da www.federtennis.it
Saranno Garbine Muguruza e Venus Williams a contendersi sabato il trofeo di Wimbledon, terzo Slam stagionale, in corso sui campi dell’All England Club. Per la spagnola è la seconda finale sui prati di Church Road dopo quella raggiunta nel 2015, quando poi fu stoppata da Serena: per l’americana, 37 anni, già vincitrice di cinque trofei, sarà la nona sfida per il titolo. Prestazione impeccabile quella della 23enne nata a Caracas che ha concesso davvero poco (61 61) alla sua avversaria, la slovacca Magdalena Rybarikova, rivelazione del torneo. “Venere” ha invece fermato (64 62) la corsa dell’idolo di casa Johanna Konta, spegnendo l’entusiasmo del pubblico già “abbandonato” da un infortunato Andy Murray.
Nel bilancio dei precedenti la Williams è in vantaggio per 3 a 1 ma la Muguruza ha vinto l’ultima sfida, disputata nei quarti degli Internazionali BNL d’Italia a Roma lo scorso maggio.
GARBINE NON DELUDE – Classifica alla mano era prevedibile che la Muguruza, numero 15 Wta e 14esima testa di serie, non dovesse avere troppi problemi contro la Rybarikova, numero 87 del ranking mondiale. Ok che la posizione della 28enne di Piestany risente di un 2016 segnato da due operazioni, al polso che al ginocchio, che ne avevano messo in dubbio anche la prosecuzione della carriera. Ed ok pure il bilancio dei confronti diretti in parità ed il precedente negativo di Birmingham di tre settimane fa. Ma la Muguruza vista fin qui ai “The Championships” è apparsa giocatrice ben diversa da quella degli ultimi mesi, segnati da pochi acuti e tante delusioni: la spagnola ha chiuso per 61 61, in appena un’ora e quattro minuti, dimostrando una lucidità ed una freddezza impressionanti, anche in un match dove era lei la favorita. La cronaca. Il bilancio dei precedenti (2-2) provava che il gioco della Rybaricova dà fastidio alla Muguruza, che proprio nell’ultima sfida, disputata un paio di settimane fa sull’erba di Birmingham (primo turno), aveva rimediato appena quattro giochi. Ma Garbine è scesa in campo decisa a dimostrare, nonostante una vistosissima fasciatura alla coscia sinistra, che a Wimbledon sarebbe stata un’altra partita. Ed infatti la Mugurza è partita fortissimo (5-0), giocando lungo, tenendo costantemente la slovacca lontana dalla rete e strappandole il servizio nel secondo e nel quarto gioco. In chiusura di set la prima di servizio ha un po’ abbandonato la spagnola, la Rybarikova è riuscita finalmente a difendere un turno di servizio ma Garbine ha comunque archiviato per 61 il primo parziale. Nella seconda frazione Magdalena ha provato a fare qualcosa di diverso ma i suoi colpi hanno continuato a passare un po’ troppo alti sulla rete permettendo alla spagnola, con i piedi ben piantati sulla riga di fondo campo quando non dentro, di anticipare molto i suoi. La slovacca si è forse lasciata prendere anche un po’ dallo sconforto di non essere riuscita ad esprimere il suo tennis migliore in questa sua prima semifinale Slam ed anche il secondo set è finito 61. ”Ho giocato bene, lei è una giocatrice con molto talento ma stavolta tutto è andato per il verso giusto” – ha commentato a caldo la Muguruza -. ”Non so se sono vicina al livello di gioco di quando ho vinto al Roland Garros, sinceramente non me lo ricordo nemmeno come giocavo. Conchita in queste settimane mi sta aiutando molto. Non ho preferenze su chi affrontare in finale: voglio solo vincere”. Seguita nell’occasione da Conchita Martinez (coach Sam Sumyk è rimasto a casa per motivi familiari), Garbine non vince un torneo dal Roland Garros dello scorso anno (15 mesi): la spagnola, proprio dai prati di Church Road – dove due anni fa aveva firmato il suo primo exploit arrivando in finale – sta provando a ricostruire classifica e morale, lei che dopo l’eliminazione negli ottavi a Parigi (dove era la campionessa in carica) e uscita dalla top ten. Grazie alla finale, la settima in carriera (3 i titoli vinti), la terza in un major, l’obiettivo top ten è già stato raggiunto.
