fonte www.federtennis.it
(Foto Patrick Boren)
E’ arrivato a un punto dal capolinea, ma si è salvato e per la prima volta Alexander Zverev
ha raggiunto gli ottavi di finale del Roland Garros. Il tedesco, numero 3 del ranking mondiale e secondo favorito del seeding, uno dei potenziali rivali di Rafa Nadal nella corsa per il titolo, ha rischiato ancora di più che nel secondo turno contro il serbo Dusan Lajovic, numero 60 Atp (piegato 62 al quinto in rimonta), però in qualche modo – annullando un match point – è riuscito a venire a capo della sfida con il bosniaco Damir Dzumhur,
numero 29 Atp e 26esima testa di serie: 62 36 46 76(3) 75 il punteggio finale, in tre ore e 51 minuti, per il 150esimo match a livello Atp vinto dal 21enne di Amburgo, quest’anno trionfatore a Monaco di Baviera e a Madrid (terzo “1000” in carriera per “Sascha”) oltre che finalista al Foro Italico (stoppato da Nadal). Può insomma tirare un bel sospiro di sollievo il minore dei fratelli Zverev – anche Mischa è giunto al terzo turno sui campi del Bois du Boulogne – a caccia del suo primo risultato importante in uno Slam, lui che ha raggiunto appena una volta gli ottavi a Wimbledon lo scorso anno (a Parigi vantava il terzo turno nel 2016).
DZUMHUR ARRIVA A 1 PUNTO DALL’IMPRESA CON SASCHA – Dopo aver dominato il primo set, il 21enne di Amburgo ha smarrito certezze, anche perché l’avversario ha cercato continuamente di spezzargli il ritmo, chiamandolo sovente a rete con una serie di palle corte che hanno messo a nudo i limiti di Sascha a ridosso del net (29 punti, uno in meno del rivale di giornata). Ha man mano preso consapevolezza delle sue possibilità Dzumhur, che ha ribaltato la situazione (63 64) e nel quarto parziale, nonostante uno scontro fortuito con un raccattapalle che ha fatto trattenere il fiato agli spettatori del ‘Philippe Chatrier’ (poi scoppiati in un fragoroso applauso quando il ragazzino si è rialzato), è andato per due avanti di un break, servendo prima sul 4-3 e poi soprattutto sul 6-5, per il match. In entrambi i casi il 26enne di Saraievo ha sentito la pressione, commettendo errori che hanno consentito a Zverev di risalire la china e rifugiarsi al “gioco decisivo”, vinto per 7 punti a 4. Un break in apertura di quinta frazione gli ha permesso di issarsi fin sul 4-2, ma è stato ripreso sul 4-4 dal “piccolo grande” bosniaco, che poi sul 5-4 si è persino procurato un match point, salvato dal tedesco di sangue russo con un servizio sulla riga sul quale Dzumhur non è riuscito a rispondere. E passata la paura, il leader dei Next Gen è riuscito a chiudere 75, dopo tre ore e 54 minuti palpitanti (bello l’abbraccio tra i due a rete) così da prendersi la rivincita per il ko patito nella passata stagione a Shenzhen. Ma i 73 errori non procurati, di cui 7 doppi falli, sono un dato sul quale deve riflettere e non poco Zverev, in vista dei prossimi impegni, a cominciare da quello che varrà l’ingresso nei quarti con il vincente del confronto fra il francese Lucas Pouille, numero 16 del ranking mondiale e 15esima testa di serie, e il russo Karen Khachanov, numero 38 Atp. (503)