da www.federtennis.it
(Foto Patrick Boren)
Novak Djokovic ha messo una seria ipoteca sulla sua ottava semifinale al Masters. Nell’incontro di apertura della quarta giornata delle Atp World Tour Finals 2018 (veloce indoor, montepremi 8 milioni di dollari) – dallo scorso anno griffate Nitto – in corso alla “O2 Arena” di Londra, con in campo i protagonisti del “Guga Kuerten Group” (il brasiliano trionfatore al Masters nell’edizione del 2000), il numero uno del mondo ha ottenuto la sua seconda vittoria (dopo quella d’esordio su John Isner) superando 64 61, in un’ora e 16 minuti, il tedesco Alexander Zverev, numero 5 Atp, a sua volta reduce dall’affermazione iniziale sul croato Marin Cilic, numero 7 del ranking. Il 31enne di Belgrado, alla sua undicesima presenza all’appuntamento di chiusura della stagione, prosegue dunque l’inseguimento al sesto successo (il serbo ha vinto nel 2008 battendo Davydenko, nel 2012 superando Federer, nel 2013 su Nadal ed ancora nel 2014 e nel 2015 su “King Roger”). Nole vanta ora un bilancio di 51 vittorie contro 11 sconfitte quest’anno e ha vinto 33 degli ultimi 35 match disputati (nella seconda parte dell’anno sono riusciti a batterlo solo Tsitsipas negli ottavi del “1000” di Toronto e Khachanov nella finale di quello di Parigi-Bercy) conquistando quattro trofei, tutti pesantissimi (Wimbledon e Us Open oltre ai due Masters 1000 di Cincinnati e Shanghai). Il serbo, che a giugno era 22esimo nel ranking, è stato il primo tennista a diventare numero uno in una stagione in cui era fuori dai primi 20 dopo 18 anni (nel 2000 Safin passò dal n. 38 al n.1).
La cronaca. Uno pari è il bilancio dei precedenti prima di questo incrocio, con il tedesco a segno nella finale di Roma dello scorso anno ed il serbo vincitore in semifinale a Shanghai qualche settimana fa lasciando appena tre game al numero uno dei Next Gen. Dopo otto game dominati dal servizio, sul 4-4 è stato Djokovic a concedere le prime due palle break della partita, salvandole: una cancellata con una prima angolata non potente ma assai precisa, mentre sulla seconda il tedesco – alla seconda partecipazione alle Finals dove lo scorso anno fu eliminato nei round robin – ha messo in corridoio un lob dopo uno scambio intenso come non mai. Nel gioco seguente anche Zverev – seguito nell’occasione oltre che da papà Alexander senior anche da Ivan Lendl – si è trovato a dover fronteggiare chance di break, che sono anche set point: Sasha ne ha annullate due, ma dopo che il “falco” gli ha dato torto per questione di millimetri ha commesso un sanguinoso doppio fallo – il primo per lui – cedendo 64 la frazione. Nella seconda partita il 21enne di Amburgo, il più giovane tra i tennisti in gara, che in questa stagione ha vinto tre titoli – Monaco, Masters 1000 Madrid, Washington – e raggiunto per la prima volta i quarti in uno slam (Roland Garros), ha retto il confronto fino all’1-1, poi evidenziando anche un vistoso calo fisico ha alzato bandiera bianca incassando un eloquente parziale di 20 punti a 2. Sono diventati così 19 i match persi nel 2018 da Zverev, a fronte di 55 successi (tra i top ten è quello che ha giocato più partite).
CILIC-ISNER: CHI PERDE E’ FUORI – In serata toccherà poi al croato Marin Cilic, numero 7 Atp, ed allo statunitense John Isner, numero 10 Atp, in una sfida che sa già tanto di “dentro o fuori” dopo i ko di lunedì, rispettivamente, con Zverev e Djokovic: il 30enne di Medjugorje è in vantaggio per 7 a 3 nel bilancio dei precedenti ma il 33enne di Greensboro, North Carolina, ha vinto in due set proprio l’ultimo confronto, giocato negli ottavi a Miami lo scorso mese di marzo. Il croato, alla quarta partecipazione alle Finals, la terza consecutiva (non è mai riuscito a superare la fase a gironi), quest’anno ha vinto al Queen’s dopo aver annullato un match-point a Djokovic ed è stato finalista agli Australian Open (stoppato da Federer): il suo bilancio è di 41 vittorie contro 19 sconfitte. Per quanto riguarda “Long John”, che ha coronato la sua miglior stagione nel circuito con il debutto alle Finals (complici i forfait di Del Potro e Nadal), due i titoli conquistati, su altrettante finali disputate, a Miami (primo Masters 1000 in carriera) ed Atlanta, con un bilancio di 34 vittorie e 20 sconfitte.
