Il primo torneo per un incredibile Kyrgios e il ritorno di Del Potro. Nadal, crisi senza fine

L’appena trascorsa settimana di febbraio è sempre ricca di appuntamenti e tra i tornei di Marsiglia, Delray Beach e Rio de Janeiro c’è stato tanto di cui discutere.

A Rio de Janeiro, ha trionfato Pablo Cuevas, in finale contro Pella. Cuevas ha così portato a casa il quarto trofeo della carriera, sempre sulla terra, suggellando un’ottima settimana nella quale ha collezionato anche una vittoria contro Nadal. Esce così ancora una volta di scena in semifinale Nadal, come a Buenos Aires contro Thiem. Negli anni d’oro, macinava tornei su terra portando a casa trofei su trofei. Ora è sempre più preoccupante come non riesca ad arrivare in fondo neanche a tornei “minori” come un Atp 500 o 250. Tra l’altro, ancora una volta ha perso l’occasione di raggiungere la centesima finale in carriera. La sua palla non fa più male, se ne sono accorti tutti e in primis gli avversari che ormai da tempo entrano in campo contro di lui del tutto convinti di avere più di una chance di vittoria. Il declino di Nadal segna il declino dell’intera epoca dei Fab Four. Vero che Djokovic è in realtà nel pieno della propria carriera, ma con Federer lontano dai campi che fa preoccupare tutti per il suo ginocchio, Murray a prendersi cura della sua bambina appena nato, e Nadal incapace ormai di incidere in alcun modo e totalmente ombra di sé stesso, alzi la mano chi non ha provato un bel po’ di nostalgia.

A Marsiglia, per tutta la settimana un solo giocatore ha dettato legge. E’ stata impressionante la marcia di Kyrgios fino alla vittoria nel torneo francese. Il giovanissimo australiano, tanto criticato per la sua incostanza, ha finalmente messo tutti a tacere, infilando una serie di vittorie di spessore contro due Top Ten come Gasquet e Berdych, e, in finale, contro un campione Slam come Cilic. Ma soprattutto si è trattato di vittorie significative perché arrivate con estrema sicurezza. Tutto ha funzionato alla perfezione, dritto e servizio in primis ovviamente e, al suo solo secondo torneo dell’anno, Kyrgios non ha lasciato per strada neanche un game di servizio fino alla vittoria finale.

Tra i tanti numeri e statistiche che sono stati riportati a propositi di questo trionfo, colpisce il fatto che sia stato il primo giocatore under 21 a battere due Top Ten consecutivamente. L’ultimo che ci era riuscito era stato, uno a caso, Juan Martin Del Potro.

E allora perché non pensare che questa settimana possa segnare per entrambi il momento di una (ri)nascita?

A Delray Beach infatti, al di là di una finale tutta americana nella quale ha trionfato Querrey contro l’erbivoro Rajeev Ram (già vincitore due volte a Newport comunque, non del tutto l’ultimo arrivato quindi), quello che ci rimane e di cui si è discusso per tutta la settimana, è il ritorno alle competizioni di uno dei campioni più amati degli ultimi anni, proprio Del Potro. Nella cornice spettacolare del torneo della Florida e nei suoi splendidi colori che urtano con il grigio di questi giorni invernali europei, Del Potro è tornato a giocare dopo l’infinita serie di problemi (e operazioni) al polso. Un giocatore come l’argentino è mancato tantissimo al nostro sport, e lo testimoniano non a caso l’incredibile entusiasmo con cui è stato accolto il suo rientro, e la grande attenzione con cui è stato seguito ogni suo match, fino alla semifinale persa poi contro Querrey. Ma dopo una così prolungata assenza dai campi e dalle competizioni ufficiali, vincere tre partite di fila e trovare subito il ritmo-partita è un ottimo segnale di ripresa. Il diritto viaggiava come sempre, il servizio anche, soprattutto contro Chardy. Resta da vedere se col rovescio Delpo riuscirà a trovare altrettanta sicurezza, quando gli avversari inevitabilmente cercheranno maggiormente quel suo colpo. (818)

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