ROLAND GARROS: il pagellone femminile

GARBINE MUGURUZA – La prima menzione non poteva che essere per lei, la promessa che già da qualche tempo fremeva per trasformarsi in certezza. Dopo aver già battuto Serena al secondo turno del Roland Garros due anni fa e aver smaltito la delusione della finale di Wimbledon dello scorso anno, Garbine ha saputo capitalizzare due settimane pressoché perfette, servendo alla Williams una vendetta messa in ghiaccio da quasi un anno in forma di partita perfetta. E la Spagna, orfana di Nadal, trova lo stesso il modo di gioire. VOTO: 10 e lode

SERENA WILLIAMS – Sembra che il 22esimo Slam stia assumendo sempre più i caratteri di un incubo. Dopo una settimana e mezza quasi perfetta, per la statunitense è cominciato il declino e nelle ultime due partite (Putintseva e Bertens) si è salvata grazie all’esperienza, più che alla tattica e al gioco. Questo mix non è bastato contro una giocatrice come la Muguruza, abile a costringerla ad un faccia e faccia massacrante contro le lacune del suo stesso gioco. Da verificare anche la condizione fisica, visto che tra un paio di settimane la caccia a Steffi Graff ripartirà dall’erba di Wimbledon, dove sarà sempre lei la donna da battere. VOTO: 8,5

AGNIESZKA RADWANSKA – E qui cominciano le note dolenti. Prestazione deludente per la numero tre del mondo, che a dire il vero a Parigi non è mai andata oltre i quarti di finale. Quest’anno poi ci si è messa anche la sfortuna, visto che una due giorni di pioggia ha consentito alla Pironkova, che era rientrata negli spogliatoi sotto di un set e un break, di capovolgere la partita e soprattutto di approfittare del fatto che la pesantezza dei campi abbia completamente disinnescato le magie di Maga Aga. VOTO: 4,5

SIMONA HALEP – Idem some sopra: anche la numero cinque del mondo, alla ripresa delle ostilità, è stata rimontata, questa volta da Sam Stosur. Contrariamente alla pacatezza di Aga, Simona non le ha mandate certo a dire, riservando parole di fuoco agli organizzatori: “Non voglio commentare le condizioni di gioco, sono senza parole. Le palle erano zuppe d’acqua e bisognerebbe davvero chiedere agli organizzatori perché ci hanno mandato in campo. Sono in ritardo e ci fanno giocare in queste condizioni”. Se non altro merita mezzo punto in più per la sincerità. VOTO: 5

TIMEA BACSINSZKY – Anche la Svizzera, che si è presentata a Parigi senza Roger Federer, trova un motivo per sorridere grazie a questa ragazza, che è quasi riuscita a riconfermare l’eroica semifinale dello scorso anno arrivando ai quarti, dove è stata sorpresa da Kiki Bertens. Il tutto mettendo in fila, nell’ordine: Soler- Espinosa, Bouchard, Parmentier e Venus Williams. Chapeau. VOTO: 7

KIKI BERTENS – Se ogni anno a Parigi deve nascere una stella, quest’anno la stella è senza dubbio lei. Potente, concentrata, piacevole: dopo un inizio col botto (l’eliminazione di Angelique Kerber), la Bertens è cresciuta di partita in partita, facendo tremare i polsi per un set e mezzo anche a Sua Maestà Serena Williams. VOTO: 7,5

ITALIANE – Della serie…. C’eravamo tanto amati. Del feeling delle azzurre con la terra rossa, quella di Parigi in particolare, non ne è rimasta traccia. Neanche il tempo di sederci comodamente sul divano e le abbiamo perse tutte. Unica nota positiva è stata Karin Knapp, che ha eliminato la Azarenka in apertura e si è spinta stoicamente fino al terzo turno. Purtroppo però da sola non salva una prestazione azzurra davvero deludente. Voto: arrivederci al prossimo anno.

Iolanda Gambuzza (935)

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