(Fonte www.federtennis.it)
E’ tedesca la nuova regina di New York. Esattamente vent’anni dopo il suo idolo Seffi Graf, è Angelique Kerber a firmare il trofeo degli Us Open femminili, ultimo Slam stagionale che si è concluso sul cemento di Flushing Meadows. In finale la Kerber, seconda favorita del seeding, ha sconfitto per 63 46 64, in due ore e sette minuti di partita, la ceca Karolina Pliskova, numero 11 Wta e 14esima testa di serie. La 28enne di Brema, da lunedì nuova numero uno della classifica mondiale (la 22esima dall’introduzione, nel 1975, del ranking computerizzato e prima tedesca dai tempi della Graf, nel 1997), ha ottenuto sul campo la sua consacrazione. E’ solo la terza mancina a trionfare a New York dopo Evelyn Sears (1907), Martina Navratilova (1983, 1984, 1986 e 1987) e Monica Seles (1991 e 1992). La Pliskova si consola con il best ranking: la 24enne di Louny lunedì rientrerà tra le top ten andando ad accomodarsi sulla sesta poltrona.
LA FINALE – Il bilancio dei precedenti vede la 28enne mancina di Brema avanti per 4-3 ma la 24enne di Louny ha il vantaggio psicologico di essersi aggiudicata piuttosto nettamente l’ultima sfida, andata in scena tre settimane fa in finale a Cincinnati (e costata alla Kerber il sorpasso anticipato su Serena). E’ la prima volta che le due si affrontano in uno Slam: prima finale per la ceca, terza per la tedesca (tutte quest’anno). Karolina in tutto il torneo ha perso un solo set, contro Venus negli ottavi: percorso netto, invece, per Angelique. La cronaca. La tedesca vince il sorteggio e sceglie di rispondere. Scelta azzeccatissima visto che la ceca offre subito in avvio due palle-break, anche per colpa di un’assurda rottura di corde. La Pliskova cancella la prima con un ace ma non la seconda, perdendo la battuta. Angie potrebbe restituire subito il favore ma si salva e sale 2-0. Anche nel quarto gioco la ceca ha due chance di ottenere il contro-break ma non le sfrutta. La partita si fa combattuta ed interessante con Pliskova che scende di frequente a rete per accorciare gli scambi e Kerber che si rende protagonista di alcuni recuperi davvero incredibili. Nel nono game, sul 30 pari, doppio fallo doloroso di Karolina che regala un set-point ad Angie che non se lo fa ripetere due volte ed archivia 63 il primo parziale. Anche nel terzo gioco della seconda frazione la Pliskova ha un’opportunità per strappare la battuta alla sua avversaria ma sbaglia il diritto in corsa incrociato. Nel settimo game arriva un’altra palla-break per la ceca, e questa volta con un drop-shot e poi un lob che atterra proprio sulla linea Karolina ottiene finalmente il break (al quinto tentativo) e passa in vantaggio per la prima volta nel match (4-3). Angie comincia ad avere fretta di chiudere, sbaglia qualcosa di troppo e la Pliskova nel decimo gioco ne approfitta per pareggiare il conto dei set (64). Nel terzo gioco della frazione decisiva la ceca prova a giocare ancora più profondo: la tedesca si innervosisce, salva una prima palla-break ma la seconda le è fatale e la Pliskova sale 2-1. Karolina allunga ancora (3-1) ma – nel momento miglio per la ceca – Angelique prima la riaggancia grazie ad un sesto gioco nel quale la Pliskova non mette mai la “prima”, e poi passa di nuovo in vantaggio (4-3). Nell’ottavo game Karolina deve giocare dieci punti per riuscire a tenere il servizio: una fatica supplementare che le costa carissima. La Kerber infila otto punti consecutivi (64), si prende la rivincita per il ko rimediato a Cincinnati e diventa la nuova regina degli Us Open.
