Sembra che i due campioni abbiano deciso di rinnovare la propria rivalità in fase avanzata di età. Dopo aver deliziato gli appassionati con le loro interminabili sfide i due sembrano poco intenzionati a lasciare il palcoscenico. Lo svizzero addirittura, in senilità, pare che abbia superato il blocco che lo affliggeva quando dall’altra parte del campo intravedeva un toro infuriato che mulinava dritti con rotazioni avvelenate.
Il tempo porta giudizio, non si finisce mai di migliorare la propria tecnica e Roger Federer sembra aver fatto tesoro di tutte le condizioni favorevoli che l’esperienza porta con sé. Così arriva al suo diciottesimo Slam, proprio vincendo in finale contro Rafael Nadal e lo sconfigge negli ottavi del Master 1000 di Indian Wells.
Nadal nell’intervista del dopo partita è stato oltre che onesto anche incredibilmente lucido affermando che ha giocato meglio di Federer solo quando è riuscito a neutralizzare i suoi primi due colpi di inizio scambio, condizione che ieri a Indian Wells non si è verificata se non molto sporadicamente. Se si aggiunge che con il tempo i ritmi di gioco tendono a diventare più lenti ecco che i primi due colpi assumono una rilevanza ancora maggiore. In fondo Federer tecnicamente è sempre stato leggermente superiore a Nadal, specialmente con il rovescio.
Ma guardando con più attenzione alcune fasi di gioco della partita dei due pigmalione del tennis il rinato rovescio di Federer sembrava aiutato da una minore incisività dei colpi di Nadal condizione che lo spagnolo si trascina dietro ormai da qualche anno, seppur con alterne vicende.
In preparazione del rovescio Federer aveva sempre il tempo di avanzare in diagonale per uno o due passi, in più, una volta appoggiato il piede destro riscontravo ancora il passaggio di una frazione di secondo prima che lo svizzero iniziasse l’esecuzione del colpo. Esiste anche la remota possibilità che lo Roger con il passare degli anni sia diventato più rapido ma l’eventualità più probabile è che velocità e tempi di gioco dello spagnolo sia divenuti inesorabilmente più lenti. I colpi meno penetranti e le rotazioni meno incisive possono essere un elisir di lunga vita per un rovescio. Il miglior colpo è quello che si gioca con più tempo a disposizione.
Difficilmente sapremo qualcosa in più durante il quarto di finale che lo svizzero avrebbe dovuto giocare con Nick Kyrgios, perché l’australiano è stato costretto al ritiro prima di scendere in campo a causa di un’intossicazione alimentare. Un rovescio virtuale può essere ancora meglio di quello con molto tempo a disposizione. Peccato, perché il livello di gioco espresso da Kyrgios nella partita con Novak Djokovic avrebbe dato valide indicazioni sulle tempistiche di impatto del rovescio dello svizzero. La pressione che l’australiano avrebbe impresso con il servizio e il dritto avrebbe probabilmente consentito di verificare se la ricerca degli appoggi in avanzamento di Roger fosse stata più problematica.
Non accadrà. Roger avrà un giorno in più di riposo e la semifinale che giocherà tra il vincitore tra Jack Sock e Kei Nishikori avrà più la caratteristica di una partita a sé stante piuttosto che essere la continuità di un torneo. (559)