A tu per tu con… Alexander Zverev

“Nemo propheta in patria” recita una nota locuzione latina, ad indicare le difficoltà che spesso incontriamo nel tentativo di emergere in ambienti che ci sono familiari. Quanto sia vero in assoluto non è dato saperlo, ma la cosa certa è che tale detto non vale nel caso di Alexander Zverev, giovane talento tedesco che proprio nella sua città natale, Amburgo, sembra aver trovato finalmente lo slancio giusto per arrivare tra i “grandi”: la settimana tedesca gli è infatti fruttata la prima semifinale ATP in carriera ed un balzo avanti in classifica di qualcosa come 124 posizioni, il tutto condito con paragoni “pesanti” con le carriere di tennisti del calibro di Rafa Nadal e del suo idolo di sempre, Roger Federer. Ma scopriamo insieme chi è “Sascha” Zverev, il nuovo enfant prodige del circuito mondiale.

 

Nato ad Amburgo il 20 Aprile del 1997, ha cominciato a solcare i campi da tennis all’età di cinque anni, spinto probabilmente dallo spirito di emulazione nei confronti del padre, Alexander, ex giocatore professionista, ma soprattutto del fratello maggiore Mischa.

Il debutto nel circuito ITF arriva nel Gennaio del 2011, ma “Sascha” dovrà aspettare un anno esatto per alzare il suo primo trofeo (a Fujairah, negli Emirati Arabi). Il primo trionfo di un certo peso arriva però nel Maggio dello scorso anno, quando all’ombra della Madonnina il giovane Zverev sconfigge il serbo Laslo Djere nella finale del Trofeo Bonfiglio, vittoria questa che lo lancerà verso un grande Open di Francia, in cui cederà solo in finale ad un agguerrito Christian Garin. Il 2013 si chiude comunque col botto, visto che la finale parigina, condita dalle semifinali allo US Open e all’Orange Bowl, gli consegnano la corona della classifica mondiale juniores.

Il 2014 è l’anno della svolta: la vittoria all’Australian Open, dove sconfigge in finale lo statunitense Stefan Kozlov, lo convince che è arrivato il momento di compiere il grande salto e di passare al professionismo. I fatti gli danno ragione: nei primi giorni di Luglio, mentre gli occhi del mondo sono tutti puntati su Novak Djokovic che conquista il secondo Wimbledon in carriera, Alexander alza il meno nobile ma importantissimo trofeo dello “Sparkassen Open” di Braunschweig, diventando così il dodicesimo giocatore più giovane di sempre a vincere un titolo della categoria challenger  prendendosi anche la soddisfazione di regolare giocatori del calibro di Tobias Kamke (numero 78 del mondo), Andrey Golubev (numero 89) e Paul-Henri Mathieu (ex- numero 12).

La definitiva consacrazione arriva pochi giorni dopo, al torneo ATP 500 di Amburgo, dove  vince il suo primo match a livello ATP sconfiggendo al primo turno l’olandese Robin Haase (per 60 62). Il suo torneo prosegue con le vittorie su Michail Youzhny (per 7-5 7-5), Santiago Giraldo (per 6-4 7-6) e Tobias Kamke (per 0-6 7-5 6-3), che gli valgono un inaspettato accesso in semifinale e gli consentono di diventare il primo under 18 a raggiungere una semifinale ATP dai tempi di Marin Cilic, che nel 2006 aveva raggiunto la semifinale nel torneo di Gstaad (a 17 anni e 9 mesi).

Da sottolineare che la vittoria ottenuta su Robin Haase per 6-0 6-2 ha consegnato ad Alexander un doppio record: grazie a questa impresa infatti Zverev è diventato il più giovane tennista di sempre (a soli 17 anni e quattro mesi) ad aver ottenuto una vittoria in un ATP 500. Inoltre nessuno dai tempi di Rafa Nadal nel torneo di Bastad era riuscito ad ottenere un 6-0 ad una così tenera età.

Insomma, se tre indizi fanno una prova, il talento, queste vittorie importanti e precoci e la notevole attitudine al lavoro (“Alla celebrità preferisco allenarmi” ha infatti saggiamente dichiarato dopo la settimana ad Amburgo)  permettono di guardare con ottimismo al futuro di questo giovane talento tedesco, sperando  di poter celebrare sempre nuovi trionfi di Alexander ed aspettando con ansia il momento giusto per poterlo finalmente ribattezzare “il Grande”.

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