US OPEN : Sinner cede con onore a Wawrinka

da supertennis.it

“E’ il futuro del tennis” ha dichiarato lo svizzero, n.24 del mondo (ma già n.3) che l’ha spuntata sul 18enne azzurro in quattro set, quasi tre ore di lotta. Un match che Jannik, dopo il primo set, ha gestito alla pari con il vincitore di tre Slam, confermando di avere numeri da campione
L’attesa è fortissima. “Ladies and gentleman, from Italy, please welcome: Jannik Sinner”. L’altoparlante annuncia i protagonisti del primo match serale, nel roseo tramonto americano. Non è il risultato che conta stasera: è l’esperienza.

Jannik Sinner, 18 anni di Sesto Pusteria, si è guadagnato il primo tabellone del Grande Slam e l’urna gli ha servito come avversario di primo turno un pezzo da novanta: Stan Wawrinka, oggi n. 24 del mondo ma n. 3 nel 2014, anno in cui vinse gli Australian Open (E poi vennero i successi al Roland Garros 2015 e proprio a New York nel 2016). Stan The Man è il tennista che ha vinto più Slam nell’era dei Fab Four, l’unico ingiocabile anche per loro quando era in forma.

Un avversario di questo calibro vuol dire anche un palcoscenico importante, lo Stadio Louis Armstrong (il secondo per importanza dopo l’Arthur Ashe): 15.000 posti.
E dunque eccoci qui, alle 19.15 (ora di New York), 22 gradi, 60% di umidità, il catino newyorkese che si riempie pian piano.

Sinner vince il sorteggio e decide di rispondere. E fa anche il primo “quindici” dopo uno scambietto bello tosto. Dai, l’onore è salvo.

Non è il risultato che conta oggi, dicevamo, ma l’opportunità di saggiare quella palla ‘svizzera’ così pesante: prima di servizio intorno ai 210 kmh, colpi di rimbalzo che demoliscono dalla linea di fondo, specie il rovescio a una mano, un capolavoro, unico per rotazione e profondità nel circuito.

Sembrava un match impari…

La partita è impari, a partire dalla stazza fisica. Si vede subito. Si vede nella difficoltà inziale di Stecchino Sinner (un metro e 88 per 75 chili) ad arginare la spinta di Cinghiale Wawrinka (un metro e 83 per 81 chili .

Sinner tiene i primi due turni di battuta poi Wawrinka spara il primo ‘diretto al volto’: un game di servizio con 4 ace seguito dal break che segna il vantaggio decisivo per il primo set: 6-3 in 37 minuti. Onorevole.

E comunque, si diceva, non è il risultato che conta. Il diciottenne azzurro tiene bene il campo, con la normale fragilità di un esordiente messo di fronte a un mito nerboruto. Ma non sfigura. C’è di essere già soddisfatti.

A un certo punto però, quando vedi che il ragazzino si mette a litigare sulla diagonale del rovescio con Stan Wawrinka, e vince lui, ti suona un campanello. Segnala un fatto che non è normale. Qualcosa di speciale. Sveglia: altro che prudenza, altro che “quello che conta è l’esperienza”. La partita c’è.

Che cosa era successo? Semplicemente Sinner doveva prendere le misure. Capire peso, profondità e rotazione dei bolidi di Wawrinka per trovare la posizione e il tempo giusto per cominciare a spedire di là i suoi. Violenti, quasi piatti, spesso di controbalzo. E intelligentemente indirizzati nella zona centrale della linea di fondo, per non dare angolo e apertura di campo a un avversario fisicamente più potente.

E Jannik sfida il rovescio di Stan

E così si cominciava ad assistere a vere e proprie battaglie su queste diagonali anomale, pochissimo incrociate. Wawrinka che picchiava come un fabbro, Sinner che si appoggiava sul proiettile e lo rispediva al mittente con gli interessi. Alla fine era spesso il più esperto e fisicato a sbagliare, anche perché il ragazzino italiano non stava lì ad aspettare, ma a sua volta spingeva forte, profondo, con la giusta cattiveria del “pugnetto” finale, quando il punto era suo.

La partita in cui il risultato non contava diventava così improvvisamente una partita vera, con Sinner capace di rimediare al break subito in apertura di secondo set e di portarlo al tie-break. Con il pubblico del Louis Armstrong ancora a bocca aperta per un punto, il primo ‘quindici’ sul 5-5, conquistato dal sempre più sicuro Jannik al termine di uno scambio di cannonate assolute.