VENUS DIVERSAMENTE GIOVANE – E’ in finale a Wimbledon per la nona volta “Venere”: nel suo 101esimo match sui prati di Church Road – meglio di lei solo Martina Navratilova (inarrivabile con le sue 134 partite) e Chris Evert (111) – la statunitense, numero 11 Wta e decima testa di serie, ha battuto per 64 62, in un’ora e 13 minuti, la britannica Johanna Konta, numero 7 Wta e sesta testa di serie. La cronaca. La Williams è in svantaggio per 2-3 nei precedenti con Johanna ma ha vinto in tre set l’ultima sfida giocata sulla terra di Roma. Le due non si sono mai affrontate sull’erba. Tra le due giocatrici che hanno tirato più ace nel torneo – 27 Venus, 28 Johanna – il servizio non poteva non farla da padrone. Ed infatti le prime due palle-break sono arrivate al nono game e le ha offerte Venus che però ha infilato 4 punti uno più bello dell’altro (compreso un diritto inside-in che ha lasciato la britannica a tre metri dalla palla) e si è tirata fuori dalla buca. Poi nel game successivo, con un parziale complessivo di 8 punti ad uno, ha piazzato la zampata micidiale strappando la battuta alla Konta ed incamerando il primo parziale. Nella seconda frazione la britannica si è ritrovata sotto 0-40 in uno sfortunato (per lei) quarto gioco: Johanna ha salvato con coraggio le prime due (stop-volley di diritto e passante incrociato stretto sempre di diritto) ma la terza ha permesso alla Williams di salire 3-1 e poi 4-1. Nell’ottavo gioco la Konta ha salvato due match-point, ne ha concesso un terzo con un doppio fallo e poi si è arresa al passante di “Venere”. Sarà un onore essere sul Centrale con lei”, aveva detto Johanna alla vigilia, magari non la pensa più così la 26enne nata a Sydney, prima britannica in semifinale a Wimbledon dai tempi di Virginia Wade (1978), lei che nonostante un gioco decisamente “erbivoro” nelle cinque precedenti partecipazioni allo Slam di casa aveva vinto un match soltanto.
Per la Williams non ci sono più aggettivi: una fuoriclasse che, nonostante le 37 primavere festeggiate qualche settimana fa (il 17 giugno), ha l’entusiasmo e la voglia di vincere di una teenager. A provarlo ci sono le due finali Major raggiunte in questa stagione: a Melbourne lo scorso gennaio, fermata solo da Serena, ed ora ai “The Championships” dove ha trionfato nel 2000, 2001, 2005, 2007 e 2008. E’ una benedizione questo risultato ma io chiedo ancora un po’ di più, un’altra vittoria”, ha detto Venus che sabato giocherà la sua 82esima finale complessiva (49 i titoli vinti), la 16esima in un Major e la nona a Wimbledon (la prima dopo otto anni). ”Il pubblico è stato meraviglioso nonostante ci fosse una britannica in campo. Lei ha giocato benissimo, io sentivo molta pressione ma mi ha aiutato l’esperienza. Contro Garbine? Chiederò a Serena come fare per batterla. Vorrei che fosse qui, magari a giocare la finale al posto mio. Cercherò di difendere al meglio il nome Williams”.
RISULTATI GIOVEDI’ – semifinali: (14) Muguruza (ESP) b. Rybarikova (SVK) 61 61, (10) V.Williams (USA) b. (6) Konta (GBR) 64 62. (671)