da www.federtennis.it
Roger Federer e John Isner (foto Getty Images) C’è la firma di Roger Federer sul “Miami Open”, secondo Atp Masters 1000 stagionale, dotato di un montepremi di 8.359.45 dollari, che si è concluso domenica sera all’Hard Rock Stadium (la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL), da quest’anno nuova sede dell’appuntamento in precedenza ospitato a Crandon Park di Key Biscayne. Il 37enne fuoriclasse di Basilea, numero 5 Atp e quarta testa di serie, ha calato il poker vincente in Florida – dopo i trionfi datati 2005, 2006 e 2017 – superando 61 64, in un’ora e 3 minuti di gioco,lo statunitense John Isner, numero 9 del ranking mondiale e settimo favorito del seeding, nonché campione in carica. Dunque il campione svizzero aggiunge un’altra perla alla sua collezione di successi, a un mese esatto dalla pagina storica scritta a Dubai, con il titolo numero 100: diventano così 101 i trofei nella sua bacheca su 154 finali disputate in carriera, 50 a livello di Masters 1000, con 28 affermazioni. Restano invece 14 i titoli in carriera – su 27 finali giocate – per il 33enne di Greensboro, che nell’edizione 2018 si era regalato il primo trofeo in un “1000” eliminando Juan Martin Del Potro in semifinale e piegando Alexander Zverev nell’ultimo atto. “Long John” (2,08 di altezza) era arrivato all’ultimo atto – la quinta volta per lui in un “1000” – senza aver lasciato per strada alcun set, nove su dieci vinti al tie-break, ma di fronte si è trovato un Federer pressoché perfetto (appena 3 punti persi al servizio).
FEDERER DETTA LEGGE FIN DA SUBITO – L’ottavo testa a testa fra i due ha visto un primo set dominato dal fuoriclasse di Basilea, che dimostrandosi un buon “portiere pararigori” (alla vigilia aveva usato lui questo paragone per sottolineare la pericolosità del servizio del rivale) ha strappato il servizio a Isner già nel game di apertura, per poi volare rapidamente sul 5-1 e mettere in cassaforte la frazione con un terzo break, in appena 24 minuti, ai danni di un avversario completamente destabilizzato nei suoi elementi di forza (appena il 50% di punti con la prima: 8 punti su 16, per uno che era arrivato alla finale con 98 ace messi a segno), al quale “King Roger” ha concesso le briciole nei suoi turni di battuta: dopo un punto lasciato in quello iniziale, lo svizzero ne ha vinti quattro di fila a zero, con un parziale di 21 punti consecutivi in grado di scoraggiare chiunque. Un po’ più di equilibrio in avvio di seconda partita, poi al cambio campo del 3-2 “Long John” ha chiesto l’intervento del fisioterapista per un medical time out con trattamento al piede sinistro. Problema che ha condizionato il 33enne di Greensboro (“Non posso muovermi”, il labiale all’indirizzo del suo box), che sul 4-5 si è trovato 15-40: ha annullato un primo match point, ma sul secondo il rovescio lungo linea di Isner è giudicato out dal “Falco” chiesto da Federer, che alza le mani sorridente. Il poker vincente a Miami è servito, a 17 anni dalla prima finale disputata dall’elvetico in Florida (persa nel 2002 contro Andre Agassi).
ROGER: “SPECIALE VINCERE A VENT’ANNI DALLA MIA PRIMA VOLTA QUI” – “Ho iniziato il match come meglio non potevo, con un break e salendo rapidamente sul 2-0, una di quelle partenze che ti consente di rilassarti un po’ e riuscito a dare il meglio, essendo in fiducia” – ha commentato Federer a caldo prima della cerimonia di premiazione -. “Più complicata è stata invece la conclusione, perché mi è capitato spesso durante la mia carriera di trovarmi di fronte un avversario alle prese con qualche problema fisico e non è mai semplice come situazione, però mi sono ripetuto di continuare a fare quel che dovevo. E’ stata per una settimana speciale qui a Miami. Venti anni dopo la mia prima partecipazione a questo torneo sono riuscito a vincere di nuovo il titolo: sono davvero fiero di questa mia longevità”. (459)