Lotta per il comando

Ormai lo schema di gioco è chiaro: entrambi puntano a prendere il comando dello scambio. Quando il gioco riesce a Wawrinka gli angoli si aprono e Sinner deve rincorrere alla disperata. Quando comanda l’italiano il campo diventa più stretto ma il ritmo sempre più alto. Sbagliare è un attimo. E capita quasi sempre allo svizzero che ad alta velocità perde il controllo. Se Jannik non ha già approfittato della sua prima esitazione per fulminarlo.

Il tie-break è sul filo: Stan scappa via 3-0 ma viene quasi riacciuffato (4-3). Lì innesta una marcia in più, da campionissimo, e chiude con giocate ‘super’ delle sue (7-4).

Finita? Niente affatto. E’ appena cominciata. Perché adesso la sfida tra il n.136 del mondo, 18 anni e ‘zeru tituli’ e il n.24, 34 anni, tre ‘super tituli’ (più una Coppa Davis e altre amenità) si gioca alla pari.

Wawrinka preso a pallate

E’ lui, lo sbarbato, che scappa via subito 4-1, con un doppio break. Subisce un controbreak ma ora comanda il gioco. Wawrinka corre e spesso viene preso a pallate. E’ lui, il vecchio bomber, che ora fa fatica a tenere il ritmo dell’avversario. Sinner chiude con autorevolezza 6-4.
A quel punto ha un micro appannamento. Gioca un brutto game di servizio e concede a Wawrinka di partire in vantaggio 2-0 nel quarto set. Deve rincorrere l’azzurrino ma il match è tiratissimo e Stan continua a far fatica a tenere il suo ritmo.

Il controbraeak arriva e Sinner va alla battuta per impattare 4-4.
Ormai ogni ‘quindici’ è sottolineato o dal ruggito dello svizzero o dal pugnetto dell’altoatesino sostenuto all’angolo dalla panchina allargata: a inizio partita c’erano Massimo Sartori e Andrea Volpini , con Rocco Piatti, il figlio di Riccardo. Il papà era impegnato nel box di Borna Coric (con un occhio anche alle disgrazie di Maria Sharapova). Poi, chiusa dal croato la pratica del primo turno con il russo Donskoy, ecco anche Riccardo Piatti e la moglie Gaia. Sul Louis Armstrong si riunisce la grande famiglia del centro di Bordighera dove Sinner sta diventando grande.

Quell’ottavo game del quarto set…

E’ un game di grande lotta, l’ottavo del quarto set. Sinner può chiuderlo. Wawrinka consuma palle break. Alla fine però lo svizzero la spunta: 5-3. Serve per il match.
Finita? Nemmeno allora, perchè Sinner annulla un primo match-point e poi si arrampica due volte fino alla palla break che riaprirebbe tutto il discorso.

Non ce la fa: con l’ultimo urlo disperato Wawrinka spinge fortissimo e si salva. Porta a casa questo primo turno, dopo due ore e 49 minuti di lotta.
Jannik esce tra gli applausi. “E’ il futuro del tennis” aveva detto Stan nella presentazione del match.
Noi lo sapevamo già: dopo questa serata newyorkese se n’è accorto il resto del mondo. Anzi, a un certo punto cominciavamo quasi a pensare che fosse anche già il presente del tennis, visto come si stava mettendo il match.

Ma forse è meglio così, Jannik, Riccardo e tutta la squadra hanno ancora molto tempo per lavorare e i margini sono enormi.
Basti pensare che il match è stato equilibrato nonostante Wawrinka abbia servito 15 aces contro solo 2 di Sinner (che con la sua statura e un po’ di muscoli in più può diventare letale alla battuta). L’altoatesino può diventare ancora più cinico (ha avuto più palle break, 14, ma ne ha trasformate solo 4 mentre l’avversario ne ha sfruttate 5 su 10).
Può migliorare a rete ma già ci va spessissimo e con buoni risultati (18 punti su 30 attacchi), molto più di Wawrinka (11 punti su 21 discese a rete).

L’obbiettivo non è vincere una partita: qui si punta al n.1. La prima prova attitudinale è stata superata a pieni voti.

(370)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Facebook Auto Publish Powered By : XYZScripts.com