da supertennis.tv
NEW-YORK –
Attenzione: il numero uno del mondo ha un problema alla spalla sinistra. E se è bastato un Djokovic al cinquanta per cento o anche meno per battere Carballes Baena e Londero non è detto che vada bene anche per il resto del torneo.
Anche i ricchi piangono. La più famosa telenovela di tutti i tempi si replica pure nel tennis, nella sgangherata serata newyorkese boicottata dalla pioggia e rivoluzionata nel programma. Se re Federer parte lentissimo, concede un set al folletto Dzumhur e se la prende col cemento di Flushing Meadows a suo dire troppo lento, re Djokovic doma di testa e nervi per 64 76 61 Juan Ignacio Londero, ma soprattutto un evidente problema alla spalla sinistra. Problema che non sembra l’estensione di quello al gomito che l’ha stoppato per quasi un anno.
“E’ stato un test – ha detto Nole in conferenza stampa – . E’ la prima volta che ho infortunio così, non è stato facile giocare col dolore, quando devi lottare e sperare di essere fortunato con qualche colpo. In carriera mi era già successo di dover convivere con il dolore, e questo mi ha aiutato. Di sicuro mi ha limitato al servizio e nel rovescio. Per me è stato un match difficile, con tanti scambi, specialmente nei primi due set. Sono stato bravo a ritrovare il mio gioco nel secondo set, e ringrazio i medici per essere riuscito a portare a termine il match. Che altrimenti non so se sarei riuscito a concludere”.
Il problema è stato risolvibile contro lo spagnolo Carbellas Baena al primo turno e l’argentino Londero al secondo, e molto probabilmente lo sarà anche contro il vincente di Lajovic-Kudla, anche se gli ha fatto dichiarare a fine match, con un riso di scherno: “Probabilmente metterò il braccio sotto ghiaccio per 48 ore, non lo muoverò e vediamo che succede. Ma certo devo fare un po’ di consulti per capire come giocare senza soffrire così tanto”. Perché l’ostacolo potrebbe diventare invalicabile se nel quarto turno dovesse trovarsi di fronte “Stanimal“ Wawrinka. E, intanto, mina comunque la serenità del numero 1 del mondo e del tabellone, favorito per la conquista dello Slam personale numero 17 e del record di Federer, di 20.
Djokovic sta proprio male. Già sofferente dopo i primi games, ha chiesto per la prima volta aiuto al fisioterapista alla fine del primo set, ha fatto più volte movimenti di strechting per allentare la tensione dell’arto, ma ha reagito da combattente nato qual è nel momento topico del match. All’inizio del secondo set, è scivolato sotto 3-0, aggiudicandosi appena tre “15”, con Londero al servizio. Sembrava sull’orlo del collasso, e invece pian pianino, usando come leva una concentrazione pazzesca, con l’aiutino di un nastro e complici i limiti tecnici di Londero, è riuscito a silenziare e quindi soffocare la aggressività dell’avversario, rimontandolo ed aggiudicandosi poi il fondamentale tie-break. Quindi, forte dell’insperato vantaggio di due set a zero, ha annullato anche le velleità dell’onesto 56 del mondo. Quarto dei pro argentini nella classifica mondiale, ma più giovane, a 26 anni, e con evidenti, maggiori, margini di miglioramento degli altri connazionali di punta. Contro il quale non aveva mai giocato. Ma che aveva guardato con attenzione, ultimamente: “Voglio rendere gli onori delle armi al mio avversario che ha mostrato uno spirito combattivo e buoni colpi, già mi aveva colpito a Cincinnati contro Federer e poi qui, contro Querrey”.
Domani è un altro giorno. “La cosa bella degli Sam è che hai un match di sosta fra un match l’altro, questo mi fa sperare di trovare qualche soluzione”, sentenzia il campione di gomma, felice di aver comunque portato a termine la sua fatica e in tre set, ma piuttosto preoccupato. Sicuramente ne ha ragione, ma l’abbiamo visto recuperare più e più volte, in passato, e da problematiche anche più serie.
(366)