ROGER FEDERER FUTURO INCERTO

GIANNI CLERICI per “La Repubblica”

(Foto Brigitte Grassotti)

Mi trovavo l’ altra sera al Rotary di Bellinzona, e, mentre si parlava di Federer come esperienza religiosa, testo edito in italiano e ormai esaurito dell’ Editore Casagrande, mi è venuto in mente di chiedere cosa pensassero i presenti di Roger quello vero, e non dell’ immagine che ne aveva dato il libro del povero Foster Wallace.
Sarebbe ritornato, all’ età di 35 anni compiuti? O saremmo stati costretti a ritrovarci davanti una copia arrugginita, qualcuno simile a Baryshnikov, che vidi, con dispiacere misto all’ incredulità, ricadere sul palcoscenico dopo un entrechat huit mal riuscito?
Le opinioni dei presenti erano diverse, se uno affermava «L’ ho visto in una passeggiata a Lenzerheide, con i gemelli più grandi, e mi ha detto di esser felice, anche lontano dai campi». Un altro, tennista, non era dello stesso parere. «È successo anche a me, un menisco dopo i quarant’ anni. E non si può più appoggiarsi come prima».
Ho allora pensato di rivolgermi al Medico del Tennis, Francesco Parra, per sapere se ci saremmo ancora beati delle Divinità dei Court, e l’ inventore dello strumento benedetto chiamato Parracelso mi ha detto, certo in termini più scientifici di quanto riferisco «Ti ripeto quel che avevo anticipato a Luthi, il capitano della Davis svizzera, e a Ljubicic, che allenava Roger e ne aveva la fiducia.
La riabilitazione, di qualcuno come lui che a 35 anni non aveva subito traumi gravi, è possibile. Rimane il fatto che Federer delle cose nuove ha un po’ paura, e forse una collaborazione alla riabilitazione, che gli avevo offerta, l’ avrebbe un po’ aiutato ».
Sin qui il Prof. Parra. Dopo simili informazioni, mi sarei rivolto al mio collega Paolo Rossi, per avere elementi che riguardassero l’ opinione del computer, il disumano strumento che, applicato al tennis, ha fatto più danni dei peggiori dirigenti. Ed ecco la risposta: «Roger è oggi N. 7 della ATP (Ass.Prof.) ma solo 12° nella Race (corsa) annuale, con i 28 match che ne hanno, tra l’ altro, bloccato le consecutive partecipazioni a 65 Slam.
Inevitabilmente scivolerà fuori dai Primi Dieci, ed ecco che, per vincere un torneo, dovrà cominciare a guardarsi da avversari abitualmente quasi battuti prima di giocare dagli ottavi di finale, dal turno dei 16.
Riuscirà quindi a superare ben quattro match duri, dopo essersi magari trovato di fronte qualche bambinone pericoloso nei primi tre? Non è, questa, una domanda meno facile delle conseguenze del menisco, ma ne rimane una terza.
Da tre anni, dopo esser stato assistito dalla Agenzia IMG (International Management Group ) e, più o meno ufficialmente, dalla sposa Mirka, il brand Federer si trova nella mani di Mr. Godsick che, guarda caso, si potrebbe tradurre con Dio Malato. E che con Roger ha formato un’ Agenzia sportiva, la Team8 che del Campione rappresenta in parte la futura attività. La ditta già comprende due probabili avversari di Roger, Del Potro e Dimitrov, in modo da suggerire interrogativi sui reciproci, futuri incontri.
Mi si diceva, senza una minima conferma, che la valutazione del valore commerciale del brand Federer equivalesse a un milione di dollari al giorno. Mi pare che ciò faccia sì che un quadrinomio quale : 35 anni + classifica + menisco + agenzia, non sia facile per una futura previsione.Posso soltanto sperare di non assistere ad altri inciampi simili a quelli di Baryshnikov, o di essere costretto a ricorrere a una devota memoria per ricordare il Federer che fu.Mi rendo conto del disagio del lettore, ma ho sempre preferito l’ incertezza di un pallido articolo ad una fascinosa opinione priva di fondamento. (1060)

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