Eliminato nelle qualificazioni, Giovanni Fonio ha appreso di essere entrato in tabellone appena finito di pranzare, 10 minuti prima di scendere in campo. Eppure ha colto la più bella vittoria in carriera contro Lorenzo Sonego. Alla scoperta del 19enne di Novara, un Bolelli in miniatura che ha scelto di tornare nella sua città dopo 4 anni a Tirrenia.
Lo hanno chiamato quando aveva appena finito di pranzare. Giovanni Fonio stava valutando, insieme a coach Matteo Sacchi e al tecnico Fabio Visentin, se tornare nella sua Novara. “Ehi Giovanni, Igor Sijsling si è ritirato. In tabellone giochi tu”. Non l’aveva certo immaginata così, la prima partecipazione nel main draw di un Challenger. È successo agli Internazionali Città di Brescia (43.000€, Play-It) e c’è stato addirittura il lieto fine, con una clamorosa vittoria contro Lorenzo Sonego, che lo precede di 600 posizioni nel ranking ATP e viene da uno straordinario periodo di forma. È stato tutto talmente improvviso che nemmeno i bookmakers hanno fatto in tempo a quotare l’incontro. Fonio si è imposto 7-6 2-6 6-3, meritando, perché Sonego ci ha provato fino all’ultima palla. “Ha preparato la partita in 10 minuti – conferma coach Sacchi – nella difficoltà dell’organizzazione mentale è stato bravissimo: ha giocato un ottimo match e per noi è un fatto molto positivo, al di là della vittoria”. E pensare che soltanto due giorni prima, il novarese aveva giocato una brutta partita nelle qualificazioni, cedendo 6-2 6-1 a Lukas Klein, raccogliendo appena cinque punti in risposta. Stavolta sembrava un altro giocatore, sia pure aiutato dallo stile di gioco di Sonego, più portato al palleggio. E il torinese, va detto, arrivava da qualche settimana sulla terra battuta. Però Fonio è stato perfetto nel tie-break del primo set, vinto al ventesimo punto, con annessi un paio di setpoint per Sonego. Il n.214 ATP ha trovato il ritmo nel secondo e l’esito sembrava scontato. Invece Fonio ha preso a giocare un tennis impeccabile, aiutato da un campo rapidissimo che esalta la sua combinazione servizio-dritto. Sul 3-3 del terzo ha tenuto un complicato turno di battuta, poi sul 4-3 ha trovato il break con un fulminante dritto a sventaglio dopo una risposta di puro istinto. Bellissimo. Quando ha servito per il match si è trovato sotto 0-30 ma ha mantenuto la lucidità, chiudendo con uno spettacolare rovescio in controbalzo. Due colpi eccezionali che hanno legittimato una bella esultanza, con tanto di braccia alzate al cielo.
