Antonio Gargano per tennis.it
TENNIS – Dopo il Roland Garros e con la marcia di avvicinamento a Wimbledon che si fa sempre più pressante, le parole di Stefanos Tsitsipas suonano realmente come una vera e propria dichiarazione di guerra in senso sportivo. Per il tennista greco, sesta forza del ranking maschile, sembra essere giunta l’ora di un’inversione di tendenza nell’ordine naturale delle cose, che vede Djokovic, Nadal e Federer dominare la scena da oltre un decennio.
“È fastidioso e noioso veder vincere sempre Djokovic, Nadal e Federer – ha detto Tsitsipas nella sua intervista al Daily Mail – noi rappresentanti delle nuove leve abbiamo responsabilità importanti in tal senso. Siamo responsabili dei nostri risultati, delle nostre ambizioni e per certi versi anche delle vittorie di chi è ancora al potere nel circuito maschile. Se noi giovani non facciamo il salto di qualità, è giusto che vincano sempre gli stessi. Ma questo dovrà cambiare”.
Una dichiarazione forte, quella del greco, che mescola ambizione, grinta e consapevolezza dei propri mezzi e di quelli degli altri: “Il segreto è lavorare sodo e credere in se stessi. Dobbiamo sentirci preparati, abili e convinti di poter battere dei mostri sacri come Rafa, Nole o Roger, senza farci intimidire dal loro passato e dalle loro bacheche”.
Tsitsipas si fa promotore di un tennis innovativo, fatto di idee e nuovi metodi attraverso cui sovvertire la situazione attuale: “Al comando ci sono tre giocatori esperti, ne hanno viste tante e molte più di noi giovani. Se vogliamo batterli, dobbiamo portare in campo qualcosa di nuovo. È necessario giocare il nostro miglior tennis perché siamo di fronte ad una delle oligarchie sportive più marcate di tutti i tempi. Se riusciremo ad avere la meglio, vorrà dire che abbiamo meritato un posto tra i grandi, al loro fianco o al loro stesso posto”.
Una grinta fuori dal comune per il greco, vero talento del tennis europeo emergente. A pochi giorni da Wimbledon, sembra anche una netta intenzione di voler portare a casa il torneo e consacrarsi ai piani alti del ranking maschile. Un obiettivo palesemente alla portata di Tsitsipas, non solo per quello che emerge dalle sue parole. (326)