(Foto Patrick Boren)
E’ veramente diventato peace and love Novak Djokovic che nonostante una sconfitta, contro un avversario con il quale era 14-0 negli scontri diretti, e che gli farà perdere la prima posizione mondiale, non lesina i complimenti
“Credito e congratulazioni a Marin. Ha ben meritato di vincere. Sl 5-4 del secondo set potevo prendere il set e poi portare a casa il terzo, ma due doppi falli in un game sono troppi, non ho saputo cogliere l’occasione ed oggi Marin ha giocato bene e meritato la vittoria.”
E complimenti per tutti. Dopo quelli al croato è la volta di Murray che deve vincere ancora due match per soffiare la poltrona di n.1 al serbo.
“Andy merita indubbiamente la posizione in cui si trova. Ci conosciamo da sempre, abbiamo giocato il nostro primo incontro a 19 anni, ed adesso lui sta giocando incredibilmente bene. Una fine stagione eccezionale e merita di essere in questa posizione. Io sto cercando di tenere il mio livello, ma non sono il solo giocatore che cerca di vincere quando entra in campo. Anche tutti gli altri si impegnano al massimo e non ci siamo solo io ed Andy, ci sono Cilic, Wawrinka, che sono appena dietro anche loro motivati al massimo.”
Ovviamente qualche considerazione su questo fine stagione deludente per uno come lui e sul futuro.
“Il futuro non è nelle mie mani. Io cercherò di continuare a giocare a questo livello. Adesso devo cercare match dopo match di ritrovare il livello di tennis perso negli ultimi due mesi. Negli ultimi due anni ho fatto il Grande Slam in carriera ed arrivare a questo traguardo mi ha fatto pensare, a cosa sto facendo, dove vado quali possono essere gli obbiettivi futuri.”
Appagamento dopo la vittoria al Roland Garros
“No la vittoria al Roland Garros è stata uno dei momenti più belli della mia carriera. Raggiungere questo traguardo mi ha tante emozioni, tanta soddisfazione, mi ha reso orgoglioso, ma anche esausto. Sono nella fase in cui si riflette, e sono due anni che gioco al massimo livello possibile ed abbassamento di forma può anche essere normale.”
Non potava mancare la domanda, l’ultima, sul suo team Vajda, Becker il guru spagnolo, che Novak svicola con eleganza
“Cambiamenti nel mio team? E’ presto per parlarne. Vedremo il prossimo anno.” (615)