da www.federtennis.it
“E’ arrivato il momento di dire basta adesso e ho deciso di comunicarlo”. Con queste semplici parole, diretta come suo solito, Francesca Schiavone ha annunciato il suo ritiro dal circuito agonistico. Lo ha fatto a New York, nella cornice degli US Open, nella sala conferenze dell’Arthur Ashe Stadium, la milanese, che lo scorso giugno ha festeggiato 38 anni, ufficializzando un passo che – come ha spiegato – era nella sua testa già da un po’ “da dopo il Roland Garros, poi mi sono serviti alcuni mesi per focalizzarlo al meglio e capire che era la cosa giusta da fare”.
“E’ un momento molto importante della mia vita, perché ho deciso di dire arrivederci al tennis, e lo faccio ascoltando il mio cuore. Sì, perché quando sono arrivata qui invece la mia testa mi diceva: ‘Scendi in campo e lotta, perché puoi battere tante giocatrici’. Ma il cuore ha detto che sono in pace con me stessa e felice della mia carriera e della mia vita. Quando mi alzo al mattino, sono serena”, ha aggiunto la Schiavone, che ha vinto il Roland Garros nel 2010 (prima azzurra di sempre) e ha raggiunto la finale anche l’anno successivo. In carriera vanta un best ranking stellare, numero 4, e ha vinto complessivamente 8 titoli Wta – l’ultimo a Bogotà lo scorso anno – e tre Fed Cup con la maglia azzurra.
“Quando avevo 18 anni avevo due sogni, vincere il Roland Garros e diventare una top ten: li ho realizzati entrambi e quindi sono felice di questo e posso ritenermi fortunata. Dopo venti anni di carriera ho nuovi sogni, perché il cuore ha bisogno sempre di sogni ogni giorno: il nuovo sogno è venire qui come coach e vincere uno Slam” – ha confidato l’azzurra – “aiutando un ragazzo giovane a riuscirci, sarebbe qualcosa di fantastico. Il tennis mi ha insegnato ad essere una persona umile e rispettosa, lo sport è vita. Devo ringraziare prima di tutto i miei genitori, Luigi e Giovanni, persone splendide per me, e a tutte le persone a cui non sono riuscita a dirlo prima perché la mia vita è corsa via veloce”.
“Amo questo sport e sono pronta a trasmettere la mia esperienza e la mia passione”, ha affermato Francesca, facendo capire quello che sarà il suo futuro. “Da qualche mese mi sto dedicando ai ragazzini a Miami, negli Hamptons, e mi piace, amo quello che faccio e da loro sto imparando tantissimo. E allora queste sono state le risposte che cercavo dentro di me. Sono infatti tre-quattro mesi che ci sto pensando, dopo il Roland Garros ero indirizzata verso questa decisione. E la sensazione gratificante che provo in quello che faccio adesso mi ha dato la conferma che è il momento giusto. Forse posso sembrare triste, ma invece dentro sono felice. E una volta uscita da qui andrò a bere un po’ di champagne…”, ha sottolineato con un sorriso.
A chi domandava le ragioni dell’annuncio nella Grande Mela e non in Italia, la Schiavone ha risposto in modo lineare. “Nessuna in particolare, non c’era bisogno di passerelle o cerimonie, quando qualche settimana fa ho maturato in modo compiuto in me l’intenzione di ritirarmi ho chiesto agli US Open questa opportunità, di annunciarlo durante il torneo, e quindi li ringrazio, insieme alla WTA. Del resto, qui ho alcuni bellissimi ricordi, amo in particolare il match vinto negli ottavi contro la Sugiyama”.
Anche nel giorno del congedo dal tour, Francesca ha ribadito il legame speciale con la Nazionale. “Il tennis è uno sport individuale, anche c’è sempre un team dietro una giocatrice, tre-quattro persone che si prendono cura di lei, ma poi però in campo vai tu, ti assumi le responsabilità e pure le decisioni e le scelte del caso. Fa eccezione invece la Fed Cup, che è fantastica proprio perché difendi i colori del tuo Paese: io ho avuto la fortuna di vincerla in tre occasioni, oltre ad altri bei risultati, convivendo momenti speciali con le mie compagne di squadra e quindi anche legami di amicizia che restano nel tempo”.
Inevitabile chiedere alla 38enne milanese per che cosa le piacerebbe essere ricordata. “Atteggiamento, disciplina, dedizione, oltre alla grandissima passione per il tennis, spero siano gli specchi di quello che ho fatto. Il resto, ovvero numeri, statistiche, risultati e anche qualche scontro personale, sono relativi. Mi auguro insomma di aver lasciato emozioni e un solco di felicità. Rimpianti? Uno ce l’ho, sì. Sarebbe stata una cosa meravigliosa vincere una medaglia alle Olimpiadi, non per me ma per il mio Paese, e ci siamo andati vicino. Però un giorno ci riusciremo, ne sono certa” – ha concluso Francesca con un filo di emozione nella voce – “e ne sarò davvero orgogliosa”. (526)