ANGIE MOSTRA I MUSCOLI – La Kerber ha già dimostrato di sapere bene quello che deve fare una numero uno: non mollare mai e, soprattutto, vincere. E lo ha fatto proprio a New York che per Angie è un posto speciale. A Flushing Meadows, nel 2011, da numero 92 del ranking mondiale, era arrivata in semifinale superando nei quarti Flavia Pennetta prima di arrendersi alla futura vincitrice del torneo Sam Stosur. Quello fu solo l’inizio di una nuova fase della carriera per la Kerber, che a distanza di cinque anni è diventata la prima tedesca ad aggiudicarsi gli Us Open dai tempi della Graf. Vincendo il suo secondo Slam stagionale, prima giocatrice diversa da Serena a riuscirci negli ultimi nove anni (l’ultima era stata la Henin nel 2007), ha legittimato pienamente un primato che a qualcuno fa storcere il naso, anche se senza troppa ragione visto che la tedesca quest’anno ha giocato tre finali Slam – Aus Open, Wimbledon e Us Open – vincendone due. E questo le ha permesso di strappare lo scettro mondiale a Serena Williams, regina da 186 settimane di fila (record condiviso con la Graf: la Williams era in vetta alla classifica dal 18 febbraio 2013), diventando la prima tedesca a salire sul trono mondiale proprio dai tempi della fuoriclasse di Mannheim (marzo 1997). Con i suoi 28 anni la Kerber è la giocatrice più “anziana” a diventare – per la prima volta – numero uno da quando nel 1975 è stato introdotto il computer ranking, superando Jennifer Capriati, regina a 25 anni nell’ottobre del 2001.
A New York la Kerber ha conquistato il decimo trofeo in carriera su 24 finali disputate: in questa stagione, oltre gli Us Open, Angelique ha vinto Australian Open (primo Slam in carriera, battendo Serena) e Stoccarda (dove ha bissato il titolo del 2015) mentre ha perso a Brisbane (battuta da Azarenka), Wimbledon (sconfitta da Serena), Giochi Olimpici di Rio (un ko inatteso e doloroso contro la portoricana Monica Puig) e Cincinnati (stoppata dalla Pliskova).
PROVACI ANCORA KAROLINA – Nelle 17 precedenti partecipazioni ad un Major la Pliskova non si era nemmeno mai avvicinata alla finale. Anzi, a dirla tutta non era mai andata oltre il terzo turno: Australian Open 2015 e 2016, Us Open 2014. Ma a New York la 24enne di Louny, ha sfatato il tabù riportando il tennis ceco al’ultimo atto degli Us Open 23 anni dopo Helena Sukova. E senza neanche avere un tabellone comodissimo visto che per arrivare in finale ha dovuto superare sia Venus, negli ottavi (annullando anche un match-point) che Serena, in semifinale, diventando la quarta tennista capace di battere entrambe le Williams in uno Slam dopo Hingis, Henin e Clijsters (le ultime due ci sono riuscite proprio a Flushing Meadows): l’ottava in assoluto nel circuito.
Comportamento inappuntabile durante la premiazione: Karolina sorride timidamente e parla ancor più velocemente di quanto cammini il suo fenomenale rovescio. “Sono comunque felice, ho giocato il mio miglior tennis ma Angie ha dimostrato di essere davvero la numero uno”, ha detto d’un fiato. “Sapevo che sarebbe stata una partita dura e sono orgogliosa di come l’ho giocata e di averla trascinata al terzo set. Sono molto soddisfatta per come ho giocato in tutte queste due settimane”. La ceca ha enormi potenzialità e se riuscirà migliorare dal punto di vista della condizione atletica quella di Flushing Meadows non sarà di certo l’ultima finale Major che ha giocato.
FELICITA’ KERBER – Ha gli occhi lucidi ed un sorriso a 32 carati Angie. Non è particolarmente alta o potente, non possiede un vero e proprio colpo risolutore però vince, e tanto. “E’ straordinario: due Slam in una stagione. Questo è l’anno migliore della mia carriera – ha confessato ringraziando il pubblico – E’ fantastico aver vinto qui dove tutto è cominciato. Voglio congratularmi con Karolina: (e magari pure ringraziarla per averle tolto di mezzo Serena in semifinale …; ndr) quando le mi ha agganciato e superato ho cercato di rimanere concentrata su ogni singolo ‘quindici’ ed ha funzionato. Cosa significa essere numero uno? E’ un sogno che avevo fin da bambina che ora è diventato realtà. Il primato in classifica ed il secondo titolo Slam (e pure un assegno da tre milioni e mezzo di dollari) nel giro di due giorni: voglio godermi ogni singolo momento”. E come darle torto. E’ lei la nuova regina, e per ora c’è poco da discutere. (905)