità. E’ successo sul 2-2 nel terzo ma non ha voluto interrompere il gioco. In quel tiebreak a dieci punti, è andato avanti 5-2 prima della rimonta di Fritz che però si scioglie sul più bello, con il doppio fallo sul 7-7. Bastano altri due punti, dritto e servizio vincenti, per chiudere la partita. “Ho trovato il mio ritmo nel tiebreak finale, avevo le idee più chiare in campo e ho giocato senza fretta. E’ stato decisivo”.
Alla fine, il segreto della Laver Cup lo spiega Alexander Zverev. Il tedesco è tornato a giocare in doppio con Roger Federer in Laver Cup. L’anno scorso avevano perso 11-9 al terzo contro John Isner e Sock. Gli avversari cambiano per metà stavolta, Sock c’è sempre ma in coppia con Shapovalov. L’esito cambia del tutto. I due salvano 15 palle break su 16, vincono 63 75 e portano il Team Europa sul 3-1.
“Avevo due grandi coach” ha detto Zverev, sostenuto da Rafa Nadal praticamente a tutti i cambi campo. “Ne avevo uno in campo e uno fuori, e mi dicevano cosa fare ad ogni punti. Era perfetto, potevo spegnere il cervello e fare quello che mi dicevano. Sono due dei più grandi di sempre, li ascolterò sempre”. Parole che ogni coach vorrebbe sentirsi dire almeno una volta nella vita, e che raccontano le difficoltà di Zverev nell’individuare un profilo di allenatore di cui fidarsi e a cui affidarsi nello stesso modo. Il successo della Laver Cup è anche merito loro. Merito del carisma che Federer e Nadal esercitano su chi è venuto dopo di loro. (580)