GIOVEDI’ SI DECIDONO LE SORTI DEL “LLEYTON HEWITT GROUP” – L’ultima giornata del round robin per quanto riguarda il “Lleyton Hewitt Group” (l’australiano capace di imporsi al Masters nel 2001 e nel 2002) si aprirà con il match tra il giapponese Kei Nishikori, rientrato in top ten (è numero 9 Atp) a inizio novembre dopo ben 14 mesi, e l’austriaco Dominic Thiem, numero 8 del ranking mondiale. Il 28enne di Shimane è in vantaggio per 3-1 nei precedenti e si è aggiudicato anche l’ultimo, nei quarti a Vienna il mese scorso, proprio sul veloce indoor. Dopo la sconfitta con Federer di martedì sera il 25enne di Wiener Neustadt, alla terza presenza al torneo londinese, rischia seriamente anche stavolta di essere eliminato nel round robin visto che non ha ancora vinto un incontro: per avere qualche chance di passare il turno deve non solo battere Nishikori in due set ma sperare anche che poi Anderson superi Federer. Thiem in questo 2018 ha messo in bacheca tre trofei – Buenos Aires, Lione, San Pietroburgo – e vanta anche due finali “pesanti” come quella del “1000” di Madrid (fermato da Zverev) e del Roland Garros (stoppato da Nadal): per lui 53 match vinti e 20 persi (tra i top ten solo Zverev ha giocato un numero maggiore di incontri). Da parte sua Nishikori dopo il successo su Federer è stato letteralmente “asfaltato” da Anderson (un solo gioco conquistato!): il nipponico, alla quarta partecipazione al Masters, punta a raggiungere per la terza volta le semifinali, come già accaduto nel 2016 e nel 2014. Kei in questa stagione non ha aggiunto trofei alla sua bacheca ma ha comunque giocato tre finali – Masters 1000 di Montecarlo, Tokyo e Vienna -: per lui un bilancio fin qui di 43 vittorie contro 20 sconfitte.
Nel match serale, invece, lo svizzero Roger Federer, numero tre del ranking mondiale, alla 16esima partecipazione alle Finals, si gioca la qualificazione con il sudafricano Kevin Anderson, numero 6 del ranking mondiale, esordiente al Masters (sfida super delicata per “King Roger” soprattutto se nel pomeriggio Nishikori sarà riuscito a battere Thiem salendo a quota due vittorie). Il bilancio dei precedenti vede il 37enne fuoriclasse di Basilea in vantaggio per 4-1, ma l’unica vittoria del 32enne di Johannesburg è arrivata proprio nell’ultima sfida, disputata nei quarti a Wimbledon lo scorso luglio, e conclusasi per 13-11 al quinto al termine di una battaglia di quattro ore e un quarto (e dopo aver annullato un match-point). Dopo la sconfitta con Nishikori all’esordio (dove era apparso la controfigura di se stesso), che lo aveva convinto anche a cancellare l’allenamento di lunedì, Federer si è pienamente riscattato contro Thiem ed ora si gioca tutto con Anderson: va ricordato che Roger una sola volta non ha superato il round robin (2008) e che, insieme a Nole, è l’unico tra i protagonisti in gara ad essersi già aggiudicato il prestigioso trofeo, impresa riuscitagli ben sei volte (nel biennio 2003-04, superando Agassi e Hewitt, in quello 2006-07, battendo Blake e Ferrer, ed in quello 2010-11, imponendosi su Nadal e Tsonga). Lo svizzero in questa stagione ha conquistato quattro titoli – Australian Open, Rotterdam, Stoccarda, Basilea – con un bilancio totale di 47 match vinti e 9 persi. Da parte sua Anderson fin qui è apparso in forma strepitosa superando in due sia Thiem che Nishikori. Il gigante sudafricano (203 centimetri) in questa stagione si è aggiudicato il neo nato torneo di New York e quello di Vienna, è stato finalista a Wimbledon (seconda finale Slam in carriera), Acapulco e Pune e ha firmato il best ranking (numero 5 il 16 luglio): per lui 47 vittorie a fronte di 17 sconfitte. (529)