DI NUOVO A NOVARA
Ma com’è possibile una tale differenza di rendimento in 48 ore? “Dipende dalla scarsa esperienza in queste situazioni. Stiamo parlando di un ragazzo che a inizio stagione non aveva classifica ATP, mentre adesso è intorno al numero 850. Oggi ha giocato il suo tennis, libero da ogni pensiero, mentre domenica era un po’ in tensione per la possibilità di qualificarsi. Appena il match si era complicato, non aveva più trovato soluzioni”. Fonio ha compiuto 19 anni le scorso 7 maggio e gioca un tennis stilisticamente perfetto, molto simile a quello di Simone Bolelli. “Il paragone fa piacere – dice Sacchi – di sicuro aiuta il rovescio a una mano e una condotta aggressiva, caratteristica che stiamo inserendo nel suo DNA. Oggi è stato lucido nelle scelte e nel gestire le situazioni, cosa che non sempre gli capita. Deve migliorare soprattutto in risposta e nella transizione da fondocampo verso la rete”. Ma chi è Giovanni Fonio? Figlio di un medico e di una farmacista (“che lo seguono con discrezione”), ha iniziato a giocare a 5 anni presso il Tennis Club Piazzano di Novara. Intorno ai 14 anni di età è stato convocato presso il Centro FIT di Tirrenia, dove è rimasto per quattro anni. In questo periodo è stato seguito da Tomas Tenconi, ma alla fine della scorsa stagione ha scelto di tornare a casa, riabbracciando lo staff che lo aveva seguito prima del trasferimento. “Ha scelto così principalmente per essere vicino a casa – dice Sacchi – Tenconi ha fatto un ottimo lavoro, ma lui è sempre rimasto in contatto con noi. È rimasto tesserato per il nostro club, ogni tanto giocava le gare a squadre. Il 2016 non era stato troppo soddisfacente a livello di risultati, così ha fatto questa scelta, trovando una situazione ottimale e uno staff adeguato per le sue motivazioni”. Osservando i suoi match si ha la sensazione di vedere un ragazzo tranquillo, poco incline alla rissa verbale e agonistica. Sacchi conferma: “È abbastanza introverso, è piacevole averci a che fare e con lui si lavora benissimo. Diciamo che in certi momenti bisogna tenere alta l’intensità perché, di suo, è molto tranquillo e sereno”. Negli ottavi, il piemontese se la vedrà con uno slovacco. Sarà comunque un match affascinante: Lukas Lacko perché è tra i favoriti del torneo e viene dal successo a Bratislava, mentre Lukas Klein è lo stesso giocatore che lo aveva battuto nelle qualificazioni. Comunque vada, difficilmente Giovanni dimenticherà la sua permanenza a Brescia.
PELLEGRINO LOTTA PER UN SET
Niente da fare per Andrea Pellegrino nel match, proibitivo sulla carta, contro Jurgen Zopp. L’èstone viene da una bella semifinale a Bratislava e, più in generale, da un bel periodo che lo ha portato a ridosso della 150esima posizione. Più a suo agio sul Play-It, si è imposto 7-6 6-2 contro un buon Pellegrino, soprattutto nel primo set. Forte di una notevole condizione atletica, il pugliese aveva preso un break di vantaggio in avvio (3-2 e servizio), ma lo sciupava commettendo un doppio fallo sul 30-40. Restava in partita fino al tie-break, ma poi è emersa la maggiore esperienza di Zopp, poi diventata superiorità tecnica nel secondo set. Per Pellegrino resta comunque un’ottima esperienza: nelle ultime settimane, il lavoro con coach Daniele Silvestre sta iniziando a pagare. Classe 1997, l’anno prossimo sarà chiamato a un importante salto di qualità. Match simile per Andrea Basso, in grado di giocare alla pari contro il bosniaco Mirza Basic (finalista nel 2015), ma meno incisivo nei momenti importanti: Basic si è imposto 7-6 6-4, senza lasciare spazio a Basso nel tie-break e trovando l’unico break nell’ultimo game della partita. Passa Laurynas Grigelis, autore di una mezza sorpresa battendo in due set il gigante Oscar Otte, n.5 del tabellone. Un risultato che vale, poiché “Grigio” arriva da due settimane sulla terra battuta, peraltro con due titoli consecutivi a Casablanca e Beni Mellal, entrambi in Marocco. Adesso il lituano sfiderà il francese Yannick Jankovits per un posto nei quarti. Nel frattempo prosegue la favola di Luca Margaroli: lo svizzero nato a Brescia, entrato in tabellone come lucky loser, ha superato per la seconda volta in carriera il primo turno in un Challenger. In passato si era qualificato diverse volte, ma aveva superato il primo turno soltanto una volta, lo scorso anno a Pune. Sul campo numero 3 ha rovesciato una partita che sembrava perduta contro Constant Lestienne, firmando una vittoria di livello. Il suo prossimo avversario sarà Uladzimir Ignatik. (693)