fonte www.federtennis.it
Alle 17.27 ora di Londra si materializza la notizia shock: Roger Federer non succederà a se stesso a Wimbledon, nell’edizione probabilmente più pazza della storia. Il 36enne fuoriclasse di Basilea, numero 2 della classifica mondiale e prima testa di serie, otto volte vincitore di questo torneo – dal 2003 al 2007, poi nel 2009, 2012 e lo scorso anno – è uscito di scena nei quarti di finale, rimontato dal sudafricano Kevin Anderson dopo aver mancato un match point sul 5-4 del terzo set (situazione verificatasi 20 volte nella carriera dell’elvetico): 26 67(5) 75 64 13-11 il punteggio con cui, in 4 ore e 13 minuti, il gigante di Johannesburg, numero 9 Atp e ottavo favorito del seeding, ha compiuto la più grande impresa della sua carriera, approdando per la prima volta alle semifinali nel Tempio del tennis. King Roger nel suo “giardino di casa” non aveva più perso prima del penultimo atto dal 2013, quando era stato eliminato al secondo turno dall’ucraino Sergiy Stakhovsky.
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— Wimbledon (@Wimbledon) 11 luglio 2018
ANDERSON SALVA 1 MP E STENDE ROGER IN RIMONTA – Lo svizzero negli Slam solo due volte aveva perso dopo essere stato avanti di due set: sempre a Wimbledon nel 2011 contro Tsonga e agli US Open in quello stesso anno, contro Djokovic, e anche in quel caso non sfruttando un match point, però sul 5-3 nel quinto set e non sul 5-4 del terzo come in questa sfida dall’andamento thrilling, quasi sceneggiata da Alfred Hitchkock, disputata sul Court 1 dove Federer non giocava dal 2015. Dopo aver agevolmente fatto suo il primo parziale, infatti, il campione uscente in avvio di seconda frazione si è visto strappare la battuta (non accadeva su questi campi dalla semifinale dello scorso anno con Tomas Berdych), ma praticamente immediata è stata la reazione del rossocrociato, con il contro-break che ha rimesso in equilibrio il set, risoltosi dunque al “gioco decisivo”, dove Federer è salito 6 a 3 per poi concretizzare la terza opportunità e spuntarla per 7 punti a 5. Sembrava spianata la strada per mister 20 Slam, specie quando sul 5-4 e servizio Anderson si è issato a match point, ma l’aitante avversario con coraggio lo ha annullato e poi ha piazzato l’allungo che gli è valso il set, interrompendo così a quota 34 la striscia di set consecutivi vinti dallo svizzero sull’erba londinese, ad eguagliare il primato stabilito su questi campi fra il terzo turno del 2005 e la finale del 2006, in cui aveva superato in 4 set Rafa Nadal. Una svolta che ha dato fiducia ad Anderson (alla fine 28 ace e 65 colpi vincenti), che ha cominciato a credere nella possibilità dell’impresa: ha di nuovo brekkato il grande rivale nel settimo gioco del quarto set per pareggiare il conto, poi nella partita decisiva ha dimostrato saldezza di nervi e sangue freddo, cancellando una pericolosissima palla break che poteva valere il 5-3 Federer e poi per sette volte servendo per rimanere nel match senza tremori. Fino a quando sull’11-11 un doppio fallo sul 30 pari e un errore di diritto hanno regalato il break al sudafricano, che non si è fatto pregare poi per raggiungere le semifinali imitando il connazionale Kevin Curren 35 anni dopo.
RAONIC KO, PRIMA ‘SEMI’ IN UN MAJOR PER ISNER – Anderson venerdì si giocherà un posto in finale con un altro grande battitore come John Isner. Lo statunitense, numero 10 del ranking Atp e nona testa di serie, ha imposto l’alt al canadese Milos Raonic, numero 32 Atp ma 13esima testa di serie, finalista due anni fa, fermato solo dal super Andy Murray versione 2016: 67(5) 76(7) 64 63 lo score con cui il 33enne di Greensboro (31 ace contro i 25 dell’avversario), dopo il primo titolo in un “1000”, conquistato in primavera a Miami, è riuscito a regalarsi la prima semifinale Slam in carriera, lui che aveva raggiunto i quarti agli US Open del 2011.
NOLE RITROVA UNA SEMIFINALE SLAM DOPO DUE ANNI – Su quel Centrale ha conquistato tre dei suoi 12 trofei Slam e oggi ha probabilmente avuto la risposta che cercava, quella di essere di nuovo competitivo ad alto livello, in corsa per vincere un Major. Novak Djokovic si è guadagnato un posto nel penultimo atto di Wimbledon, cogliendo la 14esima affermazione –13esima consecutiva – su sedici incroci con il giapponese Kei Nishikori: 63 36 62 62, in due ore e 34 minuti, il punteggio con cui il serbo oggi al 21° posto del ranking e 12esima testa di serie ha staccato il pass per l’ottava semifinale in carriera sui prati dell’All England Club, eguagliando John McEnroe e Pete Sampras, così da piazzarsi in quarta posizione, preceduto solo da Federer (12), Connors (11) e Becker (9). Il 31enne di Belgrado è stato superiore all’avversario in ogni parte del gioco, mettendo a segno 39 colpi vincenti (contro i 29 del nipponico) e commettendo meno errori (21 contro 34). E così il 28enne di Shimane, numero 28 del ranking e 24esima testa di serie, deve accontentarsi di aver raggiunto per la prima volta i quarti nel Major su erba, mentre Nole, che ha alzato il trofeo ai The Championships nel 2011, 2014 e 2015, ritrova una semifinale Slam dopo quasi due anni, da settembre 2016, quando agli US Open cedette allo svizzero Stan Wawrinka. “E’ straordinario essere in semifinale. Ho costruito questo risultato pezzo dopo pezzo a partire dalla stagione su terra battuta. Il mio tennis è andato via via migliorando. Non è la prima volta che sono in semifinale in questo torneo, però in questo caso dopo quello che ho passato so dargli il giusto valore”, il commento di Nole. Nella parte bassa del tabellone l’ex numero uno del mondo sfiderà uno fra Rafa Nadal e Juan Martin Del Potro per lasciarsi definitivamente alle spalle il bruciante ricord
Risultati quarti: (8) Anderson (RSA) B. (1) Federer b. 26 67(5) 75 64 13-11, (9) Isner (USA) b. (13) Raonic (CAN) 67(5) 76(7) 64 63, (12) Djokovic (SRB) b. (24) Nishikori (JPN) 63 36 62 62, (2) (628)