Al tredicesimo tentativo, ce l’ha fatta. Sono stati tredici anni nei quali qualcosa è sempre andato storto ma alla fine, alla soglia dei trent’anni Richard Gasquet ha raggiunto per la prima volta in carriera i quarti di finale al Roland Garros.
E’ l’ennesima conferma di come nella sua “maturità” il tennista francese abbia trovato finalmente quella continuità e soprattutto convinzione che gli era mancata spesso da ragazzo, e che gli è arrivata proprio dopo tanti anni di delusioni alternate a grandi traguardi.
Perché di risultati altisonanti Gasquet ne aveva già ottenuti in carriera, a cominciare dalla semifinale raggiunta a Wimbledon nel 2007 dopo una vittoria epica su Roddick, fino alle due semifinali raggiunte in quello che è stato il miglior anno della sua carriera, un 2015 nel quale sono arrivate due semifinali Slam, una di nuovo a Wimbledon e l’altra, ancora più inaspettata, agli Us Open. Ma gli era sempre mancato l’acuto nel torneo di casa propria.
Nel mezzo però ci sono state anche tante delusioni, proprio nello Slam di casa, dove, da quando vi ha giocato per la prima volta a neanche sedici anni Gasquet ha sempre più che ovunque sentito la pressione di una nazione che contava su di lui. Negli ultimi anni erano però diventati altri i francesi che avevano fatto sognare i loro connazionali sui campi in terra rossa dell’impianto parigino. Da Monfils, semifinalista nel 2008 e tre volte nei quarti, a Tsonga, in semifinale nel 2013 e lo scorso anno.
Proprio di questi due giocatori il Roland Garros, il primo diretto da Guy Forget era orfano. Cancellatosi a ridosso dell’inizio del torneo Monfils, Tsonga si era ritirato ieri avanti 5-2 contro Gulbis. E’ arrivato però Gasquet a risollevare l’animo dei francesi, giocando una perfetta partita contro la testa di serie n. 5 Nishikori. Parecchio falloso, Nishikori non è riuscito a trovare alcuna contromisura per arginare il gioco di Gasquet, perfetto come sempre di rovescio, ma incisivo anche sul diritto, tanto migliorato e con il quale ormai trova molta più profondità rispetto al passato. Nei quarti Gasquet troverà Murray.
Proprio contro Murray Gasquet aveva giocato nel 2010 una di quelle sue partite tragiche, che i suoi tifosi ricordano bene, iniziata per il meglio e finita per il peggio, di quelle che devono averlo tenuto sveglio per qualche notte di fila. Avanti due set a zero aveva finito col subire la rimonta dello scozzese fino a crollare, in primis fisicamente, nel quinto set. Nel 2012 di nuovo un match portato a casa dallo scozzese, in quattro set.
Ma quello di ora è un Gasquet diverso, che ha accettato e imparato a convivere con i propri limiti fisici (che tante volte gli hanno impedito di esprimersi al meglio o l’hanno costretto a saltare appuntamenti importanti) e ha decisamente arginato quelli mentali. Prima Gasquet era il classico giocatore dal quale ti aspettavi di tutto, quello che magari era in controllo della partita e poi finiva per perderla senza neanche accorgersi del come era potuto accadere. Quello che era stato travolto dallo scandalo della cocaina, nonostante fosse stato poi assolto dalla giustizia sportiva e nelle opinioni dei colleghi. Quello che insomma era sempre passato per il debole della situazione, che non era in grado di reggere la pressione.
Gli ultimi suoi ottimi risultati hanno invece dimostrato come con l’esperienza e il lavoro si possa cambiare aspetti di sé. Fa sorridere poi vedere nel suo angolo coach Bruguera che lo incita con energia, trasmettendogli tra un punto e l’altro la sua grinta, anche quella una vera novità nell’atteggiamento del francese.
Contro Murray nei quarti, considerando i due precedenti parigini tra i due, Gasquet non partirà certo favorito, soprattutto ora che lo scozzese sembra aver finalmente capito come la terra sia una superficie sulla quale può fare grandi cose. Tuttavia Murray non è stato perfetto in questa prima settimana di torneo, costretto a giocare cinque set contro Stepanek al primo turno e poi contro Bourgue al secondo. Non è per niente impossibile allora che contro un Gasquet in così splendida forma abbia luogo un’altra battaglia. (1394)